Pubblicato in: Notizie e politica, Riflessioni personali, Società e Costume

Etica sociale e del lavoro


Mappa territoriale dei redditi nei Paesi del Mondo
Mappa territoriale dei redditi nei Paesi del Mondo

Si esportano le fabbriche, i macchinari,  nei Paesi “in via di sviluppo” perché lo Stato supertartassa le imprese e così gli imprenditori “onesti” per poter vivere nel lusso vanno a portare il lavoro, a cercare la manodopera, in quei paesi in cui gli operai, uomini, donne e bambini,  sono sfruttati, sottopagati e vivono in condizioni igienico-sanitarie che sono uno schiaffo alla nostra “civilizzata” cultura occidentale.
Ci si lava la coscienza dicendo che si crea lavoro “all’estero” e che lo si fa nel rispetto delle leggi (?????) di quel paese e che lì la gente vive bene.
Ma se vivono così bene perché le nostre coste sono assaltati un giorno si e l’altro pure da gente disperata che fugge dalla fame e dalla miseria in cerca di un paese libero e democratico in cui vivere? E poi ci lamentiamo che vengono a “rubarci” in casa?
Qualcosa c’è che non quadra. L’ umanità ha il cervello tarlato…

Pubblicato in: Riflessioni personali, Sprazzi di....anima, Un pò del mio Diario

Buon anno e felici feste


Alba d'amoreCome ogni anno giunti alla fine dei 12 mesi si tirano i remi in barca e si cerca di fare un bilancio dei profitti e delle perdite. Come accade in una qualunque contabilità aziendale così è duopo fare con la nostra vita mettendo in bilancio sia  le esperienze vissute così come le emozioni provate. Quelle, per intenderci, che ti fanno ridere e/o piangere. Qualcuno, durante questo anno mi ha detto che si può piangere anche di gioia, ed io ho pianto anche di gioia ma soprattutto ho pianto di dolore. E’ stato un anno duro per me, come credo che lo sia stato per il 99% degli italiani. Ed è stato duro non solo dal punto di vista  materiale ma anche emozionale. E, giunta alla mia età, i sentimenti, le emozioni hanno molto più valore dei beni materiali e del conto in banca. Mi sono sentita tradita, ferita, bistrattata, usata più di quanto non sia successo durante la mia vita.
Il destino, in questo anno, mi ha fatto ripercorrere a ritmo serrato le stesse identiche esperienze vissute nell’arco della mia esistenza. Ed è stato ancora più terribile in quanto una cosa è viverle con un tempo “dilatato” un altro a tamburo battente. Come se il tempo ti alitasse talmente forte in faccia da non darti il tempo di respirare… e non è per nulla piacevole vivere in apnea costante. Ci sono stati momenti in cui mi chiedevo se fosse perché il mio ciclo terrestre stesse per concludersi e qualcuno, da qualche parte nell’Universo, mi stesse sottoponendo a un “riesame” per poi “giudicarmi” e decretare se promuovermi o bocciarmi.
Poi la mia parte  “razionale”, quella che mi hanno insegnato a riconoscere durante il corso di counsellor, mi diceva che forse mi ero rificcata dentro il “mio copione” come vogliono i seguaci della PNL… e quando ripensavo al “copione” mi assaliva la rabbia, non razionale questa, che mi portava a infierire su me stessa e in quei momenti mi davo dell’idiota… della stupida. Mi chiedevo, con sgomento, come potessi essere così imbecille da ripetere i medesimi errori e mi tornava alla mente il detto:-“Errare humanum est… ma, perseverare è diabolico” –  a quel punto mi chiedevo quanto di “diabolico” ci fosse dentro di me.
Mi chiedevo, e mi chiedo, se la rabbia che provo sia frutto del mio carattere, del mio modo di essere o se invece non sia stata sguinzagliata da chi mi stava attorno. Da coloro che, con il loro atteggiamento, con le loro parole, coi loro gesti più o meno palesi, mi ferivano… mi pugnalavano alle spalle. Oggi, dopo tante domande poste che non hanno ricevuto risposte, dopo tanto tormentarmi e rigirarmi il coltello nelle ferite ancora aperte mi dico, con stupore, che non mi può fregare di meno. Accetto tutto ciò che ho ricevuto e lo ripongo nel cassetto dei ricordi. Archiviato in una cartella di un hardisk esterno al mio cuore ed al mio cervello. Non nutro né odio né rancore, conscia che molto probabilmente anch’io avrò cagionato sofferenza e dolore a qualcun altro… è la nostra “legenda personale”, come dicono gli alchimisti ed in questa “mia legenda” una grandissimo raggio di sole è penetrato illuminando un meraviglioso arcobaleno… Quello del futuro radioso che sono certa avranno i miei figli. Ed è anche, e solo, merito loro se io accetto senza oppormi il mio destino.
Ed è a loro e solo a loro, in primis, che voglio dire grazie. Grazie di esistere!
A voi tutti dico di non disperare, dopo ogni notte, per quanto buia e tempestosa possa essere, ci sarà sempre per tutti, poveri e ricchi, belli e brutti, buoni e cattivi, la stessa immensa e luminosa alba.
Tanti auguri di buone e felici feste. Sia che li trascorriate da soli che in compagnia, il mio pensiero vi accompagnerà augurandovi ogni bene…
Pubblicato in: Notizie e politica, Organizzazioni, Riflessioni personali, Società e Costume

