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Cinismo di destra VS Buonismo di sinistra


NucleareRiporto qui un mio commento in merito alla spacconeria di una certa destra che si scaglia contro il “buonismo” della sinistra:
Evviva… Allora dopo aver letto i “razionalistici” commenti pro Fallaci mi resta solo da dire: Preparate il nucleare… Mettete in campo gli F35 (dicono che sono infallibili) e facciamo saltare metà mondo… Chissenefrega delle donne, dei bambini e di chiunque non è d’accordo con l’Isis? Muoia Sansone e tutti i filistei, compresi noi, e prepariamoci all’Afther day (come ho già avuto modo di scrivere). Però ci scommetto che il 50% di quelli che sbandierano le parole della Fallaci come sbandierano quelle dell’Imam vattelapesca (stesso tono e stessa intensità emotiva) sono magari i primi ad avere pronto il rifugio antiatomico in caso di guerra… Andate avanti voi che a me viene da… piangere.
La letteratura insegna, è vero… e proprio da menti “eccelse” sono stati partoriti film come quello che ho citato su (da Afther day a The road, da When Worlds Collide a The Day the Earth Caught Fire e tanti altri simili ). L’Apocalisse è alle porte, se vogliamo fare le Cassandra.
A questo mio commento, qualcuno sarcasticamente ha scritto:
-” bene:avresti potuto aggiungere apres moi le deluge!”
Io ho risposto:
– “Esatto… è quello che prevedono gli scrittori di un certo filone (Io cito sempre come esempio Julius Verne… il suo sommergibile fu progettato 100 anni dopo la Sua idea… e Michelangelo con i suoi studi sul volo degli uccelli addirittura fu precursore di oltre 4 secoli sul volo degli aerei) Riflettiamo sul Diluvio dopo di me… che è molto vicino sentendo certi commenti… Farei poco lo spaccone. Al momento il nucleare ce l’hanno: Stati Uniti d’America, Russia (succeduta all’Unione Sovietica), Regno Unito, Francia e Cina, ovvero i cinque membri permanenti del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite.
Oltre a queste altre quattro nazioni, non aderenti al TNP, hanno sviluppato e sono in possesso di armamenti nucleari: India, Pakistan, Corea del Nord (aderente al TNP nel 1985 ma ritiratasi da esso nel 2001) ed Israele (sebbene il governo israeliano non abbia mai confermato ufficialmente di possedere un arsenale nucleare) e poi ci sono quelli di cui non si è certi, tra questi la Siria e l’Iran ad esempio… Ripeto facciamo i gradassi da dietro un pc…”

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Simpatizzante di sinistra? Forse sì, forse no…


Forse io sono simpatizzante di sinistra ma  confesso che prima di tutto credo nel messaggio di Gesù Cristo, non quello papalino e dei preti nelle chiese…ma quello dei primi cristiani (nemmeno dei primi padri…). Costituzionalmente e “politicamente” mi qualifico, se proprio devo qualificarmi, come “francescana” .

crosswithsunriseAi tempi della mia giovinezza si diceva che Cristo era socialista.. Ecco, io sono “socialista”.

Ho a cuore il bene comune, odio la violenza e la guerra, credo nell’equa distribuzione della ricchezza e dico che ogni lavoratore ha diritto ad essere retribuito in base al suo lavoro. (Lo dice anche San Paolo in una sua lettera) Sono contro i nepotismi, i clientelismi, credo nell’Etica del lavoro e nei diritti civili.

Credo nella libertà degli individui (sia questa religiosa, politica, laica) e credo che la mia libertà finisca lì dove inizia quella dell’altro.
Rispetto tutti e tratto tutti alla stessa maniera. Non sono ossequiosa con i capi, a meno che non riconosca che hanno ragione, e non sono altezzosa con chi è in condizioni economiche-culturali inferiore a me.

Combatto e condanno la corruzione, la sopraffazione del più forte sul più debole,la prevaricazione, l’arroganza e la supponenza.

Credo nei valori “fascisti” di Patria, Onore e Libertà… o meglio ancora in quello francese: Liberté, egualité, fraternité… Sono per una Giustizia sociale e per una Legge Uguale per Tutti…

Se sono valori di sinistra, allora sono di sinistra e ne sono fiera!

