Pubblicato in: La Scuola vista da me

Diario di bordo…


Prima di proseguire nella narrazione del mio lavoro quotidiano è giusto fare una premessa per poter meglio comprendere le difficoltà che giornalmente incontro ed ho incontrato. Per far ciò devo tornare indietro nel tempo, ed esattamente a tre anni fa. Allora l’alunna che seguo frequentava la 2 elementare e queste furono le prime rilevazioni :

L’alunna iscritta nella classe II sez. … ha 7 anni, è una  bambina molto vivace, carattere deciso, con atteggiamenti oppositivo/aggressivi nei confronti di docenti e  compagni.

Risulta essere la seconda di due figlie e sembra che la sua presenza sia stata poco accettata. La madre, separata, vive in condizioni di grave disagio non solo economico ma anche culturale, per tale motivo non è in grado di seguire … nel suo percorso didattico. La bambina è molto legata alla madre che sembra essere l’unica dalla quale accetti “ordini “ mentre risulta difficile il rapporto con la sorella maggiore. Riguardo alla situazione familiare molto è basato sul “si dice”… “sembra che” anche perché sia la madre che la bambina mostrano al riguardo molto riserbo.

… ha frequentato normalmente la scuola dell’infanzia, senza mostrare aspetti evidenti che rivelassero quella che verrà diagnosticata in 1 elementare come sindrome da "ADHD".

L’anno scorso ha frequentato la prima elementare ma con scarsi risultati visto che da una prima analisi dei requisiti è emerso che … non ha ancora acquisito l’uso automatico della lettura e della scrittura, commettendo sia errori di tipo visivo che fonologici. Sono evidenti problemi di dislessia.

Tale difficoltà si evidenziano anche in aritmetica dove l’alunna tratta i numeri come le lettere delle parole invertendoli o scambiandoli [discalculia]. Non riesce a contare in ordine decrescente né a dire quale numero viene prima e quale dopo, riconosce i simboli numerici fino al 6, rappresenta l’insieme ma non riesce a discriminarlo.

Presenta, inoltre, disturbi attentivi dovuti oltre che al suo iperattivismo anche alla mancanza di motivazioni ad apprendere.

 

Questo quanto emerse durante la somministrazione delle prove di ingresso.

Episodio rilevante dello stato in cui si trovava l’alunna fu il primo "scontro" frontale. Scontro che servì per stabilire con lei una relazione basata sul rispetto e l’accettazione reciproca e che mi vide protagonista di un "pronto soccorso" al vicino ospedale cittadino con una prognosi di 2 gg di degenza per degli evidenti graffi al viso. Ovviamente non sporsi denuncia , conscia del fatto che tali rischi sono insiti nel mio "mestiere" e accettai i 2 gg di "convalescenza" solo per non turbare ulteriormente la bambina che, già da quando aveva visto le conseguenze delle sue azioni con le prime gocce di sangue che mi sporcavano il viso, sembrava terrorizzata….

 

to be continued…

Pubblicato in: Dalla parte dei bambini

Giù le mani dai Bambini – Allarme Ritalin


 

ALLARME RITALIN®: UNA COMMISSIONE GOVERNATIVA INGLESE INSERISCE IL METILFENIDATO TRA LE 20 SOSTANZE PSICOATTIVE PIU’ PERICOLOSE IN ASSOLUTO!

Il metilfenidato – principio base del Ritalin®, ma non solo – psicofarmaco utilizzato anche in Italia per il trattamento dei bambini iperattivi e con deficit d’attenzione, viene ora classificato in Inghilterra – da una commissione governativa – tra le 20 sostanze psicoattive più pericolose in assoluto. Nel contempo, l’autorevole “British Medical Journal”® denuncia come le sperimentazioni di farmaci sponsorizzate dai produttori devono essere valutate con molta cautela, perché non sono né trasparenti né rigorose.
Leggi il comunicato stampa del nostro Portavoce Nazionale nella nostra
Press Room, e diffondilo!
Pubblicato in: La Scuola vista da me

