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Pensione? Una chimera!


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Io vorrei capire solo una cosa, ne parlavo ieri con due ragazzi (un avvocato e un commercialista) e poco fa sul post di un mio contatto di Facebook: “Possibile che i politici continuino a gettarci fumo negli occhi con la complicità dei media?”
Come è possibile spostare in avanti l’età pensionabile e continuare a mantenere la disoccupazione tra i giovani?

Il cambio generazionale, nel mondo lavorativo, si allontana sempre più con varie ricadute e non certo positive dal mio punto di vista, né per lo stato né per i giovani che fanno bene a scappare.


Mi spiego: sarà anche vero che le aspettative di vita si sono allungate (fatto salvo i morti per inquinamento, per cancro o per incidenti mortali siano automobilistici che casalinghi) ma è anche vero che chi continua a lavorare a 60 e oltre anni ha continui acciacchi legati all’età (artrosi, arteriosclerosi etc…etc..) che li costringono a stare spesso lontano dal lavoro. La loro assenza pesa sulle spese sanitarie dello stato… Non solo le spese sanitarie ma anche le visite fiscali entrano nel capitolo di gestione.


I giovani, costretti ad entrare nel mondo lavorativo a 35-40 anni quanto dovranno lavorare prima di lasciare il posto ai loro figli? (Senza considerare il detto che dicono da queste parti: Dopo la quarantina un male ogni mattina)…
Meditate gente, meditate, che questa marmaglia acquisisce il diritto alla pensione con solo “CINQUE” giorni che si sono presentati in Parlamento e i dirigenti dell’INPS fior di stipendi…

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Autonomia, il mio punto di vista


2-sicilieA me non è l’autonomia in sé che mi infastidisce quanto l’egoismo dimostrato da veneti e lombardi , fermo restando che al sud dovremmo darci una mossa e vedere cosa fare per uscire dall’immobilismo in cui siamo cacciati dal tempo dell’unione nazionale. Conosco la mia terra, so che le condizioni ambientali non sono favorevoli all’industrializzazione ma non di meno se ci fosse un’amministrazione più oculata si potrebbero trovare strade alternative all’industrializzazione che porta solo inquinamento ambientale. Dovremmo tornare a “valorizzare” ciò che la natura ci ha dato spontaneamente. Cura e tutela del mare, del patrimonio boschivo, delle coste, dei beni culturali che abbiamo e che loro non hanno. Dire NO a qualunque opera di intervento venga fatta da imprese del nord che per anni ed anni hanno trovato terreno fertile in Sicilia e nel resto del sud. Dire NO al ponte il cui appalto è stato vinto dalla Impregilo. Oggi la tecnologia ci insegna che basta un click per colloquiare con l’America e l’Australia…
Allora potenziamo le nostre infrastrutture aereo-portuali e colloquiamo direttamente col mondo bypassando il governo centrale e ignorando la produzione del nord. Smettiamola di accettare supinamente l’egemonia mafiosa, ribelliamoci al clientelismo, al nepotismo negli incarichi pubblici. Detto questo, non so fino a che punto un Maroni, un Salvini, un Zaia siano in grado di colloquiare in Europa. Che rilievo possano avere in un tavolo economico internazionale. Per una che sogna il federalismo europeo questo subregionalismo italiano è un ossimoro. La strada è ancora tutta in salita. Maroni non avrebbe vinto se ci fosse stato il quorum e loro lo sapevano bene, in Lombardia, per questo non l’hanno voluto. Diciamo che io leggo questo risultato in funzione pre-elettorale. La Lega e la destra (grillini compresi) non ce la faranno a governare (la Lombardia conta 10milioni di abitanti, non 3milioni), specialmente se chi non è andato a votare si recherà alle urne a convalidare il suo dissenso a questa politica. Il Veneto non è stata una sorpresa e alle elezioni non gli cambierà nulla. Continuerà ad avere Zaia come presidente regionale, solo che voglio vedere adesso se continueranno, i veneti, ad evadere le tasse, visto che in questo sono maestri… e vediamo chi salverà il prossimo fallimento delle loro banche, adesso.

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Integrazione e non “accoglienza”


res467889_integrazione-culturaleL’errore che si commette quando si parla dell’immigrazione è tutto semantico: accoglienza.
Si accolgono gli ospiti che vengono a trovarci a casa, amici e parenti… Si accolgono i bambini che entrano per la prima volta a scuola, si accolgono i turisti, gli animali, ma chi viene per “vivere” non è un ospite ma un individuo che cerca un posto al sole per vivere.

Allora bisognerebbe parlare di integrazione.

Fino a che useremo la parola accoglienza ci scontreremo sempre, tutti.

Se vogliamo realizzare una umanità che fonda i suoi valori su parole come: fraternité, egualité, liberté (per usare le tre parole che sono state il fondamento della repubblica francese) allora smettiamola di considerare queste persone come zavorre.
Diamo loro la possibilità di lavorare, studiare, crearsi un avvenire per loro stessi e per i loro figli. Restituiamo loro la dignità di essere umani e smettiamola di trattarli come bestie da sfamare, come ladri che rubano il lavoro. Non penso che vengano con le armi a minacciarci per lavorare o che puntino un fucile in testa a un italiano per contendergli il lavoro.

Ribaltiamo il punto di vista.

