La mia mentalità “pedagogica” è molto influenzata dalla Pedagogia montessoriana. Un personaggio che ho imparato a conoscere ed amare fin da quando mi imbattei in lei quando studiavo Filosofia e Pedagogia alle scuole magistrali:
“Il detto “sbagliando s’impara” è una delle più grandi verità! L’errore deve essere lodato, non punito! L’errore deve essere commesso, non soffocato!
Maria Montessori ci insegna che l’errore commesso e auto corretto in modo autonomo porta all’indipendenza, alla crescita sana e alla creatività. E proprio per questo i bambini ed i ragazzi nelle sue scuole sono sì guidati dagli insegnanti nelle varie attività ma sono autonomi nell’imparare perchè lasciati liberi di sperimentare e di capire.”
Queste le sue sagge parole: “Noi vedremo come il bambino lavori da sé al proprio perfezionamento. La strada giusta gli é indicata non solamente dagli oggetti che adopera, ma altresi’ dalla possibilità di riconoscere da soli i propri errori per mezzo di questi oggetti”.
A lei fa eco Karl Popper che scriveva:
“Einstein e l’ameba procedono alla stessa maniera e cioè per prove ed errori, ma sono guidati nelle loro azioni da una diversa logica: Einstein cerca i propri errori, impara dalla loro scoperta ed eliminazione e grazie ad essi si assicura la sopravvivenza, l’ameba muore con le sue soluzioni sbagliate”. (Popper, 1972)
Se non sono i docenti a trasmettere agli alunni l’idea che l’errore va accolto, perché elemento fondamentale nel percorso di apprendimento, e non respinto, come sinonimo di incapacità o incompetenza, gli studenti vedranno sempre gli sbagli come qualcosa da evitare, con il rischio di tarpare loro le ali e di impedirgli di osare, di tentare e di conseguenza, di imparare.[Riflessione estrapolata da http://www.youreduaction.it/errore-come-parte-della-lezione/]
Maria Montessori era contro il “voto”, sono sicura che oggi inorridirebbe davanti ai test Invalsi che “pretendono” di misurare le competenze attraverso quiz… retaggio del “Rischiatutto” di buongiorniana memoria…