
Qualche anno fa ho avuto parecchie discussioni con cinquanta-quaranta-trentenni che dicevano che negli anni 70 si stava bene. Che i giovani erano pieni di promesse e belle speranze e che il ’68 aveva portato alla formazione di persone incompetenti per colpa del diciotto politico. Purtroppo ho dalla mia una buona memoria storica. Dopo un anno ho trovato la prova di ciò che affermavo e continuo ad affermare.
C’è stato qualcuno che ha costruito un mantra con l’affermazione: “Hanno distrutto il futuro e i sogni dei giovani”…
Ecco, per chi se lo fosse perso, per chi non era ancora nato… le stesse identiche cose si dicevano anche negli anni settanta.
Io ero ancora una ragazzina ma ricordo bene la rabbia dei giovani, il disagio sociale che passava senza filtri tra le stanze del collegio, dove studiavo. Certo avevamo “Alto gradimento”, con Arbore e Boncompagni, le hitparade settimanali che allietavano le nostre giornate, ma sentivamo la cappa del malcontento del popolo. Un malcontento che chi stava ai piani alti non percepiva e di cui non si curava. Cosa è cambiato in oltre quarant’anni?
Questa copertina, N° 50 dell’anno XVI dell’Espresso, porta la data del 13 dicembre 1970, a riprova che nessun governo ha mai fatto qualcosa per i giovani e per il paese, a parte che far scappare i brand italiani all’estero. Incapaci! Siamo solo un paese di navigatori, sognatori e… santi, tutti…
O in ordine inverso: santi (quando non demoni), sognatori e… navigatori in cerca di fortuna. Il flusso migratorio cambia volto, dal terzo mondo vengono da noi e noi andiamo verso quelli che pensiamo essere paesi più sviluppati. E lo sono ma… a quale prezzo? Stanno distruggendo il pianeta per la sete di denaro.
Viva il capitalismo borghese…