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Oriana Fallaci e l’ Islam


ORIANA FALLACI NEW YORK 1990 FOR COURTESY OF CORRIERE DELLA SERA MAGAZINE © OLIVIERO TOSCANI / GRAZIANERI (Agenzia: grazianeri) (NomeArchivio: 60206ujz.JPG)
ORIANA FALLACI NEW YORK 1990 FOR COURTESY OF CORRIERE DELLA SERA MAGAZINE © OLIVIERO TOSCANI / GRAZIANERI (Agenzia: grazianeri)

Oggi mi inimicherò molte persone… pazienza! ma non mi chiamerei Angela Santoro, e non avrei scritto come sotto titolo nella  pagina di fb “parole scomode”, se non fossi conscia che spesso e volentieri il mio pensiero diverge dalla metà dei miei contatti. Ma devo dirlo, per onestà intellettuale, devo dirlo.

Ho conosciuto Oriana Fallaci col suo primo libro: Lettera a un bambino mai nato… sapevo della sua aderenza ai movimenti del ’68 e mi stava simpatica per la sua amicizia con Pasolini.
Innegabile che come scrittrice e come giornalista ha sempre fatto sensazione. I suoi scritti andavano a ruba nelle edicole e nelle librerie, ma… ma nel tempo ho assistito alla sua evoluzione che ha rivelato il suo spirito radical-chic, e non me ne sono più curata in quanto altre idee, altri interessi catturavano la mia mente. E’ tornata alla grande su Fb ed ho imparato a memoria il suo pensiero anti-islamico ripetuto un po’ da tutti. Oggi, dopo i fatti di Parigi, il suo pensiero torna di prepotenza alla ribalta citato da molti ma dimenticano che quando scrisse quelle parole lei viveva in America da molti anni e non in Italia e che ha vissuto la tragedia dell’11 settembre più da “americana” che da europea. Quello che molti oggi dicono sia il suo messaggio profetico a me fa sorgere il dubbio che sia dettato dallo stesso odio degli americani… lo stesso odio e lo stesso risentimento che oggi i jihadisti hanno per l’occidente.
Oriana Fallaci era ossessionata dalla morte, lo dice lei stessa: «Un uomo [1979] è stato scritto in seguito alla morte del mio compagno Alekos Panagulis e al dolore di una simile perdita. Comunque, si dovrebbe notare che il motivo portante dei miei libri è il tema della morte. Questi tre libri parlano sempre di morte o si riferiscono alla morte, al mio odio per la morte, alla mia battaglia contro la morte… La libertà è solo uno tra i tanti altri argomenti. Ciò che davvero mi spinge a scrivere è la mia ossessione per la morte.»
Vogliamo essere vittime anche noi delle sue ossessioni?
Se amore genera amore cosa genera l’odio?[#AngeliKamente rifletto]
(Fermo restando che riconosco la grande levatura culturale ed intellettuale di Oriana Fallaci, penso che se non ci fossero casi come quello di Malala sarei portata a darLe ragione… ma Malala è l’esempio vivente che questi assassini si possono combattere e io sono con lei… e chissà quante Malala ci sono e noi non lo sappiamo. E’ a loro che dobbiamo parlare, con loro ci dobbiamo confrontare… non con le belve che invece vanno ricondotte alla ragione con le buone o con le cattive…)
P.S. Riporto lo stralcio di una “lettera di Tiziano Terzani, ” “Il Sultano e San Francesco”:”trovata qui: Ecco perché Oriana non ha ragione.
“E tu, Oriana, mettendoti al primo posto di questa crociata contro tutti quelli che non sono come te o che ti sono antipatici, credi davvero di offrirci salvezza? La salvezza non è nella tua rabbia accalorata, né nella calcolata campagna militare chiamata, tanto per rendercela più accettabile, «Libertà duratura». O tu pensi davvero che la violenza sia il miglior modo per sconfiggere la violenza? Da che mondo è mondo non c’ è stata ancora la guerra che ha messo fine a tutte le guerre. Non lo sarà nemmen questa. Quel che ci sta succedendo è nuovo. Il mondo ci sta cambiando attorno. Cambiamo allora il nostro modo di pensare, il nostro modo di stare al mondo. È una grande occasione. Non perdiamola: rimettiamo in discussione tutto, immaginiamoci un futuro diverso da quello che ci illudevamo d’ aver davanti prima dell’ 11 settembre e soprattutto non arrendiamoci alla inevitabilità di nulla, tanto meno all’ inevitabilità della guerra come strumento di giustizia o semplicemente di vendetta.Le guerre sono tutte terribili. Il moderno affinarsi delle tecniche di distruzione e di morte le rendono sempre più tali. Pensiamoci bene: se noi siamo disposti a combattere la guerra attuale con ogni arma a nostra disposizione, compresa quella atomica, come propone il Segretario alla Difesa americano, allora dobbiamo aspettarci che anche i nostri nemici, chiunque essi siano, saranno ancor più determinati di prima a fare lo stesso, ad agire senza regole, senza il rispetto di nessun principio. Se alla violenza del loro attacco alle Torri Gemelle noi risponderemo con una ancor più terribile violenza – ora in Afghanistan, poi in Iraq, poi chi sa dove -, alla nostra ne seguirà necessariamente una loro ancora più orribile e poi un’ altra nostra e così via. Perché non fermarsi prima?”
Orina Fallaci è stata la migliore sponsor della politica americana. Lei, mediaticamente, ha cercato di convincere gli occientali che la guerra all’Islam era giusta e necessaria…


