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La “Buona scuola” siamo noi…


Schermata 2017-11-28 alle 07.18.10mettiamocelo in testa!
Stamane la collega Nunzia Di Marzo mi ha richiamato alla memoria un lavoretto che avevo fatto alle scuole medie durante l’ora di “Applicazioni tecniche”… mi è venuta la curiosità di andare a cercare su google per vedere cosa era rimasto di quella materia che è stata tranciata da uno dei Governi di Berlusconi, con la Beata Moratti… la cui scure sull’istruzione pubblica si è abbattuta fino ad arrivare alla Gelmini che ha cancellato la Geografia e mi sono imbattuta in questo post. L’ho letto e non vi nascondo lo sgomento che ho provato.
Io sono cresciuta in collegio e il 70% dei miei insegnanti erano suore eppure mi rendo conto che la “formazione” che ho avuto io oltre quarant’anni fa sono stati pochi, pochissimi ad averla. Noi durante le ore di applicazione tecnica non facevamo il punto croce, anche se studiavamo l’arredamento interno, l’esposizione delle camere in una casa, la disposizione dei mobili e l’economia domestica. Il punto croce era riservato alle ore “morte” tra l’esecuzione dei compiti a casa e la lettura di un libro (almeno io), noi facevamo lavoretti di manualità, oggetti decorativi per abbellire la casa e si lavorava col pannolenci, con la corda che aveva lo scheletro di ferro al suo interno, e tanto altro ancora… Poi leggo che a malapena i maschi si dedicavano ad accendere una lampadina mentre io agli esami di terza media eseguì con pile (quelle rettangolari con le lamelle di rame per indenderci), fili elettrici e lampadine, i collegamenti in serie e in parallelo e mi chiedo con profondo sconforto: Ma stiamo messi così male? Possibile che ci sia così tanta trascuratezza tra noi docenti? Lasciamo stare i guai che hanno combinato i governi ma cavolo possibile che ci siamo appiattiti così, senza più stimoli e creatività da comunicare agli studenti?

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Feeding knowledge


Mah… i cinesi non avevano nulla, ancora trent’anni fa. Coi soldi si stanno comprando mezzo mondo.

Hanno iniziato a piccoli passi. Prima le piccole imprese, poi le grandi industrie e ora anche

Feeding-Knowledge

il knowledge (cioé i “segreti”, le conoscenze che occorrono per produrre un determinato prodotto)… Alla fine è tutta questione di soldi… Senza i quali neanche il prete canta messa. E’ un falso ideologico dire che l’Italia non ce la può fare perché è rimasta al palo. L’Italia non ce la può fare perché nessuno investe per fare restare qui i nostri manufatti…

Nessuno investe sui giovani che anzi sono stati buggerati proprio dal Governo, dal job-act alle pensioni alla Buona Scuola di Matteo Renzi, che ha fatto approvare una legge che già il berlusca aveva provato ad imporci dai tempi della Moratti e che porta l’impronta della Aprea…
E poi dovremmo andare a votare? Cari, carissimi politici, cambiate canzone e forse noi potremo iniziare a ballare…
Pensate ai giovani che non hanno più spazio in un Paese popolato da vecchi che pretendono ancora di governare quando dovrebbero andare a giocare a bocce… Mai un Parlamento è stato così pieno di gente senza competenze… per non parlare dei Ministri che fanno solo piangere tra diplomati e licenziandi…
Premiamo i meriti anche a livello del Governo… il pesce puzza dalla testa.

In Italia tutto è sommerso: dal lavoro alla Cultura.

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Italien’s black friday


Il black friday italiano ha rivelato l’anima dei commercianti italiani… Un vero flop.

Una pTarget CEO Brian Cornell at Jersey City Targetresa per le fondella del consumatore.

Mediaworld ha pubblicizzato che aderiva al “black friday”. Nel trovarmi al centro commerciale, ieri sera, sono andata a curiosare e non vi nascondo la mia delusione. Gli unici articoli in sconto erano quei quattro che venivano mostrati nella pubblicità: UN solo tipo di televisore, UN solo tipo di robot spazzino, UN solo tipo di telefonino, UN solo tipo di lavatrice…
Non finisce qui.