Guardiamoli da un’altra ottica e sicuramente nessuno parlerà più di buonismo della sinistra ma di civiltà della sinistra.

Purtroppo giornalisti, politici e intellettualoidi che tanta visibilità hanno sui media sono i primi ignoranti in materia semantica.

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Terra senza barriere


A me non interessano gli usi e costumi di altri popoli (sono per l’assolutà libertà di espressione e penso che posso solo avere da guadagnare dal punto di vista della mia “crescita” personale), né credo che questi possano inficiare le mie abitudini e le mie tradizioni se davvero ci tengo (anche se oggi sono i nostri stessi giovani a fregarsene delle nostre tradizioni). Riguardo alla motivazione “politica” che vuole che la legge sullo ius soli sia fatta per portare voti al PD, in tutta onestà non mi tange.

In un mondo di cattivi maestri, finti buonisti, politici disonesti, commercianti ladri, parenti ed amici profittatori, maschi assassini, preti pedofili, cittadini furbi vuoi vedere che il problema è chi ha come unico problema l’esigenza di vivere una vita più decorosa? Io sono sempre stata fautrice dell’Unione Europea e il motivo principale sapete qual è? L’abbattimento delle frontiere.

Avere la “libertà” di muovermi dentro i confini senza dover avere il passaporto e sottopormi ai controlli dei gendarmi alle frontiere. Le frontiere, artificio umano, mi indignano e mi fanno ridere.

Mi indignano perché mi limitano nel bene più grande che l’uomo può avere “la libertà”. Noi sbandieriamo questa parola come fosse un dogma, poi siamo i primi che la neghiamo agli altri.

Le frontiere mi fanno ridere perché l’uomo, inscatolato nel suo pensiero, cristallizzato nelle sue idee, pensa di poter fare a meno degli altri che sono visti come una piaga infetta.
Mi dispiace, ma tutte le motivazioni che gli italiani portano per ostacolare
l’approvazione dello ius soli non rientrano nel mio modo di vedere e concepire l’Umanità…

Le barriere peggiori sono quelle mentali, nostre.
Nel mondo c’è molta miseria morale e economica. Ma non la elimineremo emarginando chi non la pensa come noi. Anzi, secondo il mio punto di vista, gli offriamo la giustificazione ai loro comportamenti resi ancora più ostinati proprio dal nostro modo di agire (amor con amor si paga).
La parola “emarginazione” è un ossimoro per me che sono madre di un ragazzo (oggi uomo) sordo nonché docente di sostegno che ha a cuore il “recupero” e l’inserimento nella società “civile” di persone che non esercitano, per problemi fisici-psichici o per impedimenti di altri, il loro diritto di vivere.
Perdonatemi ma sono convintissima di ciò che dico per averlo provato sulla mia pelle e la pelle di mio figlio. Credo che su questo argomento io sono un muro di gomma… e non voglio citare frasi o detti presi da altri per non fare la figura della saccente ma anche perché è proprio questa la mia forma mentis. Non avremo mai una società “umana” fino a che creiamo ghetti…


Questa è la mia Terra, non segnata da barriere di transito…


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Economia circolare


economia-circolare-esempiTempo fa chi mi segue ricorderà che, ripensando agli anni della mia fanciullezza, speravo in un ritorno al “riciclaggio”. Del vuoto a rendere. Quando le bottiglie erano di vetro e si riportavano al negoziante. Quando il latte veniva venduto giornalmente dal pastore che passava di casa in casa a riempire le bottiglie di vetro…
Ecco, stamane per caso mi sono imbattuta nel concetto di “Economia circolare” e mi piace, mi piace tanto. Credo che sia l’unico modo per pulire il pianeta. Del resto basta imparare dalla natura.
La famosa scala piramidale dell’alimentazione è un concetto sbagliato perché implica una gerarchia nel consumo alimentare. Gerarchia che non esiste in natura dove tutto si ricicla e contribuisce a “ri-generare”.
Ci sono tanti concetti in questo senso, come ad esempio “terra alla terra”… “mors tua vita mea”…
Che belli i tempi in cui l’uomo seguiva il ritmo delle stagioni!
Oggi tutto è sotto il dominio della “massimizzazione”. Massimizzazione della produzione, massimizzazione dei tempi di produzione, massimizzazione del prezzo di vendita (sia in senso – che in senso +), tenendo come punto di riferimento “la massa”. Quella folla indistinta e senza volto che lavora e spende… spende e lavora… E più lavora più spende.
Economia circolare, è così semplice, così… naturale!
Del resto non ce lo insegnano gli stessi matematici che la linea più bella, quella perfetta, è il cerchio?
La natura di Dio è un cerchio il cui centro è ovunque e la cui circonferenza non è da nessuna parte. (Empedocle di Agrigento)
Qui potete leggere cosa si intende per “Economia Circolare”
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Il lavoro più importante del mondo


 

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Noi docenti abbiamo la più grande responsabilità nei confronti dell’Umanità… Assumiamocela. Essere Docenti è una “missione”. La Scuola non è, e non deve essere, una mucca da mungere per il proprio interesse personale. Non deve rispondere alle meschinerie del singolo ma all’interesse di tutta la società. Il Nostro lavoro è il più bello del mondo ma anche il più arduo, prendiamone atto. [#AngeliKaMente…]