Pubblicato in: Riflessioni personali

Integralismo religioso


Su Facebook gira un’immagine della bandiera europea con al cnetro la mezzaluna islamica. C’è gente che sta facendo circolare l’idea di un’"eurabia" per fomentare l’odio razziale contro gli stranieri. La cosa mi indigna moltisismo perché trovo la cosa di ristretta chiusura mentale. Comunque voglio postare qui un mio commento a uno che è preoccupato che possa verificarsi in futuro prossimo una tale eventualità:

Angela Santoro

… l’uomo nella sua piccolezza ha sempre avuto smanie
di grandezza. L’integralismo da qualunque parte venga propugnato però
non ha mai radicato se non in quei soggetti che presentano "devianze
psicologiche" E certamente di questo bisognerebbe preoccuparsi. Curare
il malato. Ma il malato lo si cura con le medicine, non uccidendolo.
Qui, sul web, o almeno una certa parte, ho visto che parla senza avere
nessuna cognizione di causa. Confonde il diavolo con l’acqua santa, per
usare un eufemismo. Una cosa è l’accoglienza, prettamente "cristiana"
un’altra è l’accettazione e l’inchinarsi ad una religione che non è tua,
se tu non lo vuoi(ma guarda che in Italia ci sono moltissimi che non
sono cattolici ma si sono convertiti ad altre religioni). Persone
esaltate ce ne sono tantissime ed è a questi che non bisogna dare
spazio. Ieri ad esempio io ho eliminato dalla lista degli amici due
persone. Quello che loro pubblicano a parte che essere di profonda
ignoranza, non miopia (la miopia è quella di chi non sa vedere oltre la
porta di casa sua)ma quella era proprio ignoranza, credimi. Mi sono
sentita ferita mortalmente, come persona, come madre, come "cristiana"
nel vedere l’immagine di bambini denutriti accompagnata dalla dicitura:
Voi trattereste mai i vostri figli così. Ho avuto un tale conato di
rigetto che invece di leggere cosa diceva l’ho eliminato subito. Perdona
la mia schizzinosità ma leggere certe cose uccide molto di più di un
pugnale. Quando, oltretutto, due giorni fa, il prete della parrocchia
dove insegno ha proiettato un filmino di un suo viaggio nel Burundi per
portare in un piccolo agglomerato di case un gruppo elettrogeno a una
popolazione che nel terzo millennio vive ancora senza luce, senza acqua,
senza cibo.E’ su questo che l’opulento e civile occidente si deve
interrogare. Il prete diceva quando vi lavate i denti e lasciate
scorrere l’acqua nel lavandino pensate che quello che voi state
sperperando lo state togliendo ad un’altra fetta di mondo. La gente che
viene qui viene principalmente per questo. Per dar da mangiare ai propri
figli. Come hanno fatto moltissimi nostri progenitori in epoca molto
recente (vedi il flusso dell’emigrazione italiana nel mondo). Credi che
se negli altri stati facevano quello che vogliamo fare noi alla nuova
immigrazione noi oggi staremmo così bene? Questo è solo becero
propagandismo politico. Inoltre non è nella mentalità islamica
l’acculturazione religiosa.Tant’è che li abbiamo avuti dominatori in
Sicilia e non hanno mai imposto il loro credo alla popolazione. Qualche
esaltato avrà anche pensato a inneggiare a una bandiera islamica europea
ma di certo solo per intimidire.(Vedi ad esempio l’ultima intimidazione
di Bin Laden all’America). Si potrebbe arrivare a ciò solo con una
guerra. E le guerre di solito vengono dichiarate da governanti esaltati e
irresponsabili e non dal popolo che pensa a vivere giorno per giorno.
Allora prima di mandare al potere gente fanatica, esaltata e con un
equilibrio psicologico fragile, molto fragile, facciamo bene attenzione.
La nostra arma è il voto democratico e una persona intelligente,
guardando a ritroso la storia, dovrebbe solo riflettere prima di
parlare. Se è il caso di dare fiducia a criminali, folli ed esaltati o a
gente moderata che usa la logica ed il buon senso per governare.
I
problemi sono seri e non possono essere risolti con slogan pubblicitari
ma dopo attenta e ragionata analisi.
Interessante, per iniziare,
sarebbe dare un’occhiata qui ad esempio:http://it.wikipedia.org/wiki/Religioni_maggiori#Elenco_delle_religioni_organizzate_per_numero_di_aderenti)
Già da questi numeri può partire
uno studio comparato sulle religioni. Mi soffermerei molto sui numeri,
ovviamente. Sono quelli che dicono molto di più degli insulti di una
sparuto gruppo di gente senza preparazione culturale.
//Ti dirò di
più. Ho l’impressione che molta gente oggi ha smania di esibizionismo e
pur di catturare l’attenzione degli altri è capace di tutto. Anche di
dichiararsi Satana o Gesù Cristo. Ecco perché prendo la debita distanza
da molte persone…
Ovviamente il mio commento non è "ad
personam" ma solo una riflessione a cui mi hai portato tu. Ti ringrazio
per avermi dato la possibilità di poter esplicitare il mio pensiero.
Buona giornata a te.

