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Dove è la Chiesa oggi?


Io sono basita. A onor del vero dire basita rende ancora poco l’idea di quello che sento in questo momento in cui davvero chi è al potere ha dimostrato di essere superiore alla Legge voluta dal Popolo. Hanno stracciato la nostra Carta Costituzionale e non convincono le blande giustificazioni del nostro Capo di Stato che dice che non poteva escludere dal voto una fetta di popolazione. I politici del PDL hanno sbagliato ed è giusto che ne pagassero le conseguenze. Si dice che la Legge non ammetta ignoranza. Nessuno si può difendere dicendo non la conoscevo. Ci sono dei termini e noi tutti li rispettiamo sempre. Penso ai termini di pagamento delle notifiche delle multe, giusto per fare un esempio che se non li si paga in tempo ti arrivano raddoppiate o triplicate. Penso a quando si presentano domande per i concorsi, la mancata autenticazione o deposizione di un documento rende nulla la domanda. Quante volte, in nome della Legge ciascun cittadino medio si trova a subire ed a ingoiare? Tutti, tranne il cavaliere di Arcore!
Ma la cosa che mi lascia basita, per tornare all’inizio del discorso è il comportamneto della Chiesa di cui riporto il pezzo estratto dal sito di repubblica.it:

La questione del decreto crea anche un
piccolo caso all’interno dei vescovi. Tutto inizia in mattinata
quando viene diffusa un’intervista a monsignor Domenico Mogavero
responsabile per gli affari giuridici della Cei, realizzata prima
dell’approvazione del decreto e della firma del Capo dello Stato.
Le parole del prepalto fanno rumore oerché il riferimento alla
vicenda è palese: "Cambiare le regole del gioco mentre il gioco è
già in atto è altamente scorretto, perchè si legittima ogni
intervento arbitrario con la motivazione che ragioni più o meno
intrinseche o pertinenti mettono un gioco un valore. Le regole sono
a garanzia e a tutela di tutti". Affermazioni che il vescovo
ribadisce, podo dopo, all’Ansa: "Un brutto precedente, frutto di un
atteggiamento arrogante della maggioranza che ha preteso di
aggiustare tutto senza riconoscere le proprie responsabilità
".




Affermzioni pesanti verso il governo. Che, una nota della Cei cerca
di ridimensionare poco dopo: "Le questioni di procedura elettorale
hanno natura squisitamente tecnico-giuridica ed hanno assunto nelle
vicende degli ultimi giorni ricadute di tipo politico ed
istituzionale. Considerata questa connotazione la Cei non ha
espresso e non ritiene di dover esprimere valutazioni al riguardo".

Adesso visto il comportamento dei prelati che stanno come le meretrici sul marciapiede mi chiedo:
Si meravigliano ancora se molta gente abbandona questa confessione religiosa? Se l’incremento degli alunni che non si avvalgono dell’insegnamento della religione nelle scuole continua ad aumentare? Se le chiese sono sempre più deserte?
Se almeno loro fossero garanti [come dovrebbero essere] ed esempio di GIUSTIZIA e di Coerenza!