Pubblicato in: Notizie e politica, Riflessioni personali

Tra defenestrazione e abdicazione?


casus_belli__der_fenstersturz__prague__23_may_1618_by_fritzvicari-d5vcujpFai che Grillo si è finalmente reso conto, meglio tardi che mai, che tra il dire e il fare c’è di mezzo il mare?
Sembra che il Re voglia abdicare. Non lo biasimo, lo capisco ed ha la mia massima comprensione. L’arte del “buon Governo” non la si impara scrivendo su un blog o facendo le gags da cabaret. Il buon Governo non fa connubio con “populismo”. Un Buon Governo esige “Responsabilità e Partecipazione alla vita Sociale a 360°” e, come ho sempre sostenuto, non era cosa di Grillo né degli “improvvisati” grillini…
Il Tempo è il Giudice migliore… Intanto Berlusconi pensa, per la cinquantesima volta?,  di “ristrutturare” il partito.

Poveri noi, avviati verso un inesorabile declino se non ci svegliamo e riscopriamo i valori che hanno fatto di tanti “piccoli feudi” un unico Paese: l’Italia…

Pubblicato in: Riflessioni personali, Società e Costume

Ingratitudine ed emarginazione


25799d5c90bd6139e87dee1069011ebbSe dico che l’ingratitudine è una mancanza di rispetto verso chi mi ha sostenuto, supportato, spalleggiato…  sbaglio qualcosa?
Qualcuno dice che “bannare” una persona è segno di qualche strana malattia, di una qualche forma demenziale. E’ così?
Io ho bannato una collega (e un’altra che mi è stato “chiesto” di farlo) che nelle pagine della scuola insultava tutti quanti. Mai un commento corretto e rispettoso. Sempre e solo insulti. Conoscendola di persona, sapendo che aveva problemi psicologici, ritenendo che non avrebbe cambiato e/o modificato la sua condotta sono stata costretta, mio malgrado, a bloccarla. La cosa non mi esalta e non mi inorgoglisce. Mi dispiace per la collega, immagino come si possa sentire. Mi calo nei suoi panni e comprendo quanto possa essere amara l’emarginazione sociale e dire che l’ho fatto proprio io. Io che, come docente specializzata sul sostegno, ho come finalità professionale, umana e sociale, quella di promuovere l’integrazione in ogni ambiente. Abbattere le discriminazioni e riappacificare gli animi.
Prove assurde a cui ci sottopone il Destino.
Pubblicato in: Notizie e politica, Organizzazioni, Riflessioni personali, Società e Costume

Disoccupazione e disagio: gemelli siamesi


Big Fish: 104K-312-003 Tallassee, Alabama, USA 2003Il disagio sociale che ormai è divenuto cronico è dovuto in larga misura all’incapacità dei nostri governanti di una “buona”  LEGGE SUL LAVORO che tuteli non solo gli imprenditori (come fa adesso) ma soprattutto i lavoratori.
Le peggiori politiche del lavoro portati avanti da Berlusconi in primis, con Maroni e i suoi Co.Co.Co. e poi con la Legge Biagi e il suo Co.Pro. hanno tagliato le speranze ai giovani e alla possibilità di progettare il loro futuro. Come si fa a sposarsi, mettere su famiglia se non si ha la certezza che potrai pagare l’affito di casa ogni mese, far fronte, mensilmente, alle bollette di Luce, Acqua, Gas e provvedere alla spesa del vitto, ai mezzi di locomozione per spostarti, all’abbigliamento, ai pannolini ed al latte in polvere?
I sindacati forse hanno molte colpe ma quanta ne è da imputare a chi ci governa? Ai vari partiti e partitini che prendono a loro carico solo gli interessi delle categorie che li rappresentano?
Qualche giorno addietro qualcuno diceva che era auspicabile che fosse esteso il contratto della P.A. anche ai privati. Apprendo, indecisa tra il riso e il pianto, che è già in essere, almeno per quel che riguarda la categoria dei “precari”.
Ho scoperto che le “agenzie del lavoro interinale” contattano i lavoratori, giovani, e stipulano con loro dei contratti a tempo determinato e poi li mandano a lavorare nelle aziende. Il contratto viene stipulato di mese in mese e…udite, udite… si interrompe in coincidenza con le festività… Con in più che i singoli lavoratori non sono tutelati nemmeno dai sindacati.
Viva il Lavoro. Viva la Giustizia sociale. Viva questa masnada di ladri al governo… e non solo quello attuale ma quello di sempre.
Pubblicato in: Notizie e politica, Riflessioni personali