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Chi sta dietro l’Isis?


In lutto col popolo fancese.
In lutto col popolo fancese.

I militanti dell’Isis sono solo dei vigliacchi assassini!

Si coprono la faccia per non essere riconosciuti e invece di dichiarar guerra agli stati uccidono inermi civili…

Purtroppo non si può dichiarare guerra, nel senso che si dà al termine, a nessuno. Stiamo assistendo solo a una caccia “all’uomo”…

Nessuno stato è sul piede di guerra, preferiscono la tattica della “guerriglia” per indebolire e rendere inermi i civili. Quello che vogliono è fomentare e arroventare gli animi dei cittadini per farli sollevare contro i loro stessi governanti. Indebolire gli stati dall’interno per poi appropriarsi del territorio. Mi viene in mente il mio vecchio datore di lavoro, quando ero impiegata di 6° livello, alle mie rimostranze contro la situazione debitoria dell’impresa mi disse:- Non si preoccupi, il peggio che possa capitarmi è il fallimento. Metteranno l’industria all’asta ed a quel punto io intervengo e me la compro al costo di un pacchetto di sigarette.
Ecco, questo è quello che, secondo me, sta facendo chi sta dietro l’Isis: Terrorizzarci, non per niente li definiamo terroristi. (Ricordo che Il terrorismo è una forma di lotta politica che consiste in una successione di azioni criminali violente, premeditate ed atte a suscitare clamore come attentati, omicidi, stragi, sequestri, sabotaggi, ai danni di enti quali istituzioni statali e/o pubbliche, governi, esponenti politici o pubblici, gruppi politici, etnici o religiosi. O come è stata definita nel 1937, dalla Società delle Nazioni: “fatti criminali diretti contro lo Stato in cui lo scopo è di provocare terrore nella popolazione o in gruppi di persone.”)

La domanda che i governi del mondo dovrebbero farsi riguardo all’Isis è:
” Chi li finanzia? Chi li indottrina? Qual è lo scopo? E vedremmo che la risposta va oltre Allah, la Patria e la Libertà…”

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Tra Prodi, Metternich, Unione Europea ed ONU: oltre l’utopia.


