Stamane il “Nonno”, Tizianagaetanomaria Visconti, ha scritto una cosa bellissima in cui parla di coloro che hanno “il cielo diviso e sistemato”. In senso lato li invidio. Vorrei avere le loro granitiche certezze mentre mi dibatto in un guazzabuglio di pensieri in mezzo a una umanità persa, confusa, un amalgama di disomogeneità in cui diventa difficile anche individuare i colori: la vita non è altro che una sfumatura del bianco col nero, risultato di tutti i colori mescolati tra loro. I colori sono magnifici, la natura ce ne regala a profusione eppure chi conosce il loro segreto? Chi studia la materia lo sa benissimo: i colori che noi vediamo in realtà non sono altro che il risultato di una esclusione del colore che l’occhio umano vede. Per le persone comuni sono caratteristiche intrinseche degli oggetti: ci sembra del tutto scontato e naturale che i colori siano una caratteristica delle cose stesse. Prendiamo in mano un bel pomodoro rosso e difficilmente ci sfiorerà l’idea che il
colore rosso non sia un ingrediente del pomodoro, così come lo sono la polpa e i semi, eppure se ti trovi ad affermarlo in un dibattito come minimo diranno che sei un ignorante o una pazza. Invidio coloro che riescono a fare le liste: bianco e nero; bello e brutto; buono e cattivo; ricco e povero; onesto e disonesto; avaro e generoso; egoista e altruista; delinquente e galantuomo… Convinti così di fare chiarezza e ovviamente loro si mettono sempre dal lato del… buono. Mi viene in mente la frase di Brecht: Mi sedetti dalla parte del torto dal momento che tutti gli altri posti erano occupati.[#AngeliKaMente riflettendo]