L’ITALIA è come un CONDOMINIO… Parlare di NUOVO nella Politica è come sentire una donna parlare di MODA. Dura una stagione. Passa in fretta. (Freccero)
Sono d’accordo. E’ quello che sostengo da tempo inimicandomi molta gente. Non è la faccia, lo stemma, lo slogan che rendono un Paese un Bello e BUON PAESE. E’ la capacità di sviluppare quello che c’è all’interno per migliorarlo e migliorare. In fondo cos’è la Politica, o meglio, chi sono, o dovrebbero essere i Politici, se non individui che sappiano gestire l’amministrazione dello Stato per conto ed a servizio dei cittadini? Non è il “cambio” di guardia che modifica, non è il leader di turno, che operano il cambiamento se non si ha la capacità di “sviluppare”, “potenziare”, “consolidare” quello che di buono c’è già. Non bisogna sfasciare per ricostruire ma, come ogni buon studente sa, rivedere, correggere e perfezionare quello che già è stato fatto. Ad esempio non è cambiando la Costituzione che farò uscire il Paese dalla depressione socio-economica. Non è dire sempre e solo NO che opero il cambiamento, che esco dall’impasse in cui mi trovo. L’Italia è come un bambino “diversamente abile”. Perché agire sulla disabilità invece di potenziare e sviluppare le parti “buone e funzionanti” per renderli “altamente funzionanti” in modo da “superare” la barriera della disabilità?
Abbiamo fabbriche abbandonate. Esercizi commerciali chiusi. Manodopera in esubero che è il peggior ammortizzatore sociale. Abbiamo scuole, ospedali, strutture nel terziario fatiscienti. Abbiamo ettari ed ettari di terreno abbandonato, ed ora che arriva l’estate riavremo gli incendi (quando ci costa ogni anno domare un incendio? Quanto sperpero di denaro pubblico che potrebbe essere impiegato bene ed altrove?).
Allora, sentite a me, smettetela con le liti da condominio, smettetela di criticare e lavorate. Lavoriamo tutti! Perché tutto è possibile all’UOMO di BUONA VOLONTA!
Giorno: 21 giugno 2013
La cattiveria
Una mia amica ha condiviso sul suo diario di FB un immagine con la scritta:
– “Avrò tanti difetti ma la cattiveria non mi appartiene”.
Ho commentato dicendo che invece a me appartiene anche la cattiveria. Divento cattiva quando vengono feriti, calpestati e umiliati i miei sentimenti. Quando si fa violenza ai miei pensieri. Divento, “volontariamente”, cattiva solo quando, a farmi male, ci pensano le persone a cui voglio più bene. Quelli che mi sono più vicini. Perché da loro mi aspetto che mi conoscano nel profondo. Se mi feriscono da farmi stare male è perché mi sono sbagliata sul loro conto, ho sbagliato nel dar loro la mia fiducia, ho sbagliato nel credere che potessero essere come me. Guardare le cose nella stessa maniera in cui le guardo io, senza secondi fini, senza scopi nascosti. O, forse, ho preteso troppo da loro ma loro hanno preteso troppo da me. Gli altri, di coloro che conosco di “straforo”, poco mi tange se anche mi insultano o offendono.
Domanda al signor Travaglio
Caro Marco Travaglio, con tutto il rispetto che possa avere per lei e per la professione che esercita, mi vuole spiegare una cosa, lei che è così bravo ed esperto? La sto seguendo su La7, ad 8 e mezzo e devo dire che le sue semplicistiche affermazioni mi lasciano basita. Posso aspettarmeli da un grillino medio, ma non da una persona che si fregia di fare giornalismo. Lei afferma: Grillo fa quello che TUTTI gli altri partiti fanno, ESPELLONO!
Bene, fin qui ci siamo, quello che voglio sapere da lei e dalla sua alta competenza giornalistica è: Mi spiega dove è il NUOVO di Grillo se anche lui fa quello che fanno coloro che lui critica? Anche lui è “sistema, anzi un sistema con un leader come Berlusconi e Bossi… Cosa è cambiato? La faccia? Il nome? Forse se analizzasse un po’ più a fondo quello che dice, il giornalismo ne guadagnerebbe in lustro…
Io scelgo la diversità all’ amalgama
C’è un passo del Vangelo su cui mi sono soffermata sovente, trovandolo tremendamente intriso d’amore ma al contempo così profondamente difficile nell’ eseguire quanto si dice.
– In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli:
«Avete inteso che fu detto: “Amerai il tuo prossimo” e odierai il tuo nemico. Ma io vi dico: amate i vostri nemici e pregate per quelli che vi perseguitano, affinché siate figli del Padre vostro che è nei cieli; egli fa sorgere il suo sole sui cattivi e sui buoni, e fa piovere sui giusti e sugli ingiusti.
Infatti, se amate quelli che vi amano, quale ricompensa ne avete? Non fanno così anche i pubblicani? E se date il saluto soltanto ai vostri fratelli, che cosa fate di straordinario? Non fanno così anche i pagani?
(Mt 5, 43-48)
Cosa mi rende diversa dagli altri se non il fare quello che la massa non fa?