Viviamo in un epoca di grande travaglio non solo economico ma anche morale e culturale ma quello che i più non sanno è che proprio dal travaglio, dalle doglie nasce un nuovo uomo. Essere coscienti di questo, guardare alla crisi capitalistica come a un’ operazione chirurgica, dolorosa ma necessaria, può aiutarci a guardare con ottimismo oltre la siepe del catastrofismo nel quale ci piace crogiolarci. Nessun parto, nessuna nascita è mai stata facile e/o dolce, lo sappiamo bene noi donne che abbiamo provato i dolori del parto. L’umanità oggi sta vivendo davvero uno dei momenti più tristi. Guerre, odio, egoismi, mancanza di valori e di prospettive stanno indebolendo le nostre difese e la nostra voglia di lottare. Osserviamo incazzati lo sfacelo e ci sentiamo impotenti. Ci guardiamo intorno e pensiamo che il mondo, il nostro Paese, stia finendo, ma non è così!
Amo rappresentarmi l’Italia come l’araba fenice… Muore e sembra che abbia smesso di esistere, ed invece proprio dalla cenere, dalla polvere, rinasce giovane e forte…
Ecco, io mi auspico che molto presto, in questi corsi e ricorsi storici, si torni ad avere un nuovo Risorgimento.
La speme è l’ultima dea a lasciare i sepolcri… (ricordando il mio adorato Foscolo)