Pubblicato in: Esoterismo..., Riflessioni personali, Sprazzi di....anima

Tra luce e tenebre


10494847_307338362761101_5233646705784995880_nCi muoviamo nel mondo delle apparenze. Su un piano terreno fatto di pensieri ed emozioni e pensiamo di essere noi gli artefici della nostra vita, del nostro destino.
Sguazziamo nelle nostre certezze come un pesce dentro l’acqua. Ci stiamo bene. Ci danno sicurezza, forza. Ci confortano nei momenti in cui ci afferra quel senso di vuoto e ci illudiamo che siano queste a riempircelo.

Poi, d’improvviso una crepa, un tremolar di terra sotto i piedi e tutto frana.

Tutto si distrugge e con stupore ci guardiamo attorno dove tutto è rovinato. Rovistiamo tra le macerie sperando che qualcosa sia rimasto intatto.

Ma non troviamo nulla.

Ci affanniamo, non demordiamo, speriamo con la forza della disperazione che ci assale nel ritrovarci privati di tutto ciò che consideravamo assodato, inoppugnabile, indistruttibile,  che non sia sparito del tutto, così in un  batter di ciglio. E la ricerca diventa più frenetica, abbandoniamo le pale e iniziamo a scavare con le mani, ci feriamo ma godiamo di quelle ferite che non ci fanno sentire il dolore più grande: Quello della perdita.

Le lacrime ed il sangue impastano la polvere che si deposita e creano una crosta dentro cui si rinchiude il corpo e ti senti soffocare. Senti che ti manca l’ aria. Balzi giù dal letto e urli. Urli a quel Dio che molti ti dicono che non esiste.

Non esiste?

Ti guardi attorno ma difficile scorgere nelle tenebre che ti circondano la sua presenza. Lo invochi: Dio, ci sei?

e nell’angoscia del momento ti viene in mente la battuta: Se ci sei, batti un colpo.

Tu, Dio o Demone, se ci sei dammi un segno e aiutami a dare un senso a questa vita, alla mia esistenza. Io ti imploro, spiegami se e in che modo la mia vita debba essere condizionata da avvenimenti esterni a me. Se io sono padrone della mia vita, delle mie azioni, se io sono il solo responsabile di ciò che mi accade perché debbo subire decisioni prese fuori di Me? Perché metti la mia vita nelle mani degli altri rendendoli padroni della mia libertà? Libertà… che libertà è mai questa che sottostà ai capricci altrui? Dove è la mia libertà se chi vive accanto a me mi incatena con legami di dipendenza fisica e psichica? Chi chiama questa:libertà? Questa è schiavitù altro che libertà!

Nella notte, mentre ancora non si è perso l’eco della tua invocazione, ecco che prende forma una strada. Intravvedi un sentiero e si… Ora hai la certezza che in realtà ti stai muovendo su un livello e sopra di questo se ne trova un altro. Fai i conti con la tua limitatezza che non è solo fisica, condizionata dall’idea di tempo e spazio entro cui ti hanno insegnato a muoverti ma che vi è un oltre. Un livello più su della tua testa.

D’ improvviso ti è chiaro che da qualche parte ci deve essere una scala di servizio da usare per salire.

Adesso si tratta di trovare la porta.

Addio mio generale!
Non sarà facile e so che non è un addio definitivo. Continuerò a cercare tra le rovine e mi rialzerò per cercare la porta. Tornerò ad accasciarmi, a continuare a cercare tra cumuli di terra, polvere e fango e tornerò a rialzarmi ma ora sono certa che prima o poi troverò quella porta ed allora si, allora sarà un addio definitivo a questa vita e sarà l’inizio della “nuova nascita”.

Ed ora mentre sto con un piede tirato verso il basso e l’ altro che tenta di compiere un salto sopra le rovine che mi franano addosso prendo appunti. Abbozzo la mia storia e la salvo.

Non va resettata.

Autore:

Docente di Scuola Primaria, specializzata sul Sostegno, ha conseguito il diploma di Counsellor Scolastico (Iscritta al CNCP), si interessa di: Istruzione. Costume e Società. Politica e Religione. Arte e Letteratura. Web e multimedialità. Inseguendo una chimera… Acqua, Vento e Nuvola

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