Il mio Giornale di bordo… ovvero la scuola oltre il banco e la cattedra…


Oggi nel percorrere a piedi il breve tragitto che separa la mia abitazione dal  posto di lavoro riflettevo sul fatto che da qualche tempo non avevo più alcuna voglia di dedicarmi al blog e mi interrogavo sulle possibili cause che avessero determinato questo mio "infiacchimento"…
Poi, improvvisamente…Eureka!… Ho trovato la responsabile di tale misfatto. E’ la Scuola.
Essì cari miei proprio la scuola. Eh lo so … adesso molti di voi diranno <Non hai scoperto nulla di nuovo, con tutti i compiti e gli impegni che ci propinano i prof…capirai…hai scoperto l’uovo di Colombo!>…
E no cari miei, io non ho scoperto l’uovo di Colombo, in questo caso io ho scoperto il MIO uovo. Essì perché l’anno che è appena iniziato sapevo già a priori che sarebbe stato un anno mooooooolto impegnativo per me. Impegno che mi deriva dall’occuparmi di una bambina di cui tempo fa accennai qualcosa.
Una bambina che lasciai un anno fa, dopo due anni che la seguivo, per riprenderla quest’anno. Una bambina con diagnosi di "ADHD" che è stata sempre, per tutti, un soggetto da tenere a distanza.
Ma nella vita nulla avviene per caso e così i miei passi si sono incrociati ancor una volta con i suoi. Sono partita fermamente decisa a "rimodificare" quei comportamenti che la portano ad essere considerata, con molto pressappochismo e grande superficialità, come "pazza" e "schizofrenica".
Conoscete l’Antologia di Spoon River? e precisamente le parole di <Aner Clute>? La riporto perché sono parole che mi hanno sempre aiutato a riflettere sul come sia facile condurre un innocente alla rovina.
 
Molte e molte volte mi chiesero,
mentre pagavano il vino o la birra,
prima a Peoria, e poi a Chicago,
Denver, Frisco, New York, dovunque vissi,
perché mai facessi la vita,
e come avevo incominciato.
Dicevo un abito di seta, e la promessa di un riccone –
(Lucius Atherton).
Ma non fu questo.
Immaginate che un ragazzo rubi una mela
dal cesto della drogheria,
e tutti si mettono a chiamarlo ladro,
il giornalista, il prete, il giudice, tutti –
<<ladro>>, <<ladro>>, <<ladro>>, dovunque vada.
E non possa trovar lavoro, né guadaganrsi il pane
se non rubando: ebbene, quel ragazzo ruberà.
Il modo come la gente considera il furto
è ciò che rende ladro il ragazzo.
 
Questo per dire come è facile etichettare le persone e di come, poi , queste etichette rimangano cucite addosso.
Ed è a questo modus vivendi che io mi oppongo ed è questo il motivo per cui porto avanti questa battaglia.
Battaglia che riesco a sostenere grazie anche all’appoggio della vice-preside A.S.[anche di lei parlai tempo fa].
Bene sono ben 5 anni che lei lotta affinché alla bambina vengano garantiti tutti i diritti che la legge, almeno sulla carta, tende a riconoscere. Diritti che si scontrano spesso e volentieri con la burocrazia… gli interessi e l’ egoismo del singolo e della società cosiddetta civile.
Di quella società che, appunto, fa in fretta ad etichettare un individuo… è più comodo isolarlo, meno fastidioso e meno problematico, che cercar di capire il motivo di quel furto…
 
Adesso sono stanca, la giornata è stata anche oggi pesante per ben 6 ore ..ed oltre [se considero anche questo momento] la bambina è stata al centro dei miei pensieri… ma riprenderò il discorso nei prossimi giorni.
Ho deciso di fermare in queste pagine la cronaca del mio lavoro giornaliero…
Condividerò con chi vorrà seguirmi le mie vittorie e le mie sconfitte… ma soprattutto le vittorie e le sconfitte della "mia bambina"…
 
Pubblicato in: Poesie d'Autore

All’Italia


 

O patria mia, vedo le mura e gli archi
Torri degli avi nostri,
Ma la gloria non vedo,

