Riflettevo sulla definitiva sentenza per Dell’Utri su quanto la politica berlusconiana ha nuociuto alla Giustizia Italiana.
Dal 1994, da quando Berlusconi è entrato con prepotenza negli scranni del Potere Politico, abbiamo assistito tra l’indifferenza e l’indignazione ai suoi continui attacchi al Terzo Potere dello stato, quello Giudiziario.
Quell’individuo, attraverso tutti i mezzi di comunicazione di massa di cui era proprietario, ha lobotizzato la mente del 60% degli italiani a favore di suoi lecchini e “uomini di fiducia” che ha messo nei punti strategici del Potere. Ha perpetrato con meticolosa astuzia una campagna mediatica che, da un lato, ha svilito, depotenziato, destabilizzato la legalità nel Paese, dall’altra l’ha dato in mano alla peggior specie di criminalità organizzata della nostra storia: La Mafia.
Nel gioco dei corrotti e dei corruttibili lui stesso è finito vittima del suo stesso inganno diventando da “ricattatore”, “ricattato”… (vedi lo scandalo delle Olgettine, con uno stipendio mensile di 2,500,00 euro o i cinquemilioni(?) di Ruby Rubacuori).
Potrei anche sorvolare su tutto questo se non fosse che tracimando giornalmente la credibilità dei Giudici ha rallentato il corso stesso della Giustizia nel nostro Paese portandolo a un livello di illegalità tale che secondo me siamo secondi solo al Burundi, eufemisticamente parlando.
Inoltre, questo ha “deviato” l’attenzione degli italiani che invece di aiutare i Giudici nel loro lavoro hanno iniziato a giudicare anche loro. Con la spiacevole sensazione, avvertita da me, che siamo diventati tutti bravi “Giudici” condannando qualunque cosa si muova. Il desiderio di legalità e di giustizia ha spostato l’attenzione dall’aula dei tribunali alle riviste ed ai social network.
Questo ha ulteriormente danneggiato il Paese gettandolo in pasto alla demagogia e al primo arrivato che parla senza essersi prima informato. Ormai il costume è questo: Prima si parla e poi si va a vedere se ho ragione o torto. Una volta era il contrario. Anzi, quanto maggiormente si aveva ragione, maggiormente si andava avanti senza abbassarsi a replicare. Oggi no, è un lusso che non puoi concederti. Pena la divulgazione di bufale e bufale e bufale…
//N.B. Non sono una giornalista e quindi questo mio pensiero non costituisce nessuna denuncia ma solo una mia considerazione personale visto che, dicono, siamo in democrazia (dove vige la libertà di pensiero e di parola), sui fatti italiani. Chi vuole può smentirmi o confermarmi nelle mie riflessioni. Grazie!