L’amaca di Serra


Sono d’accordo con Serra. I mercati finanziari sono la rovina dell’economia e non è solo colpa di cattiva politica. Deprezzare per svendere. Affossarci per arricchirsi in pochi… Fantasia?
Già qualche anno fa mi chiedevo a cosa servissero le agenzie di rating se non ad affossare un Paese. Mi chiedevo che titoli avesse questa gente per “valutare” e dare un prezzo al Paese. Poi mi dicevo che nella mia “ignoranza in materia” forse avrei fatto meglio a starmi zitta e lasciare parlare i titolati. Oggi vedo che non ero né ignorante né visionaria e che le mie teorie, o meglio le mie diffidenze non sono più illusorie di quelle che aveva l’uomo ancora 70 – 80 anni fa quando sognava di mettere piede sulla Luna.
“”È bene tenersi alla larga dalla dietrologia facilona, quella che dipinge il mondo come un gregge informe di sudditi nelle mani della plutocrazia; però cominciare a considerare “la Borsa” e “i mercati” non più come termometri neutrali, ma come attori politici veri e propri, sarebbe un bel passo avanti” L’Amaca di MICHELE SERRA”
L' Amaca di Michele Serra

Pubblicato in: La Scuola vista da me, Organizzazioni, Riflessioni personali, Società e Costume

Umiltà ed Empatia, questi sconosciuti


Professor Alberto Pian - Docente in varie Università Italiane - (Insegnante 2.0)
Professor Alberto Pian – Docente in varie Università Italiane- (Insegnante 2.0)

Il mio professore di Sociologia ricordo che raccontava che in Giappone vige l’abitudine di far “retrocedere” dopo un tot di tempo i Dirigenti a portieri dello stabile e di tenerli in quella mansione per un mese e poi su..su fino a tornare a fare il Dirigente. Ho sempre pensato che fosse il modo migliore per insegnare a chi sta in doppio petto cosa sia l’umiltà e non solo ma, anche, a risvegliare “l’empatia” che la posizione di Potere tende a cancellare in chiunque si trovi in Alto e guarda in Basso… Sarebbe una cosa bellissima se la si potesse applicare anche nel nostro Paese ed a tutte le cariche, istituzionali e non. Ridimensionare, ma anche “comprendere” e conoscere ciò che sta sotto di noi prima di deliberare la qualunque legge o di pronunciare la qualunque “sentenza”. A maggior ragione ho sempre sostenuto, e continuo a ribadire, che prima che un Docente arrivi a occupare una cattedra alle Scuole Superiori e/o all’Università DOVREBBE fare almeno 8-10 anni di “tirocinio” in una Scuola Primaria. Solo chi ripercorre insieme ai ragazzi la loro crescita, il loro sviluppo psichico ed intellettivo sarà in grado, un domani, di “Sapere Insegnare” e come si insegna. Ed oggi ne ho avuto ulteriore conferma. Non è la prima volta che mi imbatto in Professori Universitari che hanno fatto la gavetta alle ex-Elementari e riscopro in loro quel grado di “umana empatia”, di comprensione e appropriazione di linguaggio che attiene proprio alla Scuola Primaria e che i “baroni” dietro le loro altisonanti cariche non hanno, mentre in compenso si limitano a “teorizzare” come se fossero profeti.
Che piacere è stato oggi rispolverare Dewey, Freinet, Vygotskij, Skinner… Sentire come i “criteri” di valutazione della Scuola Primaria siano i più “accettabili” dal punto di vista dell'”equità” di giudizio. Piacere più grande nello scoprire che le “mie” idee riguardo alla “Metodologia” (dalla correzione, al metro di giudizio, al voto) hanno trovato un riscontro in quello che asseriva il Professor Alberto Pian… Felicissima, davvero felicissima di averLo conosciuto…
Sempre grata alla Mia Preside del cuore Antonella Serpico
(Nella foto un  momento del Convegno, sullo sfondo io)