6-utopia-vision-of-a-better-world1Oggi ci svegliamo tutti antiorientali. Oggi siamo, per una volta, tutti coesi contro l’immigrazione. Oggi siamo indignati, ed a ragione, contro milioni di persone. Oggi l’odio ha trovato il suo fiume ed è straripato. Resta un fatto: stamane ci sono sull’asfalto morti e feriti. Non conta il numero. Una strage è tale anche quando si uccide un solo uomo. E’ una strage contro la vita. Oggi rispolveriamo Oriana Fallaci e diciamo che è stata profetica. Tutti ci interroghiamo in cerca di risposte e tutti cerchiamo di conoscere la causa. Se non fossimo stati così molli con gli immigrati oggi questo non sarebbe successo, dicono i ben informati. Eppure non mi risulta che in America l’attentato dell’11 settembre si è verificato per colpa degli immigrati. Nè quello del 1972 alle Olimpiadi di Monaco, o quello dell’anno scorso a Tunisi… e anche il dirottamento dell’ Achille Lauro nel 1985.
Ancora una volta il qualunquismo la fa da padrone. Questo attentato dovrebbe invece svegliare il mondo intero, e quindi le Nazioni Unite, per formare un esercito, come diceva qualche giorno fa Romano Prodi che nel citare Klemens von Metternich: “Gli abusi del potere generano le rivoluzioni; le rivoluzioni sono peggio di qualsiasi abuso. La prima frase va detta ai sovrani, la seconda ai popoli.”, aggiungeva:
-” senza una rinnovata unità, gli stati europei non potranno giocare alcun ruolo significativo nella politica mondiale, quando solamente due secoli fa si trovarono ad essere gli unici giocatori reali.
Lasciando ora da parte l’Europa, concludo affermando che anche le altre tre grandi potenze (Cina, Russia, e Stati Uniti) sono molto lontane dall’aver costruito quello che Kissinger definì “un meccanismo efficace per consultarsi ed, eventualmente, cooperare sui problemi più significativi”.

Al momento tale meccanismo non esiste neppure in quell’area in cui tutte le grandi potenze hanno un interesse comune e condiviso, come ad esempio la lotta al terrorismo internazionale. Il terrorismo rappresenta una minaccia per tutte le principali potenze, ma risulta evidente che solo un’azione veramente globale potrà sconfiggere il pericolo rappresentato dalle organizzazioni terroristiche.

Se risulta così difficile trovare una politica collettiva rispetto ad un problema il cui “comune interesse” è così chiaro e definito, sarà ancora più difficile trovare un accordo su come affrontare altre grandi sfide quali il problema immigrazione, la riduzione della povertà nei paesi sottosviluppati e le crescenti disparità che persistono in tutti i paesi del mondo. In realtà, non siamo di fronte solo ad un disordine politico globale, ma anche ad una serie di disordini sociali ed economici.[…]
La sovranità non è più limitata dai confini geografici delle nazioni. La sovranità oggi è più diffusa e nascosta. Esistono nuovi attori nel mondo: nuove tecnologie, nuove realtà finanziarie senza limiti, nuove reti che viaggiano incontrollate su tutto il nostro pianeta.

Nuove reti invisibili plasmano il mondo in direzioni che nessuno è in grado di controllare. In funzione di questo gli Stati Uniti, la Russia, la Cina e, si spera, l’Europa dovrebbero definire e realizzare un rinnovato “codice di condotta comune”, necessario per progettare soluzioni innovative in grado di affrontare le nuove grandi sfide che ci aspettano.

Da questo punto di vista, le grandi potenze hanno una serie di compiti da svolgere molto impegnativi.

Primo compito: l’aumento della collaborazione in ambiti specifici come l’Ucraina, la Siria e la lotta contro l’Isis, al fine di evitare che tali conflitti si radichino al pari della questione israelo-palestinese.
Secondo compito: predisporre meccanismi di cooperazione permanenti con scambio di informazioni legate alle grandi sfide che attendono l’umanità, quali il degrado ambientale, l’immigrazione, la disuguaglianza crescente e le nuove reti finanziarie e tecnologiche. Non a caso, il presidente cinese Xi Jinping ed il presidente Obama hanno avuto un lungo incontro riguardante la guerra cibernetica. Questo rappresenta certamente un passo positivo verso una cooperazione di tipo globale.
Terza ed ultima impresa da compiere: un rimodellamento del sistema delle Nazioni Unite. Essendo il mondo in cui viviamo molto diverso da quello del 1945, ed essendo i nostri problemi sempre più globali, che piaccia o no, le Nazioni Unite rappresentano l’unica istituzione internazionale a dimensione veramente globale.

Abbiamo bisogno di una forte riforma del sistema delle Nazioni Unite che lo possa dotare degli strumenti e degli investimenti adeguati per l’attuazione delle decisioni adottate. La creazione di una forza permanente militare, come proposto nel 1945, non è un progetto facile da sviluppare, ma -lo ripeto- abbiamo bisogno di strumenti adeguati per attuare le decisioni delle Nazioni Unite.”
Prodi concludeva il suo intervento dicendo che forse tutto ciò è utopistico. Io dico che tutto ciò è NECESSARIO, proprio alla luce dei morti di Parigi.

