Pubblicato in: Di tutto un po'

Buon Natale (del Sole Invitto)


E’  il titolo dell’articolo che ho letto oggi su repubblica.it a firma di Odifreddi

Ognuno ha le credenze che vuole. Chi crede nel volo degli asini, chi si appella alla Dea ragione, chi alla religione e chi alla  Fede. E c’è chi chiama Fede la superstizione o viceversa.

C’è chi contempla il mondo dalla finestra, chi si limita a guardarlo in uno specchio: tutti convinti che quello che vedono sia la sola Verità.

Oggi viviamo in un mondo in cui più che le idee contano le amicizie e la capacità di “vendersi”.

Eppure al di là dei falsi miti, al di là dei ragionamenti e delle scoperte scientifiche, di verità basate su calcoli e numeri, io, che non possiedo titoli se non quelli che mi ritrovo per “nascita”, so che ci sono altre verità. Ma la mia verità non ha valore, oggi.

Nel mondo contemporaneo, abituato a contare con l’abaco ed a scrivere con l’abbecedario la mia parola è lettera morta.

Questo soliloquio è per dire che ringrazio l’autore per le sue dissertazioni culturali (cose che  chi ha studiato un po’ di storia della religioni conosce bene) ma prendo le distanze dalle sue conclusioni. Troppo facilone e sbrigative, a mio parere.

E lo faccio con le parole di un grande scrittore, K. Gibran:

… Un pizzico di sapienza messa in pratica vale infinitamente più di una grande sapienza che se ne stia in ozio.

Se la tua sapienza non t’insegna il valore delle cose, e non ti libera delle catene della materia, non ti avvicinerai mai al trono della Verità.

Se la tua sapienza non t’insegna a sollevarti al di sopra dell’umana debolezza e miseria e a condurre gli altri uomini sul giusto cammino, sei un uomo di ben poco valore, e tale rimarrai fino al giorno del Giudizio.

Impara le parole di saggezza pronunciate dal savio e applicale nella tua vita. Vivile, ma non recitarle per far bella figura, perché chi ripete ciò che non capisce non è da più di un asino carico di libri.

(Kahlil Gibran – La voce del Maestro)