Pubblicato in: Organizzazioni, Riflessioni personali, Società e Costume

Responsabilità… dove sta di casa?


responsabilitaC’è una parola che non sento dire a nessuno, se non a qualcuno. Sembra che sia scomparsa dall’etimo dell’Educazione Sociale ma che afferisce anche all’educazione “personale”.

La parola è : Responsabilità.
Si educa alla Civile Convivenza Democratica, si dice agli alunni, futuri uomini, che bisogna rispettare le Leggi che sono uguali per Tutti, salvo poi, infrangerle tutti nell’ordinarietà del quotidiano. Ma non si insegna ad essere “responsabili”.

Essere responsabili significa, prima di tutto, contribuire alla propria crescita personale sul piano psichico ma significa anche la benefica ricaduta sulla “responsabilità sociale”. Eppure i nostri due codici, civile e penale, condannano la mancanza di “responsabiltià” o meglio condannano la “responsabilità” di aver provocato un danno.
Perché continuiamo ad essere “irresponsabili”? Perché non comprendiamo che una nostra azione ha l’ effetto di un domino ed è causa di tante cattive azioni degli altri? Perché tendiamo a demandare sempre tutto affidando la nostra vita nelle mani di questo e di quello? Perché non siamo in grado di prenderci la NOSTRA vita e di gestirla da soli? Perché non comprendiamo che un danno alla società è un danno alla mia persona?
Quando ci decidiamo a crescere?

Pubblicato in: Notizie e politica, Organizzazioni, Riflessioni personali, Società e Costume

Privatizzazione e Meritocrazia


tre tipi di corruzioneDue parole mi fanno venire l’orticaria: Privatizzazione e Meritocrazia. Me la fanno venire per un semplice motivo, perché conosco l’uomo, questo animale (a)sociale che ha insito in sé la capacità di compiere il male. Mettete una scodella davanti al lupo affamato (di soldi e di potere) e vedrete se alla fine non la mangerà pur promettendogli che se resiste alla fine verrà santificato.
Privatizzare mi fa venire in mente il grande capitale… Gente che ha soldi da spendere che comprerà assumendo chi vogliono loro o passando l’incarico a una loro persona di “fiducia” che comunque sarà sempre manipolabile.
La “meritocrazia” è un’altra brutta bestia che significa, in parole povere, premiare solo chi è amico di… amico dell’amico… In questo smanettamento non si è esentati se si è privati o pubblici. Tutti hanno famiglia da mantenere…
L’Italia è un Paese in decadenza ma la decadenza, ci insegna la storia, è dovuta prima di tutto al “costume”. Dove costume non è l’abito di scena o quello che si indossa a carnevale ma “l’Eticità” del comportamento.

L’Onestà non è prerogativa del “privato” come non lo è del “pubblico”. In questi anni quelli che sono venuti a mancare sono stati proprio dei buoni sistemi di “vigilanza”. I vari “Ispettori” che invece di ispezionare soprassedevano o facevano sapere, in via ufficiosa, che il giorno X all’ora X sarebbero arrivati a controllare.
Questo è il mal costume. Questa è la disonestà. Questa l’amoralità sociale. Questa la corruzione che non si debella cambiando dizione e/o stanza.
P.S.: Qualcuno dirà che la “Privatizzazione” serve allo Stato per ossigenare le casse ma allora chi mi fa questa osservazione/obiezione mi sa spiegare come mai un Paese come la Cina che è un “Monopolio” statale è diventata così ricca e si sta comprando il mondo? Non il cittadino cinese ma lo Stato Cinese…

Pubblicato in: Così per scrivere..., Notizie e politica, Organizzazioni, Riflessioni personali, Società e Costume

L’Onorata Società


Chi mi segue da tanto tempo può confermare quello che ho sempre sostenuto,(pur non avendo prove in quanto non sono dentro a quel sistema nè me ne occupo per professione) e cioé che il Potere in Italia è in mano a due Istituzioni: Chiesa e Mafia.