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7 anni di Facebook, grazie a Voi…


grazieEsattamente 7 anni fa iniziava la mia “avventura” qui su FB. Ci ero entrata per curiosità, volevo capire come “funzionava”. Allora come oggi, attratta dalla “novità” dei social. Anche se conoscevo la sua esistenza fin da quando quel ragazzino universitario aveva avuto l’idea di creare un social per permettere ai compagni di scuola di ritrovarsi. Poi, col tempo, ho visto come questo mezzo andasse acquistando sempre più una “identità”. Vivesse di vita propria, una vita che non era quella dei blog dove si ti interfacciavi con gli internauti, ma tutto rimaneva in superficie. Come toccate e fughe sui tasti di un piano. A poco a poco iniziava a prendere vita una “comunità” fatta di amici lontani, alcuni lasciati negli anni sui sentieri del mondo, altri che si andavano aggiungendo, e si aggiungono giorno dopo giorno. Gli amici dell’Indire, colleghe e colleghi con cui avevo condiviso giorni e notti gloriosi che col tempo sono diventati amici “reali” anche loro. A loro devo molto, loro mi hanno insegnato molto, arricchendomi tecnologicamente e umanamente. Con loro ho trascorso momenti “didattici” eccezionali. Elencarli tutti sarebbe un’impresa ardua, ma loro sanno chi sono ed è bello, e mi emoziona sentirmeli ancora qui, vicini più che mai. Non ho mai cercato di convincere nessuno ad entrare su un social, i primi tempi non comprendevo la reticenza di molti di loro che ritenevo persone aperte e culturalmente preparate. Poi mi sono scontrata anche con gente che diceva di non stare su Fb solo per “snobbismo”, per non omologarsi alla massa… Non ho mai cercato di far loro cambiare idea, però penso che tutta questa gente non sa quanto e cosa perde dal punto di vista delle relazioni umane. FB è una giungla dicono molti… Non sai chi si nasconde dietro questa macchina. E’ vero, FB per chi si approccia per la prima volta e timidamente, è come una foresta, corri il rischio di impantanarti in una palude, tra le fauci di qualche coccodrillo famelico o di una tigre infuriata… ma ci trovi anche cerbiatti e pavoni, pappagalli e aironi. Aquile e corvi. Alcuni ti portano in alto, anche spiritualmente, altri ti tirano per i capelli nei pantani e negli acquitrini. Ai pochi amici se ne sono aggiunti tanti, tantissimi, e se anche non mi vedete mai commentare nei vostri post, che non passano nella mia home, vi assicuro che vi tengo tutti presenti.
Ci sono entrata 7 anni fa e ci sono rimasta grazie a Voi.

Oggi, è come se vi conoscessi uno ad uno.

I vostri volti, i vostri nomi, il vostro essere dolci e aggressivi, arrabbiati e felici lo percepisco a … fior di pelle. Ho visto tutti i vostri auguri, sia quelli in bacheca che quelli in pvt e man mano che i nomi scorrevano, vi prego di credermi, Vi lasciavo una carezza. Alla fine, col cuore colmo di commozione un pensiero mi è balenato nella mente:

-“Se vincerò al superenalotto giuro, e Voi tutti e Dio mi siete testimoni, organizzerò una mega fantastica festa così da poterVi stringere la mano, avvolgerVi in un abbraccio uno ad uno… Anche coloro con cui litigo e discuto sovente. Per ora vi dico solo GRAZIE!!!!! Grazie di cuore per avermi fatto sentire il vostro affetto ed il vostro calore. Vi AMO TUTTI!!!! Credetemi”….