Esiste in Italia il bi-polarismo?


 Le ultime elezioni in Emilia Romagna e in Calabria hanno evidenziato con tragica crudezza lo stato di salute degli italiani. Stanchi, talmente stanchi, da non aver avuto nemmeno la voglia di recarsi alle urne a votare. Di far uscire un nome degno che li possa rappresentare. Va detto, a onor del vero, che non conosco i “vincitori”, quindi non posso giudicare né la loro persona né la loro competenza in materia riguardo alla funzione che andranno a ricoprire. Questa abulia da personaggio verghiano la ritrovo a scuola. Proprio ieri, nel sostenere con grande veemenza e con molto calore le ragioni dello sciopero del 12 p.v. mi sono sentita dire da molti, scrollando le spalle: – A che serve? Quanti ne abbiamo fatti? L’unica cosa che abbiamo ottenuto è stata quella di perdere 100,00 euro. Ecco, l’italiano ormai è talmente stanco e sfiduciato in ogni azione che uno voglia intentare, che preferiscono mettersi da parte e stare a guardare. Salvo poi continuare a lamentarsi.
Detto questo la mia attenzione si è ri-svegliata nel leggere il post che ho copia-incollato scritto da Alberto Forchielli.file1303200151_29r4w300h283-articlephoto-
E torno, mio malgrado, ad occuparmi di Lui. Il nostro esperto economista, amante di geopolitica, super “curriculato” Alberto Forchielli, perché, come diceva il bravissimo Trilussa: – QUANNO CE VÒ, CE VÒ!

Quello che apprezzo nelle persone che si occupano di politica non sono i proclami con cui certa gente si mette in mostra per ottenere consenso promettendo chissà quale paradiso in terra, guidati il più delle volte da mancanza di obiettività e di un sereno giudizio critico, ma la capacità che hanno di essere pragmatici. E’ una dote che ho sempre riconosciuto ad Alberto Forchielli il quale, ancora una volta, non smentisce la mia opinione su di Lui.

Mi piace ciò che scrive, quello che dice in questo articolo. Sono d’accordissimo con lui. E’ necessario eliminare i rami morti, gli innesti sterili che oltre a non produrre assorbono risorse sottraendoli ai nuovi germogli. Non so se Renzi si stia muovendo in tal senso, ultimamente sono diventata repellente verso la politica italiana, visto che non succede mai nulla. Gli stessi discorsi che leggo in giro per il web o sento, sporadicamente in TV, sono roba trita e ritrita. Si riciclano anche le battute che la sinistra faceva alla destra . Ed a proposito di destra senz’altro Renzi sconterà con la Storia questo suo amalgama da ornitorinco, intanto mi chiedo se avrà mai il coraggio di recidere quello che suggerisce Alberto, il quale  fa un’ acuta osservazione lì dove dice:
– I paradisi fiscali nascono grazie all’esistenza degli “inferni fiscali”. –  Richiamandomi in mente quanto asseriva un filosofo secoli fa: – Noi non avremmo un’idea del Male se non avessimo un’idea di Bene. Nel senso che un concetto esiste nel momento in cui esiste anche il suo contrario. Concludo dicendo che mi è piaciuto moltissimo anche l’incipit del pezzo:
– Nelle situazioni di crisi, soprattutto lunghe e particolarmente dolorose,  come quella Italiana la rabbia dirompente per le ingiustizie che subiamo o che vediamo perpetrare a danni di altri spesso fa sì che sia la parte peggiore di noi stessi a ragionare ed agire. Questo in ogni ambito e, generalmente, in ogni cultura o impostazione culturale che dir si voglia. E spesso ci si lascia guidare, sia al voto che nella vita quotidiana, dall’istinto del momento come chi, dopo un litigio di grande portata, si trova a dover fare una scelta importante.
Solo una curiosità: – Sarà giusta la scelta che si compie? -”

