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Servizi Pubblici


latrina_4I servizi pubblici NON sono i “bagni”, le famose latrine dei romani, quelli che avevano gli scarichi a cielo aperto. Nè i bagni in senso esteso dove, sempre i romani, andavano a lavarsi. Sarà per questo che oggi gli italiani non hanno nessun rispetto per i due maggiori servizi sociali, la Scuola e gli Ospedali e riservano loro lo stesso rispetto che hanno per le latrine pubbliche?

Se gli italiani non comprendono che lottare per la Sanità e l’Istruzione è un loro inalienabile DIRITTO/DOVERE in quanto Istruzione e Sanità sono di tutti e non soltanto di chi ci lavora. Se non capiscono che danneggiare, mortificare, neutralizzare, tagliare le gambe alla Scuola e alla Sanità è un problema che riguarda tutti da 0 a 100 anni (dio volendo che ci arriviate) allora, poi, non lamentatevi se abbiamo i peggiori servizi, la peggiore inefficienza, la catastrofica amministrazione locale, provinciale, regionale, statale.

Tutto quello che di brutto c’è è colpa di tutti quanti VOI.

Di voi che “vi tagliate fuori” dal sistema tranne poi picconarlo. Di voi che quando i docenti scendono in Piazza pensate che siamo insoddisfatti e che dovremmo ringarziarVi … di cosa ancora non l’ho capito, magari se qualcuno ha la pazienza di spiegarmelo lo ascolterò con molto interesse. Grazie!
[‪#‎AngeliKaMente‬ socialpolitic]

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Scuola tra entusiasmo e indifferenza


scuola_disegnoFra qualche giorno rientreremo in classe. Ritroveremo i nostri alunni. Partiremo carichi di aspettative e di entusiasmo, rigenerati dalla pausa estiva. Aspettative ed entusiasmi che si andranno sgretolando giorno dopo giorno nel corso dell’anno per molti motivi.
1. Rendersi conto che nonostante le energie profuse i ragazzi a casa sono abbandonati a loro stessi e le loro energie veicolate sulle palestre, i campi di basket e di calcio, la play station, il computer e la TV a discapito di un approfondimento delle discipline e degli argomenti studiati in classe.
2. Vedere come i genitori deleghino alla scuola il ruolo di educatore e formatore disattendendo loro, per primi, il loro compito di “educare i figli”.
3. Prendere coscienza che si è sempre più soli a gestire il tutto (genitori, alunni)
4. Constatare come anche il rapporto tra colleghi sia all’origine di tensioni interne che inficiano la serenità nell’ambiente di lavoro.
5. Rivalità, gelosie, invidie complessi di superiorità e/o di inferiorità minano alla base e spingono in basso, più che in alto, la qualità della scuola generando nei docenti la sindrome da burnout.
6. Mobbing e stalking esistono in ogni ambiente di lavoro ma diventano intollerabili in quello della Scuola che dovrebbe invece essere portatrice di quel valore che si chiama: Civile Convivenza Democratica.
7. Nella scuola, come negli uffici della P.A., ci sta chi bivacca e chi si fa un mazzo così e di solito quelli che bivaccano sono quelli che si sentono con le spalle coperte (figlia/o di… amica/o di…), quelli che vengono a scuola perché a casa si annoiano in quanto hanno la cameriera che pensa a tutto. Sono quelli che alle tue rimostranze fanno finta di non sentirti e ti girano le spalle o ti ignorano platealmente.
8. Il logorio quotidiano del cercare l’ unico bidello che ti sorvegli la classe per andare in bagno… altrimenti te la trattieni col rischio di farti insorgere la cistite.
9. La sostituzione delle colleghe assenti, quel dover fare da tappa buchi nelle classi quando magari pregustavi già un breve break per recuperare forze e rilassare la mente.
Questi sono solo alcuni dei problemi che emergono durante la nostra giornata e che noi docenti dobbiamo affrontare da SOLI. Sono i problemi con cui facciamo i conti quotidianamente e giorno dopo giorno sentiamo che le nostre forze scemano. Il nostro entusiasmo si smorza fino a morire e si arriva alla fine dell’anno con un solo pensiero in testa: Scappare.
Scappare dall’ indifferenza della società, dello stato, dalla scuola per tornare a respirare liberamente. Liberamente si, perché ci sono giorni in cui si è in apnea.
Buon anno a tutti…