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Petrolio? NO, grazie!


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Pozzo USA – Senza essere retorica questo è il serpente che oggi tenta Eva…

L’unico modo che ha l’Europa per affrancarsi dal servilismo verso le economie dell’est e del sud-est (ed anche americane) è quello di darsi una mossa per produrre energie alternative al petrolio.

L’ unica vera arma “bianca” e vincente che possa esserci.

E’ arrivato il tempo di cambiare completamente i sistemi di produzione. Mandando in cantina macchine che hanno bisogno di gas e petrolio per muoversi e produrre.

Il Pianeta ringrazierà, la nostra economia ritornerà a salire e l’Isis (i califfati arabi) dovrà trovare altre fonti di sostentamento.

Ma dobbiamo darci na mossa. Il tempo stringe e a quel paese Wall Street, le agenzie di rating, i Bot, i bond e tutte le altre sigle astruse ed astratte su cui si basa l’economia odierna.

aria_aperta_blog.jpgIl futuro parla di aria pulita e mari limpidi. Dobbiamo cancellare millenni di sporcizia provocata dai combustibili fossili. L’ultimo summit di Parigi si è concluso con la certezza che un futuro diverso si può avere.:
[…] i paesi avanzati, piuttosto che pensare a finanziare programmi di riduzione della popolazione, hanno finalmente deciso di stanziare un fondo di 100 miliardi di dollari, che verranno erogati per diffondere in tutto il mondo tecnologie utili a produrre energia e alimentare trasporti, riducendo fino a zero l’utilizzo dei combustibili fossili. [fonte web]

Prima lo capiamo prima ci salviamo. Prima che questo sistema faccia karakiri, muoviamoci.[#AngeliKaMente oltre il bacato pensiero]

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Ritorno a Colonia


Leggendo e sentendo le notizie susseguirsi, ancora a 10 giorni di distanza, non posso fare a meno di provare un senso indefinito tra il fastidio e la nausea. Fastidio per i commenti dei razzisti e dei perbenisti che accusano la sinistra di buonismo, come se la sinistra, anticonvenzionale per antonomasia, fosse diventata cattolica ad oltranza e predicasse il “porgi l’altra guancia”. Nauseata per vedere l’odio e il livore assumere l’aspetto di orrende facce carnevalesche. I mostri dei peggiori film horror sembrano essere diventati veri, adesso mi sono soffermata su questo pensiero:
“Ai razzisti non importa delle donne che sono state aggredite a Colonia e Amburgo,” ha scritto Okwonga, “a loro importa solo dimostrare quel che hanno sempre pensato—o sperato: che siamo delle bestie.” [Musa Okwonga, poeta, sul New Statesman], ecco, credo che la cosa che mi fa stare male non è tanto il fatto delle donne molestate (non è una novità, specialmente in Germania durante “l’Oktober fest” ad esempio) quanto nel vedere ancora una volta l’odio da gerarca fascista sulla faccia dell’80 % degli italiani e degli stranieri ed essere conscia dell’ipocrisia della destra, di quella destra che ha sempre ostacolato e etichettato “puttane” le femministe e che ora si vuole ergere a paladina… Questo mi dà il vomito…
Sono d’accordo con Eretica  che scrive:

Colonia, violenza è: usare le donne per giustificare il razzismo


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Pietre d’inciampo


Non posso non segnalare questa singolare “mostra”.12494677_1076603839057261_6367667803508167416_n

Ancora una volta l’artista tedesco Gunter Demnig si troverà a Roma per la settima edizione di Memorie d’inciampo a Roma, una delle iniziative più riuscite degli ultimi anni in tema di memoria storica e arte.

L’idea è stata portata a Roma nel 2010, importata dalla Germania dove Demnig l’aveva inaugurata oltre 20 anni fa.

L’artista ha deciso di dedicare la propria arte alla memoria delle persone vittime delle persecuzioni nazi-fasciste, una missione iniziata nel 1993 a Colonia dove aveva presieduto l’inaugurazione di un’installazione sui cittadini rom e sinti deportati durante il nazismo. Il mezzo scelto per questo ambizioso obiettivo sono le “Stolpersteine”, “pietre d’inciampo” simili a sanpietrini ma con la parte superiore laccata di ottone, con incise le generalità del deportato, il luogo di deportazione e, quando nota, la data della morte.

L’”inciampo” non è reale, ma virtuale: le pietre sono collocate sui marciapiedi o sulle strade e catturano l’attenzione dei passanti grazie alla loro superficie di ottone, spingendo chi le nota, anche solo per un momento a ricordare queste persone.

Dal 1995 queste mini-installazioni hanno raggiunto quota 50mila in tutta Europa, una sorta di mappa della memoria per dare una seconda vita alle vittime dei totalitarismi nazi-fascisti. L’inaugurazione dell’iniziativa, curata da Adachiara Zevi e con il patrocinio di numerose associazioni e istituzioni pubbliche, sarà lunedì 11 gennaio alle ore 12 in Via Po 42, ma il collocamento vero e proprio delle pietre comincerà già dal mattino. (gt)