Marco Zanussi, della Scm Zanussi di Cordenons, sta conducendo nella sua zona un’azione a 360°, dove scuola e impresa lavorano in sinergia, in quel modello di scuola che ho in mente io e lo fanno già dal 2008
Non dico altro, lascio a lui la parola, stamane:
Angela Santoro, in breve non ci riesco, ci provo…la mia esperienza parte da una constatazione relativa alle scuole tecniche, perlomeno quella del mio territorio: versava in una condizione di abbandono, o meglio…di abdicazione rispetto alla necessità di essere “connessa” al tessuto produttivo della zona. Una necessità che, va chiarito, esiste costantemente, ma non può essere messa a mio avviso solo sulle spalle della scuola. Essa infatti deve conservare il fine di “dispensatrice di cultura e competenze”, mentre dovrebbe essere compito dei portatori di interesse farsi avanti e rendersi disponibili a collaborare. Il senso è che il mondo dell’impresa tendenzialmente si lamenta che un meccanico o un elettronico o un chimico, quando escono diplomati non sanno nulla…però non fanno niente per evitare tutto ciò: se ne stanno alla finestra, pretendendo di avere forza lavoro formata senza costi aggiuntivi. Dunque, quello che è stato fatto e che cerchiamo di fare tutt’ora è coinvolgere le aziende, i professionisti le istituzioni ad entrare a scuola, non per dettare legge, ma per aprire un canale di comunicazione in cui, insieme ai docenti, si decide cosa serve, quali sono le competenze attese, quali sono le opportunità offerte dal territorio. In questo processo coinvolgiamo anche gli studenti (e anche le loro famiglie), aiutandoli a comprendere come funziona un’azienda, quali sono i requisiti necessari. Si è creato un gruppo di oltre 60 aziende che a vario titolo hanno contribuito, anche materialmente al rinnovo dell’Istituto, con raccolta di fondi serviti per aggiornare i laboratori, comprare attrezzature nuove, organizzare corsi di formazione per i docenti, predisporre borse di studio per gli studenti eccellenti. E’ stato attivato anche un nuovo indirizzo di studio (plasturgia) che mancava ed era necessario. Le aziende accolgono i ragazzi in stage per periodi anche oltre il consueto (durante l’estate), inoltre inviano personale qualificato a tenere lezioni e/o conferenze in classe. Ci sono state alcune difficoltà…alcune dettate dall’iniziale diffidenza di alcuni docenti, forse eccessivamente centrati sull’idea dell’indipendenza della scuola, altre di tipo burocratico. La prima difficoltà è stata superata entrando in punta di piedi con il messaggio “signori, questo è quello che ci serve, perlomeno nei tre anni specialistici cercate di tenerne conto. Noi vi supporteremo nei modi che riterrete opportuni”. Le difficoltà burocratiche invece riguardavano l’autonomia della scuola per esempio per l’acquisto di un’attrezzatura: gara d’appalto, offerte, autorizzazioni ecc. ecc. Tempi lunghissimi, incompatibili con le esigenze immediate. Questo problema è stato superato con la costituzione di un’Associazione e la sua successiva iscrizione all’elenco degli enti che possono accedere al finaziamento del 5×1000. Ora è l’associazione che organizza le iniziative e le finanzia, cosicchè se si presenta un’occasione da prendere al volo, i tempi di reazione sono istantanei. Anche l’approntamento di progetti finanziabili con fondi europei è molto più veloce (quest’anno abbiamo organizzato un corso teorico e pratico di progettazione e costruzione di droni, con esame finale per ottnere il patentino ENAC di conduttore di droni, per esempio). Piccola nota: il motore di tutte queste iniziative fatte tramite l’associazione, sono i docenti: loro pensano i corsi, loro propongono, loro organizzano; io faccio solo lavoro di selezione, perchè se dovessimo fare tutto quello che propongono, aihmé non ce la faremmo mai. Questo la dice lunga sull’importanza del coivolgimento. Tante altre cose si fanno e tante sono in cantiere...Il segreto è uno solo: la motivazione a lavorare in gruppo. Questa va coltivata sia dal lato imprese, sia dal lato docenti, sia dal lato studenti. Questi ultimi hanno bisogno di una visione, devono vedere dove andranno a finire, devono capire che studiano per qualcosa di concreto. Ricorderò sempre la conferenza che abbiamo organizzato con Silvio Bartolotti, patron della Micoperi (recupero Costa Concordia), uomo dalle qualità umane straordinarie, con una storia personale da romanzo: 600 studenti in sala e non volava una mosca, entusisamo alle stelle…di questo hanno bisogno i ragazzi, di motivazioni e di esempi. Il resto vien da sé….