
L’Italia, in mancanza di lavoro, vive di demagogia e populismo. Demagogia e populismo sono i due pilastri su cui si costruiscono le “carriere” politiche e si fa business vendendo libri.
Oggi ho avuto il grande onore di essere bloccata da un certo Maurizio Parodi, dirigente scolastico di Genova, famoso per aver aver venduto un libro: Non più compiti a casa. Si definisce pedagogista, e sembra che abbia fatto anche il maestro. non so per quanto, sicuramente per poco… molto poco e tanto tempo fa se lui stesso dichiara: – “Un esempio eclatante, mio figlio era in seconda media, e doveva studiare i complementi, mi ha chiesto un chiarimento e così ho scoperto che rispetto a quando me ne occupavo, come docente, sono proliferati a dismisura: decine e decine… Nemmeno io li conosco tutti, in quell’occasione la mia presenza è stata inutile”. –
(Era sufficiente che suo figlio fosse stato attento in classe e la sua presenza sarebbe stata superflua oltre che “inutile”!)
Egregio dirigente si chiama “analfabetismo di ritorno” il suo e dimostra che ne sa meno dei docenti…
L’analfabetismo che tocca a chi smette di aggiornarsi.
So per certo che per me è stato un “onore” di cui ho goduto dopo aver manifestato la mia opinione al riguardo.
Questo dirigente si scaglia, non contro la scuola pubblica e il sistema che la regge (e come potrebbe, visto che è a busta paga di questo sistema?) ma contro i docenti che a sentir lui sono incompetenti, fannulloni, non insegnano nulla e si limitano a indottrinare demandando alla famiglia il compito di “insegnare”. Questo “pedagogo” porta a esempio il sistema finlandese ma sottace che in Finlandia:
1. Le classi sono strutturate in maniera differente che in Italia. Le nostre aule scolastiche sono ancora come erano nel 1925 (l’unica differenza è che i banchi non sono di legno e non hanno il portacalamaio).
2. Non esistono scuole private
3. Il corpo docente ha un’età media di trent’anni.
4. I docenti hanno la possibilità di fare i coffee break in sale scolastiche accoglienti e su poltrone comode.
5. Gli alunni hanno una pausa di 15′ ogni 75′ di lezione.
Ma l’unica reale differenza sta nelle infrastrutture su cui può contare la Finlandia: spazi, sussidi di ogni genere, arredi ad hoc, strutture, la formazione dei docenti. Un esempio su tutti è l’estrema cura degli ambienti educativi, mai arredi raffazzonati e mai ambienti di risulta come spesso accade da noi, dove la scuola si deve adeguare agli spazi che ha a disposizione.
La verità però è un’altra e questo Maurizio Parodi non lo dice (se no come farebbe ad avere così tanti seguaci e come venderebbe i suoi libri?):
“con i risultati dell’edizione 2015 del PISA, che sono stati diffusi lunedì 5 dicembre, la Finlandia prosegue il declino iniziato nel 2012, quando per la prima volta il punteggio nei test matematici del paese non rientrò nelle prime dieci posizioni. Dal 2009 al 2012 il calo in matematica è stato del 2,8 per cento, il punteggio scientifico è peggiorato del 3 per cento e quello in lettura dell’1,7 per cento. Nei risultati del 2015 il punteggio della Finlandia è calato in tutte le tre categorie: 11 punti in scienze, 5 in lettura e 10 in matematica. Tra i paesi con i risultati migliori, solo il Vietnam ha registrato un calo simile. Tutti gli altri paesi di prima fascia hanno ottenuto gli stessi risultati o sono leggermente migliorati. Oggi la Finlandia è dodicesima in matematica, quinta in scienze e quarta in lettura (risultati comunque migliori di quelli dell’Italia, che in lettura e in scienze ha un punteggio inferiore alla media degli altri paesi esaminati dallo studio)”.
Sono sicura che il declino continuerà. Perché è vero che i bambini vanno lasciati sotto una libertà vigilata ma anche il loro sapere va “incanalato” e “strutturato”… lo so ben io che da dilettante nell’arte ho dovuto fare i conti con la mancanza di un sapere “teorico”. –
Del resto, ditemi voi cosa hanno inventato i finlandesi, quanti premi Nobel annoverano tra i loro ex-studenti? Ve lo dico io, il risultato è 20 a 5 a nostro favore-.
La cosa ancora più grave è che sembra che questa sua proposta verrà discussa in Parlamento.
Quindi un dirigente con 18.000 genitori pretendono di imporre a 8(otto) milioni di studenti le loro bislacche idee. Ed il Parlamento che ha poco tempo per ascoltare i docenti che presentano emendamenti contro le loro leggi si preoccupa di calendarizzare questo…
Egregio “pedagogo”, prima di scagliarsi contro i docenti, prima di aizzare i genitori contro il Sapere e gli apprendimenti, parli con chi la paga e gli dica che anche i docenti italiani sono stanchi di essere sottostimati. Sfruttati e vilipesi da dirigenti come lei… e poi si faccia un giro per le scuole d’Italia dove, ne sono certa, troverà tantissimi insegnanti preparati e motivati… nonostante tutto e tutti…
http://www.ilpost.it/2016/12/19/crisi-scuola-finlandia/
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