Ho appena scritto al Presidente della Camera, Gianfranco Fini, su invito di un movimento di Facebook contro la Finanziaria…
Ecco il testo:
Egregio Presidente della Camera, ci sono momenti in cui “rigurgiti di dignità” rinvigoriscono la speranza che qualcosa … qualcuno c’è che rema contro. Peccato che siano attimi, così fugaci che non fai in tempo a svegliarti dal sonno per renderti conto che o tu sei un’aliena o sei governata da alieni. Tralasciamo le varie ingiustizie di “uguaglianza” tra i cittadini di uno Stato che si definisce, demagogicamente, Democratico… Di quella democrazia che dice: ” Dividiamo in parti uguali. Questo è mio e questo… è pure mio”… Lasciamo stare l’inciviltà del popolo legista e degli innumerevoli atti di incostituzionalità e di vilipendio, nonché di oltraggio alla Stato che impunemente compiono ogni giorno. Sorvoliamo sugli innumerevoli “indiziati di reato” che con tracotanza si siedono sugli scranni di Montecitorio e di Palazzo Madama… Ma come si fa a sorvolare su una finanziaria che ormai ci sta riducendo in… mutande?( mi consenta l’eufemismo un po’ volgare… Può, forse, ancora andare bene se a pronunciarlo è una giovane donzella… non certo una signora della mia età… Ma sono davvero indignata). Serve a poco sentire che la Merkel ha applaudito a questo capestro… Mi viene da dire: Si vede che non lo deve portare lei sulle spalle e nemmeno i suoi figli…
Io il 6 Agosto aderirò al 1 sciopero on-line (arrivo qui da Facebook)… Non so a cosa servirà, visto che ci sono stati scioperi ben più eclatanti di questo e sono passati in sordina. Un po’ come il Paese dei balocchi, tutti ne parlano ma nessuno che sappia dire dove sia… Però io una mezza idea ce l’avrei: L’Italia è il Paese dei Balocchi…
Un po’ come quei casinò dove i giocatori giocano ed i PADRONI li osservano da una stanza segreta, pigiando i bottoni a loro piacimento…
Non so perché Le scrivo. Ubbidendo a quella logica dell’irrazionale che ti fa tentare il tutto e per tutto pur di far sentire a qualcuno la tua voce. Per avere, anche per un solo istante, la consapevolezza di dire: Io ci sono, io esisto, confusa tra milioni di altre facce, con la voce che si amalgama a tante altre voci… ci sono, signor Presidente., e voglio dire a qualcuno che “conta” che sono davvero arrabbiata e non ho più voglia di ingurgitare cicuta… In fondo non sono Socrate…
Con questo la saluto, probabilmente questa e-mail verrà letta dal Suo segretario… o dal segretario del segretario… Spero solo che almeno per un istante sia riuscita a catturare l’attenzione di qualcuno che vive nelle stanze dei Palazzi…
Chissà se qualcuno risponderà? Staremo a vedere…