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I giovani e noi…


Non dite ai giovani: Scendete per strada e lottate per il vostro futuro se poi dite loro che l’Italia è un Paese senza speranza, destinato a morire e di morte lenta ma inevitabile.
imagesNon prendetevela con Loro se non protestano per il loro futuro se poi dall’altro lato gli dite: Andatevene, lasciate il Paese. Emigrate.
Una delle tante cose che mi hanno insegnato è che ai bambini, ai ragazzi (e lo dice anche il Maestro) non bisogna dire “NI”… cioè oggi no e domani si, su una medesima questione. Imparate a dire NO e Si… ma il vostro NO che sia NO e così il vostro Si. Se voi continuerete a dir eloro NI li disorientate. Li mandate fuori strada, allo sbando. I ragazzi sono in crescita ed hanno bisogno di punti fermi e questi punti fermi sono la Famiglia in primis, poi gli educatori e infine lo Stato. Sono andata in ordine dal più piccolo al più grande in quanto l’individuo vive prima il piccolo gruppo, così come è nella sua natura egotica, in un mondo tutto concentrato su se stesso e che gira intorno a se stesso. Poi esce di casa. E’ come l’uomo della caverna. Esce dal suo ego e inizia a incontrare gli altri: i compagni, altri adulti… i docenti. Lo Stato viene dopo. Quando avendo equilibrato il suo sé con “ESSI” vive la pienezza della sua autoconsapevolezza.

Non amo avere ragione quando guardo ai ragazzi per strada. Quando mi siedo tra i banchi coi miei bambini e li osservo da vicino. Quando mi abbasso al loro livello e li guardo negli occhi e sento che sto tradendo la loro fiducia nei miei confronti, noi li stiamo tradendo. Forse sarebbe meglio non farli nascere. Loro ne hanno tanta di fiducia e di aspettativa verso il mondo e la vita. Noi cosa diamo loro? Demagogia e tanti inutili bla bla bla… Sono stanca di leggere sempre e solo polemica. Siamo ridotti come la torre di Babele. Dio confuse loro le lingue ed essi si dispersero…