Pubblicato in: La Scuola vista da me

Il pulcino ballerino


Il Pulcino
Ballerino
Canzone
presentata allo Zecchino d’Oro del 1964
di F. Maresca, M.Pagano,
Edizioni S.C.I.A. Napoli

    

Dall’uovo gobbo
di una gallina zoppa 
nacque un pulcino
che zoppicava un po’.

Sembrava triste
perciò la mamma chioccia
per consolarlo
l’hully gully gli insegnò

Per l’hully gully 
di quel pulcino zoppo
grilli e cicale
facevano cri cri cri.

Il babbo gallo
scoppiava dalla gioia
e nel pollaio 
una festa organizzò

Rit.
Ticche, tocche, ticche, tocche,
il pulcino dopo un po’
ticche, tocche, ticche, tocche,
a ballare incominciò.

Tre galletti verdi e gialli,
professori d’hully gully 
il pulcino ballerino
salutarono così:
chicchirichì…

Chicchirichì…
Chicchirichì…

Era il lontano 1964. Epoca in cui i bambini diversabili venivano ghettizzati e i loro problemi visti solo dal punto di vista clinico. Era uscita da poco in Italia, e solo in seguito alla “dichiarazione dei diritti del fanciullo”, promulgata il 20 dicembre 1959 dall’Assemblea Generale delle Nazioni Unite, la legge che prevedeva per loro, infatti, l’inserimento in classi differenziali. Gli si riconosceva, in Italia, il diritto ad una educazione ma… separata. Bisogna aspettare il 1968, anno della grande rivolta e contestazione giovanile perché  questi soggetti  vengano riconosciuti come persone che possono portare il loro contributo alla società e alleggerire il peso derivante dalla loro mancata autonomia. Così nel 1971 viene emanata una legge, la famosa Legge 118 che impone l’inserimento di questi soggetti nelle classi normali. Quest’ <i>inserimento</i> però si realizza a macchia di leopardo. Non tutte le scuole erano in grado di offrire a questi soggetti quanto serviva per la loro integrazione. Intanto l’Assemblea Generale delle Nazioni Unite promulgava, il 21 dicembre 1971, la “dichiarazione dei diritti degli handicappati mentali” in cui venivano riconosciuti a tali soggetti, qualunque fosse l’origine, la natura ed il grado di handicap, il diritto ad avere:
. gli stessi diritti fondamentali degli altri cittadini;
.  misure adatte a conseguire la più ampia autonomia possibile;
.  istruzione;
. formazione professionale;
. riadattamento medico e sociale;
. una vita insieme alla famiglia naturale o acquisita, con adeguata assistenza;
.  possibilità di partecipazione ad ogni attività creativa o ricreativa.
Sotto la spinta di questa nuova coscienza umana, che si andava formando in Italia e nel mondo intero, il nostro Ministero della Pubblica Istruzione nominò, nel 1974, una commissione di studio, presieduta dalla senatrice Franca Falcucci, con il compito di fare il punto sulla situazione dei soggetti disabili nel nostro paese e di predisporre gli opportuni suggerimenti in merito al loro recupero scolastico e sociale.
Il documento conclusivo venne alla luce l’anno seguente e fissò i principi generali, a cui doveva uniformarsi “un nuovo modo di essere della scuola, per realizzare le condizioni della piena integrazione scolastica”.
In base a tali principi la scuola italiana doveva:
1.accogliere ed istruire tutti i bambini, non solo quelli normali ma anche quelli che presentavano difficoltà di sviluppo, di apprendimento e di adattamento;
2.favorire lo sviluppo delle potenzialità di ciascuno, attraverso un apprendimento molto articolato in modo da valorizzare tutte le forme espressive degli alunni handicappati;
3.diventare la struttura più idonea per il superamento della condizione di emarginazione in cui si sono sempre trovati gli handicappati;
