Mi chiedo cosa sia oggi l’integrazione dei soggetti in difficoltà nella classe di appartenenza. Quale l’ottica o il presupposto pedagogico che sta alla base di questa integrazione.
La L.104/92 prevedeva per i soggetti in difficoltà non solo il loro inserimento e la loro integrazione nel gruppo classe ma anche, e soprattutto, il loro "recupero" sociale in modo da garantire loro il minimo indispensabile di autonomia che, a causa del loro stato, non sarebbe stato possibile conseguire nelle strutture riabilitative le quali funzionano a pieno ritmo e non riescono a dedicare loro più di tre-quattro ore settimanali. Ore che poi diventano anche di 45-50 minuti per colloquiare coi genitori o altro. La SCUOLA PUBBLICA, nel suo DOVERE di garantire ai cittadini pari opportunità, come in teoria dice l’art.3 e 33 della Costituzione, avrebbe dovuto farsi carico in toto dell’edcazione pedagogico-didattica dei soggetti più deboli in uguale misura. Ciò con il passare degli anni e con il succedersi dei vari Ministri fai da te è diventato solo mera utopia. Ormai le insegnanti di sostegno che hanno faticato una vita per far comprendere alle colleghe ed ai genitori che loro non sono gli angeli custodi dei bambini in difficoltà, ma specialisti e responsabili del loro inserimento socio-pedagogico-riabilitativo nel sistema scolastico e della collettività, vedono sempre più sminuire questa loro figura a danno dei soggetti che loro devono tutelare. Infatti quello che una volta era il rapporto 1/1, cioé un docente in una classe con un solo alunno diversamente abile o menomato, oggi, grazie a queste leggi capestro firmate e sottoscritte anche dai sindacati CISL-UIL-SNALS-CGIL-COBAS (spero di sbagliarmi… o quanto meno ben poco hanno fatto per impedire che ciò avvenisse) gli alunni perdono il loro punto di riferimento perché a questi docenti (compresa la sottoscritta, ovviamente) vengono assegnati due alunni su due classi diverse. Adesso il punto debole di tale sistema è che a fronte di 30- 40 ore (dove c’è il tempo pieno…anche se in pochissime scuole. Ad esempio qui a Caserta su 5 Direzioni Didattiche + 1 Istituto Comprensivo solo una Direzione Didattica può attuare il servizio mensa e nemmeno in tutti i plessi di appartenenza…) che i bambini trascororno a scuola, di queste 30 – 40 ore beneficieranno di un insegnamento personalizzato solo 11 ore a settimana. Adesso io chiedo a gran voce a tutti questi esperti: COSA VI ASPETTATE DA NOI? CREDETE CHE POSSIAMO FARE MIRACOLI PER QUESTI ALUNNI? Ogni anno ho lavorato, e lavorato bene, riuscendo a raggiungere obiettivi che a detta dei servizi di riabilitazione i bambini non avrebbero mai raggiunto. L’anno scorso perfino il servizio di consulenza scolastica (per intenderci quello presieduto da un neuropsichiatra infantile e da una psicologa che ha il compito di decidere se dare o meno il sostegno ai bambini) si sono meravigliati perché io ero riuscita a far leggere e scrivere in stampato maiuscolo una bimba affetta da sindrome di Williams. Sono arrivati perfino a dire: Impossibile, allora abbiamo sbagliato la diagnosi!… Incredibile. Una diagnosi certificata dai medici curanti!(A tal proposito riporto cosa mi ha scritto, o meglio la mamma le ha fatto scrivere alla fine dell’anno scolastico:
Cara Maestra voglio dirti grazie per tutto quello che hai fatto per me e soprattutto perché hai creduto in me. Se tutti i bambini del mondo avessero te come insegnante ne uscirebbero tutti vincitori. Adesso posso dire anche io come te che nella nostra battaglia del primo anno scolastico ne siamo uscite vincenti e spero che continuerò ad essere uguale a te, combattiera e decisa anche nelle imprese impossibili. Grazie perché senza te non ce l’avrei fatta. Ti voglio bene con tutto il mio cuore… segue il nome)
Adesso nel rileggerla ho i lucciconi agli occhi mentre mi chiedo chissà che penserà di me oggi. Adesso. In questo momento in cui è a scuola con un’altra docente. Magari penserà che l’ho abbandonata… Ma quello che mi rattrista di più è il pensiero che mi frulla per la testa. Il dubbio che mi angoscia.
