Pubblicato in: Di tutto un po'

Quando internet diventa peggio della televisione


manipolazioneCondivido questo pensiero perché è già da un po’ di tempo (giusto un paio di mesi) che ci rifletto e poi perché anche io mi sono trovata nella stessa condizione. Quella di dire: Basta… stacco la spina e devo ammettere che sono sopravvissuta, nonostante tutto… ma poi ne ho sentito la mancanza. La voglia di sentire tante voci,di leggere tanti pensieri. A volte banali, a volte puerili a volte bellissimi che mi arricchiscono e mi fanno prendere coscienza di quanto piccola cosa io sia… e così eccomi qui. Vado, vengo… mi alzo e ritorno. Alla fine Internet è una solenne sbronza…
*** La settimana scorsa, per la prima volta da quando ho avuto accesso ad internet (correva l’anno 1998), mi ha preso un senso d’odio e repulsione verso questo mezzo. Da nativo digitale, non ne potevo più del virtuale e dei suoi ritmi, della sua sordida dittatura della fretta, della sintesi e del fugace “like” oramai divenuto addirittura un metro di giudizio esistenziale.

Per ore mi hanno preso angoscia, depressione e nausea. Poi l’amore è tornato ma il litigio è stato furioso quanto spero fruttuoso. Dopo aver parlato in più occasioni della nuova “super-profilazione” degli utenti imposta da google, facebook, twitter e quindi sia dal web 1.0 che da quello 2.0, mi è venuta in mente una riflessione provocatoria: e se troppi di noi, intendo quelli che compongono “la maggioranza”, la massa; quella alla quale il mercato si adegua e che al contempo il mercato tenta di plasmare, stessero cominciando ad utilizzare il web ed in particolare i sociale come una sorta di vecchio media con possibilità di esternazione narcisistica vuota ed incontrollata?

A parte il tecnoutopismo grillino che da sempre trovo sia ridicolo che pericoloso ed illusorio, è possibile che oramai imperi incontrastata la regola: esprimersi e dire la propria è più importante di studiare e capire? Abbiamo eretto questo Totem, che poi è divenuto feticcio, scambiando il mezzo per fine e cominciando a fruire di internet in una maniera sempre più simile ad un telespettatore. La differenza? Abbiamo un tastino per il mi piace e la possibilità di scrivere pensieri non troppo complessi e possibilmente urlati (che sennò nessuno li legge). Qui se Emilio Fede ci fa schifo possiamo scriverlo in real time. Ma poi? Sul serio la rete è l’inizio e la fine del “nuovo mondo”? Sul serio non abbiamo più bisogno di studiare oltre wikipedia e guardare oltre youtube? Io non credo e, anzi, credo che internet nasconda tranelli e pericoli potenzialmente più pericolosi della tv. Del resto, uno scemo messo davanti ad uno schermo potrà credere cose non vere e farsi manipolare. Uno scemo lasciato libero di navigare, potrà convincersi di essere più sveglio degli altri e farsi manipolare ancora di più.

Ecco, il mio terrore: e se stessimo creando una generazione di spocchiosetti isterico-narcisisti che si sentono in dovere di dire la propria su ogni aspetto dello scibile umano (poiché sia scritto e presentato con toni e contenuti nazionalpopolari)? Se stessimo favorendo una sordida omologazione di massa che spinge verso la semplificazione e la rarefazione dei rapporti umani, intellettuali e culturali? Precisiamo: il problema non è certo internet, non occorro folli quanto inapplicabili leggi per “moderarlo” o ancor peggio controllarlo. Il problema, ancora una volta, è l’uso che se ne fa. L’illusione d’onniscienza è pericolosa; inverte il famoso e saggio principio socratico, creando eserciti di ignoranti convinti di sapere tutto o quasi. Persuasi di poter comprendere ogni cosa senza aprire un libro, consultare una biblioteca, confrontari con gli esperti del settore. Gente convinta di poter apprendere in un lampo ed insegnare con ancora meno sforzo. Gente che fonda la propria auto-valutazione in base al numero di “mi piace” ricevuti ad una frase di due righe (giuro che ne incontrati tantissimi). La facilità di accesso alle informazioni e all’interazione che si trasforma in illusione di cultura facile, la trovo molto deleteria. Il web, non c’è nemmeno bisogno di dirlo, deve rimanere libero ed anarchico. Devono evolversi le persone che lo utilizzano capendo che, il fine, resta e resterà sempre l’uomo con la sua capacità di analisi e di critica. Gettarsi nella rete senza possedere i mezzi intellettuali e culturali adatti, può generare più danni dell’esposizione alla tanto odiata televisione. Ci dicono che possiamo pensare ciò che vogliamo, che siamo liberi di esprimerci in ogni modo; senza freni. Poi però ci ossessionano e bombardano di “suggerimenti” verso strade percorse da sempre più persone. La libertà totale è un grande inganno, anticamera della reclusione mentale ed esistenziale. Questo, almeno, dal mio notoriamente poco umile punto di vista.*** [Germano Milite – http://www.you-ng.it/index.php?option=com_easyblog&view=entry&id=2902&Itemid=89&fb_action_ids=10151132385784732&fb_action_types=og.likes&fb_source=aggregation&fb_aggregation_id=288381481237582%5D

Autore:

Docente di Scuola Primaria, specializzata sul Sostegno, ha conseguito il diploma di Counsellor Scolastico (Iscritta al CNCP), si interessa di: Istruzione. Costume e Società. Politica e Religione. Arte e Letteratura. Web e multimedialità. Inseguendo una chimera… Acqua, Vento e Nuvola

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