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L’uragano Forchielli or the Great Warrior


Immaginate di aver trascorso la giornata intera a sfaccendare per casa. Immaginate di dover preparare una festa a sorpresa a cui parteciperanno circa 15 persone. Immaginate che dopo esservi preparate ed aver indossato delle comode e pratiche ballerine nere gli uomini di casa ti dicano: No, quel vestito sta molto meglio con un paio di scarpe coi tacchi. Immaginate di non saper dire di no ai suddetti uomini di casa e di accontentarli trovandovi a dover caracollare sui tacchi per il modico tempo di 5 ore, quando alla fine esausta ti dici:” Andate a quel paese”, e ti rinfili le comodissime ballerine. Immaginate che però quelle cinque ore sono state sufficienti per mettere in circolazione, nel vostro tessuto muscolare, l’acido lattico e immaginate di svegliarvi la mattina come dopo il primo giorno di palestra. Immaginate di trascorrere la notte con notifiche di email a cui non potete non rispondere. E dopo aver immaginato tutto questo continuate a farlo fino al pomeriggio, Quando, dopo aver pranzato, vi abbandonate sul letto e sprofondate in un sonno profondo per essere svegliati di soprassalto dallo squillo del cellulare. Con un occhio aperto e l’altro chiuso realizzate chi c’è dall’altra parte della linea solo perché vedete l’immagine, e immaginate di non avere il tempo di dire: “Sei tu!”, che una inconfondibile voce, con l’accento bolognese, dall’altra parte inizia a urlare:
– “Hai visto? Dico, ti rendi conto? Hanno trovato il coraggio! Adesso hanno trovato coraggio. Dovevo parlare io per farli uscire fuori a sta gente!”
La voce agitata è una via di mezzo tra l’euforia e la rabbia. Nonostante i miei neuroni siano mezzo addormentati sentire Alberto in quello stato mi intimorisce e non riesco nemmeno a fiatare mentre lui continua:
– “Finalmente qualcosa si muova anche lì da Voi. Ci hanno messo un po’, dici che l’hanno capito? Hai letto cosa ha detto l’Assessore?”
A quel punto realizzo di cosa sta parlando. Dell’ultimo episodio successo a Prato e dell’intervento dell’Assessore all’Integrazione del suddetto Comune il quale ha dichiarato che interromperanno i rapporti col Consolato Cinese se non si decideranno a collaborare. Mi metto seduta sul letto e cerco di farfugliare qualcosa a un imbestialito Forchielli.
Balbettando gli dico:
– Lo sai come siamo fatti noi italiani…
Non l’avessi mai detto, inizia a urlare, bloccando anche il pensiero:
-“Basta, sono stanco, stanco di sentire come siamo fatti. Questa storia deve finire! Io sono qui a Shangai con…. e fa il nome di un altro personaggio famoso e conosciutissimo a livello internazionale. Siamo stati a Pechino e ci dobbiamo tornare la settimana prossima e sto lottando per Voi, perché ci possa essere un futuro migliore per i nostri giovani e vengo a sapere questa cosa qui. Ti rendi conto? Questa è davvero una bellissima notizia. Finalmente qualcuno si muove! Ma possibile che se io non avessi parlato lì le cose continuavano ad andare come sempre?
Dico, timidamente: – Si, Alberto, me ne rendo conto. Qualcosa si muove… ma perché urli con me? Non sono mica Alino Milan, io?
Ma parlare con Alberto, l’ho imparato in questo anno e più che lo seguo, è come dire all’Etna di smettere di sputare lava… Infatti mi interrompe.
– Bene, adesso ti devo lasciare qui sono le 9.00 di sera ed io ho ancora molto lavoro da fare…
Ecco questo è l’uragano Forchielli. Un uomo così combattivo, così determinato. Un Uomo convinto che in questo mondo si viene per portare a termine, ciascuno di noi, una missione. Lui ha abbracciato quella della lotta alla criminalità cinese che vuole infiltrarsi nel nostro Paese e che già lo sta facendo in combutta con la nostra malavita organizzata.
La sua è la guerra del Buono contro il cattivo. Dell’ Onestà e della Legalità contro la Triade Cinese e la Mafia Italiana.
Ora capite perché non si può fare a meno di ammirare e seguire questo “Great Warrior”? Capite perché non possiamo lasciarlo solo in questa battaglia?