Quando parlo di Mafia non mi riferisco solo a “Cosa Nostra” ma a tutta l’ Onorata Società che comprende anche la ‘ndrangheta, la camorra, la sacra corona unita (vi ricordate quando postai uno spezzone de  “La Piovra”?).

Vi ricordate quante volte ho detto che chiunque andava al Governo non era “Libero” di Governare in quanto sotto “ricatto” di questi due Poteri? Vi ricordate quando asserivo che anche il “più onesto” prima o poi sarebbe caduto e diventato disonesto in quanto “impossibilitato” a mantenere lo stato di “purezza e di onestà?”
Ora tutti gridano allo scandalo ed io me la rido alla grande.

Consentitemelo.
il_padrino_parte_primaNon avremo MAI un Governo Onesto, né governanti onesti, da qualunque schieramento questi provengano, siano vecchi o nuovi, per il semplice motivo che questi due Poteri sanno quali tasti toccare per sottomettere chiunque al loro volere. Non si nasce tutti Falcone e/o Borsellino… Nè Mino Pecorelli o Peppino Impastato…
Se non si debella il “cancro” dal Paese l’Italia è condannata.
Siamo fermi, impastoiati, sotto scacco della Criminalità Organizzata che ha esteso a TUTTO  il territorio italico il suo “modus vivendi”, la sua mentalità criminale.

Il sud, come ho più volte sostenuto, non progredisce perché alla MAFIA sta bene così. Progresso significa scambio, afflussi di gente, prima quelli del nord al sud, adesso dall’estero in Italia e questo pone loro un problema: Il controllo del territorio.
Per questo nulla deve cambiare, tutto deve rimanere circoscritto. Nessuno si illuda che la “Mafia” è un problema del Sud. Grazie a questa leggenda metropolitana la Mafia ha esteso i suoi tentacoli ovunque nel mondo. I rapporti “diplomatici” che stringe con le organizzazioni criminali internazionali non sono solo quelli dei piccoli delinquenti che finiscono in galera o ammazzati. Sono quelli che si intessono con le “Alte sfere”. Coi colletti bianchi, coi tappeti rossi, con gli alberghi a cinque stelle, con l’alta finanza… Quelli che permettono al “Sistema” di ingrossarsi e rafforzarsi sempre più.
Ovvio che le mie sono “congetture”. Idee, pensieri, che mi frullano nella mente quando vado in cerca di risposte sul decadimento di questa società e trovo che siano le uniche plausibili.

Non ne trovo altre.

Pubblicato in: Cultura Alternativa, Riflessioni personali, Società e Costume

Il Giudizio Temerario


1013251_740971539330524_2600238101739834256_nA otto anni, studiando il catechismo per prepararmi alla 1a Comunione, lessi tutti e quattro i libri del Vangelo. La memoria di quanto c’è scritto lì si è rafforzata nel momento in cui iniziai a studiare in collegio, con le suore. Una cosa però non avevo mai conosciuta, o meglio mai approfondita benché il Vangelo più volte dice, e ribadisce, che: Non giudicare se non vuoi essere giudicato.
Ecco quel “se” a parer mio viene tenuto sempre in pochissima, scarsissima considerazione. A prescindere che uno sia credente o meno quel “se” implica la libertà responsabile di ogni individuo di fare molta attenzione quando pretende di ergersi a giudice di un altro suo simile.
Adesso parlando in un altro mio post con l’amica Giovanna, mi è tornata alla mente una delle prime lezioni di Religione alle Scuole Medie. La mia professoressa, Suor Maria Maddalena, evidentemente seguace di San Francesco di Sales, parlò di un tipo di Giudizio che nei Vangeli non viene espresso letteralmente, o almeno non incisivamente: il Giudizio Temerario… e cercando adesso sul web ho trovato il capitolo XXVIII in cui il Santo affronta la questione. In sintesi, Lui dice questo:
[cit…] i giudizi emessi dai figli degli uomini sono temerari perché gli uomini non sono autorizzati ad emettere giudizi gli uni sugli altri; ciò facendo usurpano l’ufficio che Nostro Signore si è riservato; in più sono temerari perché la principale malizia del peccato dipende dall’intenzione e dal disegno del cuore, che è per noi il segreto delle tenebre; sono temerari perché ciascuno è sufficientemente occupato a giudicare se stesso, senza mettersi a giudicare anche il prossimo.
Per non correre il rischio di essere giudicati, è assolutamente necessario evitare di giudicare gli altri: fermiamoci invece a giudicare noi stessi. Nostro Signore ci ha proibito la prima cosa e l’apostolo ci comanda la seconda quando dice: Se noi giudichiamo noi stessi, non verremo giudicati. Noi facciamo invece esattamente il contrario: non manchiamo mai di fare quello che ci era stato proibito, sentenziando -a dritta e a manca sul prossimo; giudicare noi stessi, che sarebbe poi quello che ci è stato comandato, chi si sogna di farlo?