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Not in education, employment or trading


the-insane-difference-in-the-rules-for-journalists-and-sec-employees-when-it-comes-to-trading-stocksLeggevo un articolo su “Repubblica” dal titolo: Generazione Neet: niente studio né lavoro. In Europa siamo primi e non è un bel record…

[cito]…” Non sono sui libri e non hanno nemmeno un impiego. Quasi due milioni e mezzo di giovani vite sospese che non riescono a trovare un ruolo nel mercato del lavoro, nella società. E in questo momento fanno fatica anche solo a immaginarlo. L’Italia è la più grande fabbrica di Neet in Europa. Ragazzi fra i quindici e i ventinove anni fuori da qualsiasi circuito scolastico e lavorativo che di fatto vivono ancora sulle spalle di papà e mamma…”
La situazione è davvero tragica e le domande tante.
Una fra tutte, da docente, riguarda l’abbandono scolastico. Perché i giovani lasciano la scuola? Colpa dei docenti che non rispondono alle loro esigenze, di una scuola, di una famiglia, di una società che non riesce in alcun modo a “motivarli” negli apprendimenti?

Mi rivolgo ai genitori:

– Cosa avete fatto Voi per attuare strategie che facessero nascere nei vostri figli la “curiosità” all’apprendere? Non dimentichiamoci che la curiosità è la “molla” della conoscenza.

Ai professori chiedo:

– Non vi sentite chiamati in causa quando venite a sapere che un vostro alunno ha abbandonato la scuola? Non è per voi una sconfitta, una perdita come potrebbe essere la perdita di un arto? Non è nostro compito recuperare tutti? Non ci sentiamo dei falliti, degli incapaci se perdiamo qualcuno per strada?

Allo Stato chiedo:

– Quando attuerete dei seri interventi per far sì che questi ragazzi raggiungano competenze che gli consentono di entrare nel mondo del lavoro? Ma soprattutto: Quando inizierete a fare politiche sociali, riforme strutturali per consentire l’ingresso ai diplomati ed ai laureati nel mondo del lavoro?

Ai ragazzi dico:

– Tornate a studiare, lasciate perdere smartphone, chat, e social… riprendete in mano i libri, nulla vi apre la mente e vi allarga l’orizzonte più di quanto possa fare la cultura. Andare all’estero NON è sufficiente se non avete ottime competenze, rischiate solo di tornare a casa con la coda tra le gambe. Inoltre, e cosa ancora più importante, NON limitatevi a una sola specializzazione. Non concentratevi su un solo obiettivo formativo ma integrate conoscenza, sapere e competenza con più ambiti disciplinari… Siate previdenti e puntate a una formazione interdisciplinare e multiculturale, non superficiale ma profonda.

Se poi proprio non amate i libri allora specializzatevi nei settori dell’artigianato.skills-education-L

Ci sono servizi che vanno scomparendo, dall’idraulico al calzolaio, dal saldatore al falegname, buttatevi, usate braccia e mani per produrre e non per pigiare sui tasti del telefonino.
Poi ci si meraviglia se nei forum, sui social, molti non comprendono ciò che leggono… Se 2milioni e mezzo di persone “analfabeti” o con scarsa formazione culturale vivono sui social come possiamo pretendere che sappiano e comprendano di cosa si parla?
Parlano a vanvera, sparano caxxxxe e condividono mixxxxxxe

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4 Novembre


re di puglia_100 anniNon sono, e non sarò mai una “conservatrice” nel senso politico del termine che richiama a un pensiero di destra, ciò non di meno ritengo che la Nostra Cultura, la Nostra tradizione vada rispettata. Rinnegare le nostre tradizioni, ripudiare le nostre radici, porta alla caduta di molti valori… Uno tra tutti è il sentimento dell’Unità Nazionale. Sentimento che, nonostante i tanti contestatori (ma in rispetto alla libertà di pensiero, ognuno è libero di assentire o dissentire), si è sempre più affievolito fino quasi a scomparire rimanendo ingabbiato solo nelle stanze degli “addetti ai lavori”…
A volte mi chiedo, sarebbe mai nata la Lega Nord, avremmo mai avuto un idealista come Miglio, e un predicatore come Bossi e Salvini, se avessimo coltivato e curato il senso di “Amor Patrio”, al di là ed al di sopra di una classe politica ladrona, inetta ed incapace,  magari non sopprimendo, per amor di guadagno, la festa Nazionale del 4 Novembre?20140707_102849
Ricordiamo le parole del generale Armando Diaz, comandante delle forze armate italiane, quando comunicò la vittoria e la fine della Guerra con un bollettino: «La guerra contro l’Austria-Ungheria che l’Esercito Italiano, inferiore per numero e per mezzi, iniziò il 24 maggio 1915 e con fede incrollabile e tenace valore condusse ininterrotta ed asprissima per 41 mesi, è vinta. […] I resti di quello che fu uno dei più potenti eserciti del mondo, risalgono in disordine e senza speranza le valli che avevano disceso con orgogliosa sicurezza».
La festività del 4 novembre è stata istituita nel 1919 ed è durata fino al 1976: è l’unica festa nazionale che sia stata celebrata dall’Italia prima, durante e dopo il fascismo. Dal 1977, dopo una riforma del calendario volta ad aumentare i giorni lavorativi, si cominciò a festeggiare la giornata dell’unità nazionale e delle forze armate nella prima domenica di novembre. Negli anni Ottanta e Novanta l’importanza della festa diminuì progressivamente e progressivamente abbiamo cresciuto una generazione senza più amore per la Patria…
Buon 4 Novembre a tutti.

