Pubblicato in: Dalla parte dei bambini

ADHD – Parte IV


 

Cosa dice la scienza?

Come spesso accade in questi casi, purtroppo “tutto ed il contrario di tutto”. Se per un’analisi esaustiva di tutti gli aspetti scientifici e bioetici del problema è opportuno rimandarvi alla navigazione del nostro portale (www.giulemanidaibambini.org), possiamo tuttavia sollecitarvi
ad alcune riflessioni, prendendo spunto dalla posizione di alcune associazioni italiane “sponsor” della soluzione farmacologica. Criticando aspramente ogni tentativo di promuovere una serena riflessione sull’argomento, queste associazioni si schermano dietro il paravento del “diritto alla cura”: il loro punto di vista in sintesi è “chi non somministra psicofarmaci ai bambini con questi disagi li priva della cura, quindi non ha a cuore la salute dei bambini stessi”, quasi
che la somministrazione di potenti psicofarmaci sia l’unica soluzione efficace percorribile. Sollecitandovi comunque ad un approccio equilibrato, ovvero a prendere visione della sezione “Pro” sul nostro sito, con le più importanti argomentazioni a favore della somministrazione di psicofarmaci, analizziamo alcune affermazioni che caratterizzano distinguibili dalle normali variazioni del temperamento (4), e sostenere
a priori l’origine biologica dell’ADHD ha quindi più a che fare con
un sorprendente "pregiudizio" che non con un approccio scientifico basato sulle evidenze.
• “l’origine strettamente biologica dell’ADHD sarà forse controversa clinicamente, ma ciò è vero anche per altre malattie quali l’Alzheimer, le convulsioni od il diabete, patologie per le quali non esisteva alcun esame clinico affidabile che ne permettesse la diagnosi o delle quali non si conosceva la causa, eppure nessuno si sognerebbe di negare l’esistenza di queste malattie”. Questa affermazione è spesso citata dai sostenitori dell’origine strettamente biologica dell’ADHD, per giustificare l’inesistenza di esami medici di laboratorio atti a diagnosticare l’ADHD e gli altri disturbi del comportamento dell’infanzia. Queste affermazioni sono scientificamente
del tutto infondate e sintomo di mala fede. Già nel 1940, venivano infatti identificate con un metodo detto di “Bielschowski” le placche senili che nella corteccia cerebrale causano la malattia dell’Alzheimer (5), al giorno d’oggi chiaramente diagnosticabile con metodi moderni quali la risonanza magnetica e la tomografia ad emissione di positroni. Le crisi epilettiche, comunemente dette “convulsioni”
non sono una malattia, ma un insieme di sintomi ricorrenti
e periodici dovuto ad una scarica simultanea ed eccessiva da parte di una popolazione di neuroni cerebrali (6), e possono essere imputabili alle cause le più varie (traumi cerebrali, avvelenamenti, disfunzioni neurologiche, etc), e per tanto non costituiscono un’entità patologica a se stante. Sono cioè “l’effetto”, un sintomo che evidenzia una problematica dell’area del sistema nervoso, e non una malattia vera
e propria. Per il diabete, la situazione è ancor più evidente, dal
momento che è da tempo misurabile con appositi test clinici e presenta una sua precisa anatomia patologica. Se l’ADHD fosse una malattia di origine biologica, inoltre, dovrebbe afferire al campo della neurologia (la scienza che studia i danni e le patologie del sistema nervoso centrale e periferico) e non della psichiatria: perchè i neurologi invece non si occupano di ADHD? questa presa di posizione, ricca di apparenti certezze quanto di clamorose inesattezze (numerati tra parentesi, i rimandi alle ricerche citate, vedi la bibliografia scientifica in appendice a questa nostra pubblicazione):
• “la prima, iniziale descrizione di questi disturbi psichiatrici dell’infanzia risale ad inizio ‘900”. Quest’affermazione dimostra una notevole superficialità, ed è inesatta, dal momento che questi disturbi vennero descritti la prima volta già nel 1845 dal medico Heinrich Hoffman in una pubblicazione intitolata “The story of Fidgety Philip”, e solo in un secondo momento riconosciuti come un problema psichiatrico, in seguito ad una serie di conferenze tenute da Sir George Still per il Royal College of Physicians, in Inghilterra nel 1902. In ogni caso, la corretta datazione dei primi rilievi clinici non toglie od aggiunge nulla ai dubbi di carattere etico-scientifico sollevati in questa nostra pubblicazione.
• "tutta la comunità scientifica è concorde nell’affermare che l’ADHD e gli altri disturbi comportamentali dell’infanzia sono di origine biologica". Questa affermazione è falsa, in quanto il dibattito nella comunità scientifica è tutt’ora aperto, in Italia ed all’estero, ed anzi la maggior parte degli specialisti indipendenti nega che l’ADHD in particolare sia una vera e propria malattia e che abbia origini biologiche (i termini del dibattito sono riportati su autorevoli media internazionali nella sezione Press Room del nostro portale). Le prove scientifiche in tal senso sono parziali ed insufficenti, ed anche gli studi effettuali con la tecnica della neuroimmagine – a seguito dei quali si affermò la "possibilità"(mai la certezza) dell’origine biologica del disturbo, sono stati messi in discussione: recenti ricerche scientifiche affermano che "l’iperattività e la disattenzione possono essere causati da diversi fattori nocivi cerebrali non riconducibili all’ADHD, come un basso peso prenatale, l’intossicazione da piombo, la sindrome feto-alcolica, etc" (1) e che "nei bambini diagnosticati ADHD non sono stati riscontrati indicatori neurologici particolari, né strutturali, né funzionali, né chimici" (2, 3). I dati scientifici non depongono a favore di un’anomalia cerebrale, ma suggeriscono invece che i comportamenti dei bambini presentino variazioni nella popolazione generale, e non già secondo dei picchi
specifici con variazioni tali da evidenziare un preciso disturbo. I comportamenti "anormali" propri dell’ADHD non sono infatti quasi maidistinguibili dalle normali variazioni del temperamento (4), e sostenere a priori l’origine biologica dell’ADHD ha quindi più a che fare con un sorprendente "pregiudizio" che non con un approccio scientifico basato sulle evidenze.

Sito Ufficiale della Campagna Nazionale Giu Le Mani Dai Bambini