Mi viene un dubbio: A chi servono davvero i “BES”?
Siamo sicuri che nella retorica demagogica di una “scuola di qualità” questo non snatura l’intelligenza e il senso di responsabilità del singolo alunno?
Siamo sicuri che i BES facciano davvero l’interesse dell’alunno e non, invece quello di un genitore sempre più assenteista nel processo di crescita “culturale” del proprio figlio?
Siamo sicuri che davvero si va verso una generazione di “choosie” che non riescono ad attivare, senza sudare, i loro neuroni?
Siamo sicuri che non stiamo formando una generazione di persone “non pensanti”?
Siamo sicuri, soprattutto, che è questo che vogliono i ragazzi?
Siamo sicuri che chiedono davvero di essere nutriti ancora col biberon o imboccati col cucchiaino?
Di fronte a tutte queste carte burocratiche io chiedo a loro, ai giovani: Reagite se avete un po’ di orgoglio e non fatevi trattare tutti come “handicappati”.
Ricordatevi, come diceva Canevaro ai suoi tempi d’oro, quando si batteva per il sostegno: Da una parte c’è la disabilità, dall’altra c’è una società che genera l’handicap quando per falso pietismo si deresponsabilizza.
E’ vergognoso deresponsabilizzare genitori e studenti dal loro processo di crescita. Si corre davvero il rischio di “atrofizzare” le capacità intellettive del singolo.