4.avere una funzione di prevenzione e di recupero precoce delle difficoltà che potessero ostacolare lo sviluppo psico-fisico;
5.attuare il tempo pieno, inteso come successione organica e unitaria dei diversi momenti educativi.
Il documento Falcucci, oltre a rappresentare un’autentica rivoluzione nel campo sociale, culturale e pedagogico, segnò la presa di coscienza ufficiale verso i problemi educativi dei soggetti disabili da parte del Ministero che, con tempestività, emanò l’8 agosto1975 la circolare n. 227 la quale prevedeva l’inserimento, nelle sezioni della scuola materna, nelle classi comuni della scuola elementare  e media, degli alunni che presentavano particolari difficoltà di apprendimento e/o di adattamento, in quanto affetti da disturbi o difetti fisici e/o psichici.
Nello stesso anno scolastico 1975/76 i disabili incominciarono ad abbandonare le scuole speciali e le classi differenziali e vennero iscritti nelle classi normali, collocate nel proprio territorio, soprattutto laddove trovarono insegnanti particolarmente sensibili al loro problema disposti ad accoglierli.
Voi direte embeh? A che pro tutto questo?  Forse a nulla. Ma oggi, durante l’ora di educazione musicale il maestro di canto ha proposto questa canzone agli alunni e, mentre loro cantavano, sarà per deformazione professionale sarà perché la mia mente ha la brutta abitudine di andarsene a zonzo, non ho potuto fare a meno di associare questo "pulcino zoppo" a tutti quei soggetti diversabili la cui nascita procura alle famiglie molto dolore. Ogni verso, ogni rigo di quella canzone racchiude dentro un grandissimo significato e racconta, con linguaggio infantile, tre grandi verità:
1. La sensibilità tutta femminile e l’amore della mamma ( è la mamma che notando il "difetto" del pulcino si attiva affinché lo stesso non lo viva come un problema e ci riesce trovando l’alternativa: se non riesci a camminare, allora vuol dire che ballerai).
2. Il padre è quello che di solito vive, ancor più della madre, il disagio di avere un figlio "diverso" . Disagio che in questo caso riesce a superare grazie all’inventiva pratica della donna e che alla fine lo porta ad essere felice di quella nascita e ad organizzare una festa (Quante volte i genitori, i nonni, i parenti stretti si vergognano di dire, far vedere e portare in giro un bambino "menomato", ove il termine non viene usato in senso dispregiativo ma proprio per indicare che nel soggetto c’è qualcosa in meno… meno udito, meno vista, meno capacità motoria).
3. L’acquisita capacità, del pulcino, nel ballo, porta gioia in tutto il pollaio e lui viene accettato ed accolto nella comunità. Non solo, egli crea con questa sua capacità un momento di condivisione e di gioia per tutti. E’ quella "risorsa in più" che insegna a tutti come le conquiste siano possibili . Basta l’Amore, la dedizione e la collaborazione.
Se si perde loro – i ragazzi più difficili – la scuola non è più scuola. E’ un ospedale che cura
 i sani  e respinge i malati.(Don Lorenzo  Milani, Lettera a una professoressa)

Bella canzone, davvero. Si potrebbe farne l’inno dei diversabili. Che ne dite?

Pubblicato in: Di tutto un po'

Digitalart


Da un po’ di tempo mi sto appassionando all’arte digitale. Nel creare da me disegni e quant’altro. Ecco i miei ultimi lavori che potrete utilizzare per le vostre creazioni di "scrapbooking" scaricandoli dal mio sito.Vi chiedo solo di rispettare le mie Tou’s (condizioni di utilizzo) per ripagarmi del lavoro e del tempo che ho dedicato per realizzarli. Grazie!