Pubblicato in: Computer e Internet, Di tutto un po', Organizzazioni, Riflessioni personali

Demagogia del pensiero


social-media-2015-penetrazione-internetNello scorrere la home di Linkedin, stamane, mi sono imbattuta nella segnalazione di un post che rimandava a un blog. Incuriosita dal titolo: “Social network e vanità: da Narciso all’ansia cronica.”  sono andata a sbirciare e dopo averlo letto ne ho tratto le mie osservazioni che, per la tirchieria di Linkedin sono stata costretta a spezzettare in più commenti. Recupero il mio pensiero “frantumato” in questo post.

Insomma, da questa analisi emerge che la cosa migliore è spegnere il pc ed andarsene per strada. La demonizzazione del web. Chi sta sui social ci sta solo per problemi psicologici. Tutti, nessuno escluso? Ho molte remore ad accettare una simile “analisi” perché dimostra che in realtà non si è compresa “l’utilità” del web 2.0

Prima di tutto si dovrebbe fare un elenco di chi bazzica il web e poi analizzare, con occhio scevro da condizionamenti psichici, le varie tipologie di utenza ed i vari fini per cui utilizzano il web.

E’ vero ci sono molti narcisisti, ma c’è anche tanta gente che trova nel web il modo più rapido per comunicare, scambiare, condividere non solo pensieri ma anche esperienze e conoscenze significative. Come tutte le cose che vengono usate dall’uomo il web è una lama a doppio taglio. Può far bene o può uccidere. Non è il mezzo che uccide ma l’uso che le persone fanno del mezzo. Detto questo, per chi bazzica questo mondo da molto tempo, non penso che sia pieno di sprovveduti.

Sul web trovi l’umanità con le sue grandezze e la sua miseria. Con la sua rabbia e il suo dolore. Con la sua spavalderia e la sua gioia di vivere. Insomma la miseria e la nobiltà del genere umano è qui rappresentata. Il web non è altro che un immenso palcoscenico… Nel web c’è la rappresentazione scenica della vita quotidiana.
E’ chiaro che non si può psicanalizzare la massa ma chi ha le capacità e le competenze necessarie ha la possibilità, grazie al web, di aiutare, sostenere, incoraggiare chi è in difficoltà. Prendere nelle sue mani la solitudine, la bassa autostima, la depressione, il nichilismo di coloro che sul web lanciano solo un messaggio al mondo: -“Ci sono anch’io in questo mondo sempre più indifferente, sempre più cialtrone, sempre più chiuso nel suo individualismo. Non lasciatemi solo!”-.
Poi nel leggere i commenti di alcuni utenti (chi bazzica quel social sembra affetto da snobbismo latente) ho voluto ancora una volta precisare un altro concetto:

Detto questo la smetterei anche con le demagogie internettiane: FB fa schifo, è pieno di gente che non ha nulla da fare e riempie i post solo di gattini, di cucine e di selfie (Instagram su questo ormai è andata anche oltre, ad esempio), Linkedin è migliore. Vi ricordo che ci sono altri social a parte questi. Va riconosciuto il merito a FB di essere un mezzo democratico che non ti costringe a scrivere nello sgabuzzino del web. Non ti limita i bit nel postare un intervento e vi assicuro che è davvero castrante dover spezzettare un commento, ad esempio, o dover limitare un post, obbligandoti a scrivere sul blog, la stessa cosa fa twitter… Inoltre FB ti dà l’opzione di chiudere la pagina al pubblico e di impostarla sul privato se non vuoi far sapere i fatti tuoi fuori dalla tua cerchia di amici.

Ecco perché FB può permettersi di avere 1,65 miliardi di utenti contro 414 milioni di Linkedin (ah, notizie dell’ultima ora: La Russia chiude Linkedin per violazione sulla privacy)… battuto perfino da Instagram che ne conta 500 mln. Twitter ne ha 320 mln e G+ 4 mln… Quando si fa un analisi si deve tenere conto anche dei numeri… (fonte dati trovati su internet)

Interessante anche questa statistica:
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Ad esempio è interessante questa analisi da cui si evince che il profilo descritto nel post è circoscritto al 15% dell’utenza dei social.

Autore:

Docente di Scuola Primaria, specializzata sul Sostegno, ha conseguito il diploma di Counsellor Scolastico (Iscritta al CNCP), si interessa di: Istruzione. Costume e Società. Politica e Religione. Arte e Letteratura. Web e multimedialità. Inseguendo una chimera… Acqua, Vento e Nuvola

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