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Docente di sostegno o docente sulla comune con specializzazione sul sostegno?


DCF 1.0
DCF 1.0

Partendo da questa riflessione della amica/collega Evelina Chiocca in un gruppo di Facebook, ne è nata una mia riflessione.
Evelina scrive:
– “Come docente specializzata per il sostegno mi sto sempre più convincendo che, per promuovere e favorire l’integrazione scolastica, sia indispensabile passare su posto comune.

Non tanto per sfatare l’idea che serpeggia sempre più che “trasferirsi su posto comune significa ‘tradire’ il sostegno o averlo utilizzato come ‘scorciatoia’ per l’assunzione in ruolo”, lascio questi pensieri a coloro che hanno bisogno di giustificare e motivare qualcosa che, fra l’altro, è normato (e quindi del tutto legale). Richiamo, anche se non mi legge ma so che gli sarà riferito (e più volte mi sono confrontata con lui su questo argomento), Nocera Salvatore. Lunghi e accesi dibattiti e confronti, condivisioni e chiacchierate hanno avuto questo e altri argomenti con un’unica attenzione: promuovere l’integrazione scolastica e sociale delle persone con disabilità.

Personalmente (per esperienza diretta e per testimonianze raccolte negli anni) mi rendo conto che un docente specializzato per il sostegno e incaricato su posto comune (o disciplinare) offre maggiori opportunità e competenze alla classe e che, di fatto, contribuisce meglio a promuovere l’integrazione scolastica.

Moltissime colleghi e colleghi specializzati per il sostegno trasferitisi su posto comune oppure assunti direttamente su posto comune offrono alla scuola italiana un validissimo apporto all’integrazione, sicuramente con una marcia in più rispetto ad altri docenti.

Ecco il perchè di una forma “mista” nell’attribuzione dei posti potrebbe rivelarsi strategicamente valida!
E questa la mia riflessione:
-” Interessante riflessione Evelina Chiocca. Tu sai quanto io amavo il “posto sul sostegno”, così come amo adesso il posto sulla “comune”. In linea generale devo darti ragione. Come docente “della classe” sembra che io abbia assunto un ruolo predominante rispetto alla docente che fa sostegno nella classe e la cosa mi crea una specie di “allergia” e di disagio. Mi trovo a guardare ogni singolo alunno con occhi diversi da molte colleghe che non hanno mai fatto sostegno, è vero. Non so se questo sia dovuto alla mia “formazione”, al mio trascorso sul sostegno… 12 anni sono sempre un ragionevole numero, o se dipende dall’età… ma l’idea che nessun alunno debba rimanere indietro e che tutti possono superare le difficoltà è un pensiero che mi porto dentro.

