In Calabria c’è un detto che recita: “Cu futti futti diu pirduna tutti” (perdonate la volgarità ma è d’obbligo se voglio farmi capire: “Chi fotte fotte Dio perdona tutti”)
Perché cito questo proverbio? Per un semplice motivo, è di attualità parlare di gay, visto anche l’ ultimo riconoscimento che hanno ottenuto in America, il diritto al matrimonio. Ecco, voglio soffermarmi su questo. Oggi la lotta del mondo gay è simile alla lotta condotta dalle donne per avere riconosciuto il diritto al voto prima la loro “individualità” dopo. Abbiamo lottato perché l’uomo, questo macho latino, questo padre-padrone, vedesse in noi qualcosa d’altro oltre ai nostri visibili, e/o nascosti, attributi sessuali. Molti pensano che ci siamo riuscite, io credo che l’ipocrisia è ancora tantissima (già il fatto stesso che si continua a definire “puttana” una donna che la dà) ma al di là di questo non comprendo in pieno, e chiedo venia, la diatriba sui gay, sui gender e roba simile di cui rifiuto anche solo gli appellativi. Per me le persone NON vanno giudicate da come fanno sesso, se fosse così dovremmo dire che tutti coloro che uccidono il partner per abusi e violenza sessuale subite sbagliano ad uccidere, perché è nella natura dell’uomo comportarsi così. La donna è preda e l’uomo cacciatore. E’ la legge di “natura”. Vero signori uomini? Voi siete bravi a dire agli altri come amare ma quanti di voi sanno davvero amare il proprio partener come natura vuole?
Detto questo mi rivolgo ai gay: Siete sicuri che volete essere giudicati per i vostri comportamenti sessuali e non perché siete intelligenti, istruiti, colti, creativi?
Io, da donna, rivendico il diritto di essere valutata e giudicata per il mio cervello non per i buchi che utilizzo, perché non fate altrettanto anche voi?
Continuando così molto presto iniziaremo la lotta per il riconoscimento del diritto del sesso degli Angeli…
Magari inizio a pensare alla bandiera da sventolare.