Signori Ministri e gregari mi dite voi cosa potremo ottenere da questi bambini con cui trascorreremo solo 11 ore settimanali? Quali risultati conseguiranno? E.. soprattutto come trascorreranno le rimanenti ore del tempo scolastico? Abbandonati a loro stessi? Affidati all’unico bidello della scuola perché in classe disturbano la lezione e non ci sono docenti compresenti che se li prendono in carico in quelle ore che non sono frontali?Rispondetemi voi…luminari dell’ultima ora!
Nel sito linkato sotto l’immagine si parla di una bozza che il Ministero della P.I. doveva emanare entro settembre. Mi chiedo: dove è finita?
Era una bella bozza. davvero..
Il testo contiene la normativa vigente, i compiti
del personale scolastico, gli aspetti organizzativi e le buone e
cattive prassi in materia. Soddisfatta del risultato la Consulta delle
Associazioni dell’Osservatorio Permanente per l’Integrazione degli
Alunni con Disabilità.
È pronta la bozza delle Linee Guida per l’Integrazione Scolastica degli Alunni con Disabilità
che il ministero dell’Istruzione dovrebbe emanare entro settembre. E la
Consulta delle Associazioni dell’Osservatorio Permanente per
l’Inclusione degli Studenti con Disabilità si dice soddisfatta del
risultato.
«Pur essendo un documento che fa il punto della situazione in Italia, si tratta comunque di un segnale politico importante», ha commentato a questo proposito Salvatore Nocera, vicepresidente della FISH (Federazione Italiana per il Superamento dell’Handicap). Il testo vuole essere «un gesto di attenzione a un problema, quello dell’integrazione in classe, che non è ancora risolto», nonostante la normativa, e «un monito alle Riforme della Scuola targate Gelmini a non dimenticarsi dei ragazzini con disabilità».
Suddivisa tra legislazione vigente e nuovo scenario normativo – dalla Convenzione ONU per i Diritti delle Persone con Disabilità all’ICF (Classificazione del Funzionamento, della Disabilità e della Salute
introdotta nel 2001 dall’Organizzazione Mondiale della Sanità) -, tra
ruolo degli Uffici Scolastici Regionali e compiti educativi e formativi
di tutto il personale della scuola e tra aspetti organizzativi e Piani Educativi Individualizzati (PEI), la bozza delle Linee Guida per l’inclusione degli alunni con disabilità contiene «anche le buone e le cattive prassi
in materia, come ad esempio non utilizzare gli insegnanti di sostegno
per le supplenze ordinarie, non far uscire dall’aula i bambini e i
ragazzini disabili, non concentrare gli studenti disabili in un’unica
scuola», ha spiegato Nocera. Il testo – una ventina di pagine in tutto
– accenna inoltre ai Gruppi di Lavoro sull’Handicap d’Istituto, al
clima della classe, al progetto di vita dell’alunno e alla
collaborazione con le famiglie.
La Direzione Generale per lo Studente del ministero, inoltre, ha
recepito le osservazioni alla bozza fatte dalla Consulta delle
Associazioni «sia in merito alla continuità didattica – visto il precariato di molti insegnanti – sia in merito all’obbligo di una specifica formazione su integrazione e disabilità
per tutti i docenti», ha continuato il vicepresidente della FISH. Nel
futuro delle Linee Guida per l’Integrazione Scolastica c’è poi
l’attuazione pratica dell’intesa tra Stato e Regioni del 20 marzo 2008,
sulla presa in carico degli alunni disabili anche da parte degli enti locali e delle ASL e «l’individuazione di indicatori di qualità dell’integrazione scolastica», ha concluso Nocera. (Michela Trigari)
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