Credo negli alunni, credo nel loro essere uguali e diversi e credo nello sviluppo delle loro capacità e delle loro potenzialità e come tu stessa dici:
“… mi rendo conto che un docente specializzato per il sostegno e incaricato su posto comune (o disciplinare) offre maggiori opportunità e competenze alla classe e che, di fatto, contribuisce meglio a promuovere l’integrazione scolastica.”
Forse, alla luce di tanti anni di formazione e di insegnamento credo che riflettere sulla figura della docente del sostegno sia necessario, ma bisognerebbe farlo nell’ottica della formazione di tutti i futuri docenti, nessuno escluso. Così come la conoscenza della pedagogia e della psicologia sono, o meglio dovrebbero essere requisiti indispensabili per chi si approccia all’insegnamento in egual misura si dovrebbero avere le giuste competenze, da parte dei docenti su posto comune, per l’integrazione di bambini speciali.
Fermo restando che penso che, per determinate patologie, la figura del docente di sostegno sia oltre che necessaria indispensabile nella classe. Io ho vissuto l’anno scorso una situazione pazzesca e solo l’aiuto della collega e la mia pregressa esperienza, e competenza sul sostegno, mi ha aiutato a portare avanti una classe di 23 alunni con due extracomunitari (i genitori) e una bambina a cui quest’anno è stato dato il sostegno col rapporto 1 a 2… Alla fine dell’anno ero esausta e tornavo a casa davvero a brandelli per l’energia che dovevo profondere nel seguire tutti. Credo che il post di Evelina voglia semplicemente dire ciò che ho rimarcato anche io: una docente della classe deve avere anche competenze sul sostegno, oggi più che mai in cui sempre più numerosi sono gli alunni che vivono situazione di disagio ambientale e relazionale.

E’ tutto il sistema “formativo” dei docenti che va rivisto, prima di mettere mano a qualunque riforma sull’ assunzione del personale insegnante, secondo il mio modesto parere…”

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Ognissanti, tra credenza popolare e cultura religiosa


Autunno_HalloweenTra misteri celtici, tradizioni religiose, usanze locali la notte del 31 ottobre segna senz’altro un punto fermo che ci rimanda ad un’epoca in cui l’uomo viveva a contatto con la natura. L’uomo della campagna che seminava e raccoglieva osservando il tempo, le stagioni e la luna aveva rispetto per i cambiamenti della Grande Madre Terra. L’assecondava nel suo ritmo ciclico, nel suo alternarsi del giorno e della notte e viveva in perfetta sintonia ed osmosi con i suoi ritmi.
Così, dopo aver riposto il grano nell’aia, il vino nei tini, portato le olive al frantoio si accingeva a trascorrere serenamente l’inverno, grigio, freddo e tedioso… Si preparava al sonno della natura. Sonno della Natura, riposo dalla fatica dei campi… i semi sotto la terra.
Sonno… riposo… sottoterra, non vi viene in mente nulla?
Esatto, queste parole riconducono, inevitabilmente, al ricordo dei nostri cari, di coloro che non ci sono più. Hanno chiuso gli occhi al sonno eterno e riposano dentro una bara… sottoterra. L’ultimo pensiero allora era per loro, per i cari estinti, richiamati in vita una volta all’anno per ricordarci che dal sonno ci si sveglia. Che alla Morte segue la Rinascita…
Oggi l’anima commerciale, assetata di denaro, ha mercificato queste affinità umane, quest’empatia che univa l’uomo alla terra e ne ha fatto una questione di marketing… Così da più parti si assiste a una condanna della Festa di Halloween definendola satanica… Per un certo credo bigotto che vede nelle forze “oscure”, nell’oscurità della nostra misera conoscenza di ciò che è oltre noi, la notte del 31 Ottobre perde la valenza misterica e diventa asservimento a Satana.
A volte penso che molti hanno solo voglia di polemizzare e creare un “caso” dove caso non c’è. Sia ben chiaro, non amo il folklore commerciale, non incentivo il business che sta dietro a questa festa ma non lo demonizzo nemmeno.
Mi piacerebbe solo che l’uomo tornasse a riscoprire questa notte il suo vero significato, che si ponesse all’ascolto dell’Anima Mundi, in religioso Silenzio… Silenzio favorito dalla stagione che sta per arrivare.
Dice Gesù che i sapienti hanno nascosto la verità agli umili facendola diventare artificiosa e incomprensibile per fare si che il popolo li ubbidisse. Ma li avverte anche: guai a Voi che vi fate chiamare Maestri e nascondete la verità… guai a voi, scribi e farisei ipocriti! Perché chiudete il regno dei cieli davanti agli uomini; poiché né entrate voi né lasciate entrare coloro che stanno per entrarvi.
Le zucche, se non avete lumi accendetele pure ma ricordatevi che per quanti modi possiate cucinarla è sempre e solo una …zucca… Buon Ognissanti a Voi.