Leggere l’intervista rilasciata da Alberto Forchielli a Joe di Baggio (qui il link) ha proprio il sapore dell’aceto balsamico tipico della sua terra, un mix di dolce e salato con quel po’ di pungente che se non infiamma di più una ferita la cicatrizza.
La vita apre e chiude sentieri ma spesso ti ritrovi tra i piedi qualche pietra d’inciampo che ti costringe a fermarti ed a rimetterti in gioco.
Gli avvenimenti degli ultimi mesi sono stati frenetici, corroboranti, pieni di incazzature che mi hanno portato spesso a trascendere. Qualche volta ho davvero oltrepassato i limiti della diplomazia (anche se parlare di diplomazia col carattere che mi ritrovo è solo un eufemismo), è capitato che gli amici mi hanno fermata in tempo ed ho, ad esempio, ritirato un video-denuncia che con le nuove leggi del web mi avrebbe portato, sicuramente, ad avere problemi legali, ed il mio modestissimo budget (non è granché lo stipendio di docente) non mi avrebbe certo aiutato a pagarmi un ottimo avvocato per difendermi.
Un Guerriero della Luce sa quando deve deporre le armi, ed io riconosco quando devo fermarmi. Anche se su facebook, come sanno gli affezionati, mi hanno tolto la voce per tre giorni… Ma quando si è in guerra 72 ore di prigionia sono solo una piccola stella sul petto e si accettano, in particolar modo quando si è convinti di essere nel giusto e di lottare per una buona causa.
Che la “buona causa” sia la lotta alla “buona scuola” renziana è fuori discussione, e leggere le parole di Forchielli (classe 1955, laurea in economia a Bologna e master in business administration ad Harvard, è stato consulente del Ministero del Tesoro negli anni Novanta, senior advisor alla Banca Mondiale e alla Banca Europea degli Investimenti. E’ poi diventato imprenditore, fondando Mandarin Capital, SSG – società che offriva consulenza alle aziende italiane in Cina – e Osservatorio Asia, un centro di ricerche non profit focalizzato sul continente asiatico ) sono la garanzia che le mie certezze non sono infondate. La cosa non può che farmi piacere perché è una riprova che noi docenti non stiamo difendendo una casta, bensì la “Scuola Pubblica”, l’istruzione e la cultura di un popolo, dei futuri cittadini di un Paese con una pericolosa deriva verso la dittatura (ne avevamo già sentore da anni, questa parola aleggia nell’aria come l’odore di fritto del cibo di strada).
Ecco cosa dice Forchielli in merito al ddl:
Perciò parliamo pure di tutto quello che volete però si continua a parlare di make-up, rivisitazioni, forma, corsi, ore, formule. Una riforma funzionale non può far altro che partire mettendo i docenti al centro e dandogli un budget adeguato per raggiungere un obiettivo. Di certo non si può rispondere in due parole ad un problema così complesso ma qui dovremmo davvero pensare ad un nuovo modello di scuola. Il mondo là fuori è cambiato e cambia continuamente. La scuola, per come è pensata oggi, soprattutto in Italia, non riesce a tenere il passo. L’unica domanda su cui non so rispondere è se questa nuova riforma durerà una o due legislature prima di esser messa in discussione. Se non sai da dove parti e dove vuoi arrivare non serve a niente avere un’auto in garage. E questo sia che sia una panda sia che sia una ferrari.…
e continua poco oltre:
Cultura e Formazione da sempre sono gli occhiali con cui si riescono ad interpretare e a comprendere le informazioni e i dati che ci circondano. La follia distruttiva è quella per cui un genitore non manderebbe mai i propri figli con problemi alla vista in giro senza gli occhiali però sembra normale uno stato che non si preoccupa della cultura e della formazione dei propri cittadini. Qualcuno, a voler pensare male, potrebbe dire che meno capacità di analisi e interpretazione dei fatti vuol dire anche porsi meno domande quando si tratta di scegliere il candidato da votare. Qualcuno…
Come si fa a non divulgare questo pensiero? Si deve farlo per forza, abbiamo bisogno di tirare molta più acqua al nostro mulino se vogliamo salvare la Scuola Pubblica dalla spada che sta per ucciderla. (Ieri al senato il governicchio ha chiesto la fiducia, bypassando tutti gli emendamenti che erano stati presentati, come si addice ad un parlamento in cui la democrazia è morta) Passerà alla Camera, dove il governo ha la maggioranza, lo sappiamo bene.
Mattarella avrà l’onestà intellettuale di non firmarla, visto che il ddl contiene quei criteri di incostituzionalità per cui già Lui stesso si era pronunciato come Giudice della Consulta nel 2013?
Come dice la mia amica, Evelina Chiocca, fondatrice del “CIIS” – Coordinamento italiano insegnanti di Sostegno – l’intervento di Alberto Forchielli è senz’altro sensato, intelligente, apprezzabile, lungimirante. La quale aggiunge però che bisogna stare attenti a non partire dai docenti e dal loro stipendio (cosa importante e non marginale) ma spostare lo sguardo, come dicevo su, sull’alunno, il vero utente-fruitore della Scuola. Quello che sarà appunto la futura generazione e quindi:
a. docenti preparati, competenti, professionali, ecc. ecc.
b. investimenti per materiali ausili ecc. ecc. (compreso andare a teatro o visitare musei ecc.
c. strutture sicure e spazi ampi (abbattimento barriere architettoniche)
Come dice Forchielli: “Se non sai da dove parti e dove vuoi arrivare non serve a niente avere un’auto in garage”
Ad esempio nell’ottica della “formazione e/o aggiornamento”, trovandomi a scrivere degli “emendamenti” che dovevano essere presentati in Senato io chiedevo l’ingresso gratuito per i docenti ai teatri ed ai musei. Chiedevo anche lo sconto su treni ed alberghi per seguire i corsi di formazione, sottolineando che i 500,00 euro previsti dal ddl sono sufficienti solo a coprire il costo di iscrizione a tre giorni di corso.
E poi come dice Alberto Forchielli, una Riforma deve avere il carattere della “stabilità”. Solo con la stabilità nel tempo si può avere la certezza che sia una buona e/o brutta riforma , ricito: Non serve avere una panda o una ferrari in garage se non sai che uso farne.
Allora io dico: “Si convochi la Scuola, quella vera, quella che ogni giorno si mette in gioco e si interroga, come un genitore quando somministra uno scapaccione al figlio e si chiede se fa bene o se fa male”.
Si mettano i docenti intorno a un tavolo per confrontarsi e trovare soluzioni. Nessuno conosce la scuola meglio di coloro che la scuola la vivono facendola.
Intanto la Scuola rimane in attesa ma pronta alla lotta. Le armi non sono state deposte e si stanno affilando i coltelli, metaforicamente parlando.
* Non si può pensare a una Riforma della Scuola senza pensare anche agli alunni con difficoltà, sia questa psico-fisica che DSA. Nella pura ottica di Don Milani che diceva che la Scuola non è e NOn deve essere (come vogliono farla ridiventare la FISH e le altre associazioni connesse, fondazioni comprese, con il pdl che a breve approderà alla Camera) un ospedale che cura i sani e respinge i malati.