Alberto Forchielli
Alberto Forchielli, Amministratore Delegato, Presidente e Consigliere di Amministrazione di Medie Imprese Italiane-Esperto nello sviluppo di affari internazionali, in particolare in Cina e in India.

“La Trappola del pensiero Bipolare #1″ *

Nelle situazioni di crisi, soprattutto lunghe e particolarmente dolore, come quella Italiana la rabbia dirompente per le ingiustizie che subiamo o che vediamo perpetrare a danni di altri spesso fa sì che sia la parte peggiore di noi stessi a ragionare ed agire. Questo in ogni ambito e, generalmente, in ogni cultura o impostazione culturale che dir si voglia. E spesso ci si lascia guidare, sia al voto che nella vita quotidiana, dall’istinto del momento come chi, dopo un litigio di grande portata, si trova a dover fare una scelta importante.
A livello macro, viaggiando molto ma anche confrontandomi spesso con tantissime persone di diversa estrazione è chiaro come il gioco delle prospettive influenzi il risultato finale.
I paradisi fiscali nascono grazie all’esistenza degli “inferni fiscali”. Alcuni di questi vivono e prosperano però non solo di minori tasse ma anche, per ricordarne alcuni, di minore burocrazia, minori costi di gestione, tempi più veloci nella risoluzione delle dispute.
Il cambio di passo è smettere di pensare secondo un modello binario, giusto o sbagliato, dove ineluttabilmente non ci sarà alcun accordo ma solo due fazioni che si combattono a furor di ideologie ma invece pensare che l’essenza dei paradisi fiscali risiede nell’incapacità dei Paesi di origine di creare delle condizioni migliori. Se la leva fiscale è complessa da toccare nel breve termine iniziamo invece a ridurre burocrazia, snellire pratiche, velocizzare e rendere certa la giustizia. Iniziamo a crescere e fare quanto dobbiamo per migliorare tutti gli indici di efficienza interni ed esterni.
La situazione in cui versiamo è cronica. L’abbiamo cronicizzata non curandola quando era il tempo di farlo e non accorgendosi che ogni malanno, curato male o affatto, non può far altro che peggiorare. Ora non possiamo far altro che iniziare a curarci, giorno dopo giorno, con le giuste ricette e i giusti rimedi e controllare, giorno dopo giorno, l’evolversi della situazione.
In concreto siamo nella foresta che una volta chiamavamo casa. Non importa da dove si inizi perché la situazione è talmente degradata che qualunque azione è meglio di non far nulla.
Una prima idea? Iniziamo a sfoltire la piantagione di tutte quelle partecipate pubbliche che forniscono servizi che nulla hanno a che fare con le amministrazioni o lo stato e tutte quelle che sono cronicamente in perdita. E i risparmi si investano in semplificazione, digitalizzazione e efficienza.”-

* Qui il pezzo originale: https://www.facebook.com/albertoforchielli/posts/578480792252347

Pubblicato in: Notizie e politica, Riflessioni personali

Corsi e ricorsi storici


sognatore-in-viaggioSono davvero preoccupata sullo stato di “conservazione” del cervello italico. La stagnazione non è solo socio-politica ma anche neuronica.
Oggi circolano su Renzi e il PD le stesse battute che una volta circolavano ma riferite a Berlusconi. Questo mi fa davvero pensare.
Siamo talmente alla fame che ricicliamo anche le battute… Mentre conferma il mio pensiero che torna a noi tutto ciò che parte da noi. Gira la ruota. Cambiano gli attori ma la sostanza del genere umano è sempre la stessa: Materia grigia senza nessuna sfumatura di colore.
Odio il piattume.