Non vedo il lauro e il ferro ond’eran carchi
I nostri padri antichi. Or fatta inerme,
Nuda la fronte e nudo il petto mostri.
Oimè quante ferite,
Che lividor, che sangue! oh qual ti veggio,
Formosissima donna! Io chiedo al cielo
E al mondo: dite dite;
Chi la ridusse a tale? E questo è peggio,
Che di catene ha carche ambe le braccia;
Sì che sparte le chiome e senza velo
Siede in terra negletta e sconsolata,
Nascondendo la faccia
Tra le ginocchia, e piange.
Piangi, che ben hai donde, Italia mia,
Le genti a vincer nata
E nella fausta sorte e nella ria.
Se fosser gli occhi tuoi due fonti vive,
Mai non potrebbe il pianto
Adeguarsi al tuo danno ed allo scorno;
Che fosti donna, or sei povera ancella.
Chi di te parla o scrive,
Che, rimembrando il tuo passato vanto,
Non dica: già fu grande, or non è quella?
Perchè, perchè? dov’è la forza antica,
Dove l’armi e il valore e la costanza?
Chi ti discinse il brando?
Chi ti tradì? qual arte o qual fatica
O qual tanta possanza
Valse a spogliarti il manto e l’auree bende?
Come cadesti o quando
Da tanta altezza in così basso loco?
Nessun pugna per te? non ti difende
Nessun de’ tuoi? L’armi, qua l’armi: io solo
Combatterò, procomberò sol io.
Dammi, o ciel, che sia foco
Agl’italici petti il sangue mio.
Dove sono i tuoi figli? Odo suon d’armi
E di carri e di voci e di timballi:
In estranie contrade
Pugnano i tuoi figliuoli.
Attendi, Italia, attendi. Io veggio, o parmi,
Un fluttuar di fanti e di cavalli,
E fumo e polve, e luccicar di spade
Come tra nebbia lampi.
Nè ti conforti? e i tremebondi lumi
Piegar non soffri al dubitoso evento?
A che pugna in quei campi
L’itala gioventude? O numi, o numi:
Pugnan per altra terra itali acciari.
Oh misero colui che in guerra è spento,
Non per li patrii lidi e per la pia
Consorte e i figli cari,
Ma da nemici altrui
Per altra gente, e non può dir morendo:
Alma terra natia,
La vita che mi desti ecco ti rendo.
Oh venturose e care e benedette
L’antiche età, che a morte
Per la patria correan le genti a squadre;
E voi sempre onorate e gloriose,
O tessaliche strette,
Dove la Persia e il fato assai men forte
Fu di poch’alme franche e generose!
Io credo che le piante e i sassi e l’onda
E le montagne vostre al passeggere
Con indistinta voce
Narrin siccome tutta quella sponda
Coprìr le invitte schiere
De’ corpi ch’alla Grecia eran devoti.
Allor, vile e feroce,
Serse per l’Ellesponto si fuggia,
Fatto ludibrio agli ultimi nepoti;
E sul colle d’Antela, ove morendo
Si sottrasse da morte il santo stuolo,
Simonide salia,
Guardando l’etra e la marina e il suolo.
E di lacrime sparso ambe le guance,
E il petto ansante, e vacillante il piede,
Toglieasi in man la lira:
Beatissimi voi,
Ch’offriste il petto alle nemiche lance
Per amor di costei ch’al Sol vi diede;
Voi che la Grecia cole, e il mondo ammira.
Nell’armi e ne’ perigli
Qual tanto amor le giovanette menti,
Qual nell’acerbo fato amor vi trasse?
Come sì lieta, o figli,
L’ora estrema vi parve, onde ridenti
Correste al passo lacrimoso e duro?
Parea ch’a danza e non a morte andasse
Ciascun de’ vostri, o a splendido convito:
Ma v’attendea lo scuro
Tartaro, e l’onda morta;
Nè le spose vi foro o i figli accanto
Quando su l’aspro lito
Senza baci moriste e senza pianto.
Ma non senza de’ Persi orrida pena
Ed immortale angoscia.
Come lion di tori entro una mandra
Or salta a quello in tergo e sì gli scava
Con le zanne la schiena,
Or questo fianco addenta or quella coscia;
Tal fra le Perse torme infuriava
L’ira de’ greci petti e la virtute.
Ve’ cavalli supini e cavalieri;
Vedi intralciare ai vinti
La fuga i carri e le tende cadute,
E correr fra’ primieri
Pallido e scapigliato esso tiranno;
Ve’ come infusi e tinti
Del barbarico sangue i greci eroi,
Cagione ai Persi d’infinito affanno,
A poco a poco vinti dalle piaghe,
L’un sopra l’altro cade. Oh viva, oh viva:
Beatissimi voi
Mentre nel mondo si favelli o scriva.
Prima divelte, in mar precipitando,
Spente nell’imo strideran le stelle,
Che la memoria e il vostro
Amor trascorra o scemi.
La vostra tomba è un’ara; e qua mostrando
Verran le madri ai parvoli le belle
Orme del vostro sangue. Ecco io mi prostro,
O benedetti, al suolo,
E bacio questi sassi e queste zolle,
Che fien lodate e chiare eternamente
Dall’uno all’altro polo.
Deh foss’io pur con voi qui sotto, e molle
Fosse del sangue mio quest’alma terra.
Che se il fato è diverso, e non consente
Ch’io per la Grecia i moribondi lumi
Chiuda prostrato in guerra,
Così la vereconda
Fama del vostro vate appo i futuri
Possa, volendo i numi,
Tanto durar quanto la vostra duri.


Giacomo Leopardi