Io amo molto questo parte “pedagogica” del “Piccolo principe”:
-” Che cosa vuol dire addomesticare?”
– ” E’ una cosa da molto dimenticata. Vuol dire creare dei legami…”
– ” Creare dei legami?”
– ” Certo”, disse la volpe. ” Tu, fino ad ora per me, non sei che un ragazzino uguale a centomila ragazzini. E non ho bisogno di te. E neppure tu hai bisogno di me. Io non sono per te che una volpe uguale a centomila volpi. Ma, se tu mi addomestichi, noi avremo bisogno uno dell’altro. Tu sarai per me unico al mondo, e io sarò per te unica al mondo.”
– ” Comincio a capire”, disse il piccolo principe. ” C’è un fiore…. Credo che mi abbia addomesticato…”
Aborro la sola idea di “addomesticare”, sia questi un cane che, a maggior ragione, un bambino…
Nessuno ha il diritto di “addomesticare”, di mettere altri in condizioni di vivere alla loro dipendenza.
Come ex-docente di sostegno io continuo a dire che è pericoloso “addomesticare”. Gli individui devono crescere il più autonomamente possibile. Questo è alla base di tutto l’intervento didattico-educativo e non è valido solo per i bambini con problemi ma anche, ed a maggior ragione, per chi gode ottima salute fisica e psichica.
Ho sempre in mente quella frase del Prof. Andrea Canevaro: “E’ la società che crea l’handicap tutte le volte che non fornisce all’individuo gli strumenti atti a renderlo autonomo ed autosufficiente”.