Ieri, parlando con Alberto Forchielli sono venuta a conoscenza di un articolo interessante. La Corea del Nord apre al turismo! Direte che ci frega a noi specialmente adesso che stiamo a litigare tra chi ha vinto e chi ha perso? Ecco, nulla se non la conferma che un corpo diviso in se stesso è destinato a morire nel più perfetto stile karakiri. Come accade in quella striscia di terra in cui una fa la parte del leone e l’altra della pecora. Quella che urla di più è quella che fa più la fame. Quella dove la popolazione è divisa in caste e dove il potere è nelle mani di pochi che oltre ad arricchirsi pensano a sviluppare il nucleare. Per anni la Corea del Nord si è chiusa al mondo, rifiutando qualunque tipo di ingerenza nel suo territorio. Quelle volte che ha aperto le sue frontiere è stato solo nei momenti di bisogno (carestia e inondazioni). Quello che ha di singolare la notizia, a parte questa apertura verso la Cina è la “motivazione” che ha portato questo Paese ad aprire le porte al turismo. Cioé l’idea di aumentare le riserve di valuta estera… Ecco a cosa serve l’industria del turismo. Un industria che noi abbiamo gettato alle ortiche. Litighiamo..litighiamo invece di sederci e vedere cosa fare….
Qui l’articolo:
http://www.stratfor.com/sample/analysis/reflections-pyongyang