Pubblicato in: Notizie e politica, Riflessioni personali

Cercasi Orgoglio nazionale


7BeD2Non mi è mai interessato essere la prima della classe. Non per mancanza di ambizione ma perché ho sempre pensato che nulla avrebbe aggiunto o tolto alla mia persona. Anzi, le prime della classe, chissà perché, erano sempre “spocchiose”… Se la tiravano da morire, anche se erano bruttine, e facevano il “vuoto” attorno a loro. Ho preferito essere me stessa, amica di tutte e aiutando chi mi chiedeva aiuto. Non ho mai girato le spalle né mai sono stata sorda a una richiesta di aiuto. Da qualunque parte venisse, anche dalle prime della classe quando si trovavano in difficoltà.
Perché dico questo? Non certo per avere gli applausi ma solo perché in questo momento, lasciati i colori, un pensiero mi ha attraversato la mente.
Perché NOI italiani vogliamo a tutti i costi essere al centro della scena internazionale? A parte che non abbiamo sufficienti mezzi economici è anche vero che il nostro Stato conta 1/5 della popolazione americana e 1/10 (?) di quella cinese perché non dobbiamo contentarci di “Essere” senza avere la presunzione di volere salire sul podio?  Perché andare in cerca di elemosine e non vivere dignitosamente con quello che abbiamo? Perché leccare il fondo schiena a questo ed a quello perdendo la nostra dignità di Popolo?
“Padre, assai ci fia men doglia
se tu mangi di noi: tu ne vestisti
queste misere carni, e tu le spoglia”
(Inferno, Canto XXXIII . Il conte Ugolino)
Pubblicato in: Notizie e politica, Organizzazioni, Riflessioni personali, Società e Costume

L’Italia sommersa emersa…


Rischio idrogeologico conseguenza dell' abusivismo edilizio
Rischio idrogeologico conseguenza dell’ abusivismo edilizio

L’Italia sommersa dall’acqua è la somma di tutti gli abusi edilizi che dal dopoguerra ad oggi si sono perpetrati su tutto il territorio nazionale. Leggevo che il maggior boom di diffusione di questo fenomeno si ebbe intorno agli anni 70 a causa della grave crisi economica che il Paese stava attraversando. Con tassi di inflazione intorno al 20% le famiglie italiane, che già possedevano una prima casa (abusiva anche quella) hanno iniziato a investire nell’acquisto della seconda casa (lo sapete che siamo i primi in Europa a possedere un appartamento? Sembra anzi che sia prerogativa tutta italiana quella di investire nel mattone di proprietà). Lo Stato, latitante su questo fronte e in condizioni di dover “battere cassa” si inventò, nel 1985, la famosa legge del “condono edilizio” (roba che esiste solo in Italia) chiudendo tutti e due gli occhi sui disastri che queste costruzioni selvagge stavano provocando sull’ambiente e sulle coste. I condoni hanno continuato a costituire per lo Stato il modo più facile per reperire fondi mentre non ha agito da deterrente al protrarsi del fenomeno. Oggi, piangiamo tutti. Piangono chi sta perdendo ciò che con sacrifici si era costruito. Piange lo Stato, e quindi tutti noi, perché gravato da ulteriori uscite per risanare ciò che era sano e NOI abbiamo fatto cadere ammalato: Il nostro territorio…
Governo ladro, si..ma italiani consenzienti per i propri interessi.
Un po’ di autocritica non guasterebbe, una tantum, e forse ci renderebbe migliori.
Per chi vuole approfondire: http://it.wikipedia.org/wiki/Abusivismo_edilizio

Pubblicato in: La Scuola vista da me, Organizzazioni, Riflessioni personali, Società e Costume