Bisogna correre ai ripari partendo dalle cause dei giudizi temerari. Ci sono dei cuori acidi, amari e aspri per natura, che rendono acido e amaro tutto quello che ricevono; costoro, secondo il detto del Profeta, mutano il giudizio in assenzio, perché non sanno giudicare il prossimo senza rigore e asprezza. Simili persone hanno tanto bisogno di cadere tra le mani di un consumato medico spirituale, perché, dato che l’amarezza di cuore è loro connaturale, vincerla è difficile; benché per sé non sia peccato, anzi soltanto un’imperfezione, tuttavia è da ritenersi pericolosa, perché introduce nell’anima, e ve li fissa, il giudizio temerario e la maldicenza.

Altri fanno giudizi temerari, non per acidità, ma per orgoglio; pensano che nella misura in cui abbassano l’onore degli altri, alzano il proprio! Sono spiriti arroganti e presuntuosi, pieni di ammirazione per se stessi, che si collocano così in alto nella propria stima, da vedere tutto il resto come cose piccole e basse: Non sono come gli altri uomini, diceva quel Fariseo.

In alcuni questo orgoglio non è tanto evidente e si manifesta soltanto in un certo compiacimento nel considerare i difetti degli altri per assaporare con maggior piacere il bene contrario di cui si sentono dotati. Questo compiacimento è così segreto e impercettibile che, se non si è forniti di una buona vista, non lo si può scoprire; e persino quelli che ne sono affetti, non se ne accorgono se non si fa loro notare.

Altri poi, per lusingarsi e trovare scuse nei confronti di se stessi, o per attenuare i rimorsi delle loro coscienze, pensano molto volentieri che gli altri siano contagiati dal vizio al quale si sono dati, o da qualche altro equivalente; pensano che il fatto di trovarsi ad essere in molti colpevoli dello stesso crimine, riduca la gravità.

Molti si lasciano andare al giudizio temerario per il solo piacere di filosofeggiare e fare gli indovini sulle abitudini e i capricci della gente, quasi per esercitarsi! Che se poi, per disgrazia, qualche volta azzeccano i loro giudizi, l’audacia e la brama di andare avanti diventa tanto forte in essi, che solo a fatica si può riuscire a distoglierli. Altri ancora giudicano per passione e pensano sempre bene di ciò che amano e sempre male di ciò che odiano. Soltanto in un caso, sorprendente fin che si vuole, ma reale, l’eccesso di amore spinge ad emettere un giudizio negativo su ciò che si ama: come risultato è mostruoso, ma lo spieghi facilmente se pensi che viene da un amore equivoco, imperfetto, agitato, malato, che si chiama gelosia, che, come tutti sanno, per un semplice sguardo, per il minimo sorriso di questo mondo, condanna le persone accusandole di perfidia e di adulterio.

Lungi dall’idea di fare catechesi o dello sterile moralismo sono sicura che se gli uomini iniziassero a riflettere meglio prima di parlare forse vivremmo in una società migliore. Libera e democratica nel senso pieno del termine.
Il capitolo completo a questo link:

http://rosarioonline.altervista.org/libri/filotea/index.php?dn=3-28