Pubblicato in: Notizie e politica

Le scimmiette indottrinate


Ecco il "Mattinale" del Pdl
Le notizie a misura di Silvio

Un fascicolo che arriva via
e-mail ai maggiorenti del partito detta la linea del giorno che poi sarà
ribadita in tv dai vari Cicchitto, Capezzone, Gasparri e Lupi. Un mix
tra velina e catechismo berlusconiano

di FILIPPO CECCARELLI

Ecco il "Mattinale" del Pdl  Le notizie a misura di 
Silvio

Frontespizio del Mattinale n.124 del
25 giugno, con titoli sul G8 e le tasse

QUANDO il presidente Berlusconi
se la prende con i giornali, o quando auspica uno sciopero dei lettori,
non è dato di sapere che tipo di informazione precisamente egli
vorrebbe.

Da questo punto di vista, anche se non si tratta di un
vero e proprio notiziario, né di un normale foglio d’agenzia come ne
circolano da mezzo secolo nella politica italiana, Il Mattinale,
e cioè il catechismo elaborato ogni giorno attorno a un tavolo di
Palazzo Grazioli con la supervisione del sottosegretario-portavoce
Bonaiuti e poi fatto pervenire in via più o meno riservata per dettare
la linea alla nomenklatura del Pdl, è di certo un documento prezioso.

Nel
senso che basta scorrerne titoli e sommari per capire che cosa il
Cavaliere si aspetterebbe dai mezzi d’informazione e intanto si
accontenta di leggere grazie a un gruppo di giovani promesse assistito
da pensionati di grande esperienza. E quindi, giorno dopo giorno:
"Governo, chiarezza e coesione", "G8: L’Italia, da protagonista", "Un
biennio di cose fatte", "L’invidia ci insegue, la vinciamo", "I sondaggi
rafforzano il premier", "Le aziende vedono la ripresa", "Le stime
sorridono all’Italia", "Manovra necessaria. Per i giovani", "Il processo
breve è un bene per tutti", "Palazzo Chigi difende il lavoro",
"Esportazioni, crescita record", "I conti nella giusta direzione",
"L’Europa deve ringraziare l’Italia", "Abbiamo un leader che decide",
"Tranquilli, il popolo è con noi".
La
tranquillità del berlusconismo pedagogico sembra in effetti più che
garantita, almeno sul Mattinale. L’altro giorno, partendo dalla
battuta sullo sciopero dei lettori, battuta su cui perfino Vittorio
Feltri ha avuto a che ridire, una nota teorizzava con invidiabile nitore
che nel paese, ben lungi dai pericoli che corre la libertà di stampa,
vige in realtà "una licenza senza limiti di creare i fatti per poterli
criticare", cosa ritenuta evidentemente incompatibile con la democrazia.

Sono
venti cartelle, una in più una in meno, che arrivano via mail nel primo
pomeriggio. La confezione è sobria, gli errori di stampa meritoriamente
rarissimi, lo stile è freddo, grigio-istituzionale e senza svolazzi a
parte le inconsapevoli scivolate tipo "Se Obama si comporta come
Berlusconi" (ma c’è anche "Se Obama la pensa come Tremonti"). La varietà
degli argomenti è ridotta; l’anonimato prevale su alcuni interventi
riservati ai peones che si producono nel rito celebrativo dell’invocatio
nominis
del Cavaliere e del suo "capolavoro". Ma con le debite
approssimazioni si potrebbe anche sostenere che formula curiosamente
pre-televisiva fa de Il Mattinale l’epigono delle
raccomandazioni del Minculpop, ma anche del Quaderno dell’attivista
Pci anni cinquanta. Se tale ascendenza suona eccessiva, con maggiore
sicurezza si potrebbe documentare che la celebre Velina di Vittorio
Orefice, che del potere democristiano esprimeva le premesse simboliche e
cognitive ai tempi della Prima Repubblica, figura al confronto un
monumento al pluralismo e allo spirito critico.

"Magistratura
superbia e pretese", "Gradimento, Silvio meglio di tutti", "Il vero
Caimano è Veltroni", "Il modello Italia è vincente", "L’Italia vuole la
separazione delle carriere", "Manovra: gli imprenditori applaudono",
"Manovra promossa a pieni voti", "Una manovra da paese forte", "Dopo la
manovra strada in discesa", "Dall’opposizione confusione e demagogia",
"Governo efficienza e consenso". Abbastanza spassose, almeno per gli
addetti ai lavori, sono anche le arrampicate sugli specchi che a Palazzo
Grazioli compiono per aggiustare le frequenti gaffe e dare un senso
alle periodiche improvvisazioni del presidentissimo. Così come, con il
senno di poi, desta un amaro sorriso l’intervento che una preveggente
mano ha intitolato: "Scajola: siamo la democrazia del fare".

Ma
poi, a lungo andare, il buonumore s’infrange dinanzi al grado zero della
semplificazione manichea, senza alcuno scrupolo articolata nella
ripartizione "noi-loro". Noi buoni, s’intende, e loro cattivi. "Noi
tuteliamo gli elettori, loro frenano la democrazia", "Noi aperti al
confronti, loro profeti del tanto peggio", "Noi consapevoli delle
priorità, loro sconfessati dal Colle". E’ qui che, pur coscienti di come
la politica sia un giochetto anche cattivo, si coglie l’ombra della sua
negazione. In questo senso Il Mattinale assomiglia a una
piccola antologia di totalitarismo in erba. O perlomeno il sogno di chi
non solo non vuole, ma nemmeno concepisce che gli si possa dare torto.

http://www.repubblica.it/politica/2010/07/01/news/ecco_il_mattinale_del_pdl_le_notizie_a_misura_di_silvio-5294296/?ref=HREA-1