Made in Italy


ricamoconvecchialo ammetto sono fissata con “Made in Italy” ma non posso permettermelo… Non con il mio stipendio di docente, dipendente dello Stato con un contratto bloccato dal 2009… Andiamo avanti, non è questo l’argomento del mio post, stasera.
Chi si ricorda i “Ricami fiorentini”. Il pregiato lino olandese con il quale le nostre nonne si facevano il corredo dando lavoro all’abile pazienza di ricamatrici specializzate?
Da piccola avevo un sogno: fare la stilista da grande.
Un sogno maturato nel laboratorio artigianale di una zia, sarta, che teneva i corsi per le giovani che volevano diventare sarte a loro volta. Lì, a sei anni, imparai a fare i punti lenti che si eseguivano sulla traccia del gesso sul rovescio della stoffa… questo serviva per far si che i due lati dei capi combaciassero perfettamente (sono anni che non mi capita più di vedere una perfetta simmetria negli abiti, per non parlare dei pantaloni!). Lì imparai, a sei anni, a confezionare un vestito… più in là, in collegio, imparai a cucire i bottoni in modo che non si staccassero e il famoso rammendo stoffa su stoffa e a fare un “occhiello” a mano. (Avete presente le Sorelle Fontana?)
Altri tempi.

dalcuore_corriere
Mi chiedo quanti siano oggi quelli che lo sanno fare. Ecco perché rimango basita quando leggo i prezzi di certi capi cuciti in Cina con le macchine, così come i pizzi ed i ricami. Tutto è fatto con le macchine: rozzi, dozzinali… Un vero schiaffo alla mia conoscenza in materia.
Adesso, grazie alla mia amica Laura Tripaldi ed a Report, scopro che c’è un angolo d’Italia in cui queste meravigliose manualità sono tornate in auge e… non solo, addirittura rappresentano alla grande il Made in Italy nel mondo. Mi riferisco al brand “Cucinelli”, dimostrazione pratica che in Italia si può lavorare e fare Impresa con onestà ed etica imprenditoriale.
– “Il giusto profitto nel rispetto della dignità umana. I nostri utili sono normali, non sono importanti. E’ un profitto sano per un’azienda sana” -(Cucinelli a Report).
Allora si che io un prodotto sono disposta a comprarlo anche il 1000% in più rispetto al costo di produzione.
(Intanto gli “Imprenditori ITALIANI” , i terzisti in particolar modo, che lavoravano per Moncler e tutti i grand brand italiani, da Prada e giù..giù, ringraziano le politiche economiche della ditta… A proposito… cerco contatto ungherese per comprarmi un Moncler a 40 euro… Spese di spedizione a mio carico ma solo piume d’oca al 100% garantito.)

Pubblicato in: Notizie e politica, Riflessioni personali

Io sogno il MIO Paese


c81e728d9d4c2f636f067f89cc14862cIo sogno un Paese unito, guidato dal cuore e dalla ragione e non dalla pancia e dal conto in banca. Un Paese che sia attento ai bisogni di tutti nell’interesse della collettività e nella comunione di intenti (non di beni, che la disparità sociale è difficile ed utopistica da cancellare) Io sogno un Paese in cui sentirmi a casa, sia che prenda un tram a Capo Passero che una funivia sulle Dolomiti. Io sogno un Paese dove vivere la diversità sia una risorsa e non una discriminazione. Io sogno un Paese che sa tendere la mano ai deboli, ai sofferenti e che dia lavoro a tutti. Che non penalizzi chi meno sa ma che lo aiuti a crescere per sapere di più. Io sogno un Paese in cui lavorare fianco a fianco abbia il significato della partecipazione a un fine comune e non la competizione per avere di più. Io sogno un Paese che ridia dignità a chi l’ha persa che viva senza gelosie e senza rancori. Senza invidia e sopraffazione. Io sogno un Paese che non c’è ma che potrebbe esserci se solo lo volessimo.
Volere è Potere….