Sono andata a fare la normale spesa settimanale e alla cassa mi viene consegnato un tagliando mentre l’addetta mi spiega che a fronte della spesa fatta ho diritto a tot… di sconto sul prossimo acquisto, mi dice che è lo sconto del black friday. L’ho guardata in faccia e le ho detto:-“Mi prende in giro? A parte che io non sono venuta perché pensavo di avere lo sconto sulla spesa… ma davvero lei crede che questo sia il “black friday”?”-
Rassegnamoci, siamo un Paese di “poeti, navigatori e santi” NON abbiamo l’anima del Commercio.

I commercianti nostrani non hanno la capacità di guardare lontano. Preferiscono mangiare la gallina oggi e così il giorno dopo non hanno né uova né galline e chiudono i battenti…
Non è tutta e sempre solo colpa del Governo se il commercio è paralizzato.

Dedicatevi ad altro, sentite a me… Andate a zappare la terra…

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Halloween: il mio punto di vista


celebrazioni_autunnali

Ogni anno mi tocca leggere la solita polemica tra i denigratori della festa di Halloween che dicono: E’ una pagliacciata, non ci appartiene, non è nella nostra tradizione. La nostra tradizione è quella di Ognissanti, è la Commemorazione dei defunti.

Adesso non meravigliatevi, nè scandalizzatevi, se io, più vi leggo e più vorrei tornare nel mondo dei bambini.

Gli adulti siamo noiosi, ripetitivi, pedanti, lì dove i bambini sono impulso, fantasia, stimolo creativo.

Nella mia classe ogni anno affrontiamo l’argomento ma da una prospettiva molto più “ampia” e, ogni volta che lo faccio, non posso fare a meno di ridere dei luoghi comuni sui quali molti adulti fondano le loro convinzioni.

Con i miei alunni riflettiamo, ragioniamo insieme e colleghiamo le molteplici informazioni in nostro possesso.

Riflettiamo sul perché molti dicono che le festività, religiose o civili, siano riti “pagani” e non hanno tutti i torti in quanto noi sappiamo che festività e riti che noi celebriamo si sono innestati su vecchie celebrazioni e vecchi riti delle civiltà precedenti.

Le testimonianze storiche attestano l’usanza di commemorare i morti già in civiltà antichissime, distanti tra loro per spazio e tempo. Dall’antica Roma, alle civiltà celtiche, fino al Messico e alla Cina, è un proliferare di riti. Origini e riti che si ricollegano all’antica usanza del banchetto funebre, un tempo comune a tutti i popoli indo-europe.

I miei alunni riflettono su come, l’uomo, nomade fin dalla Preistoria, ovunque vada si porta dentro il suo bagaglio culturale, le sue tradizioni e di come “condivida” con gli altri le sue conoscenze (come ad esempio fanno i giapponesi con i loro bonsai).

La storia cambia, muta nel tempo pur mantenendo inalterate le sue radici. Il suo comun denominatore.

E’ vero, Halloween non appartiene alla nostra cultura (e trovo singolare come molti razzisti e xenofobi che vedono le loro convinzioni minacciate dagli immigrati che vengono dai paesi africani poi accettino quello che viene d’oltremanica) più di quanto la Commemorazione dei defunti e la festa di Ognissanti appartenga a chi non è cattolico.
Ma se con certosina pazienza andiamo a ricercare l’origine, la sorgente di quella tradizione scopriamo che la radice è la stessa. Identica. Cambia la forma ma la sostanza è unica per tutti.

Nella nostra tradizione si racconta ai bambini che la notte del 2 novembre i morti lascino le loro tombe e tornino sulla terra a trovare i loro cari recando ai bambini dei dolci particolari. In Sicilia e nel meridione in generale loro portano i celeberrimi ossa dei morti. In Sicilia è tradizione mettere nella calza anche la famosa frutta martorana o pasta reale.

Nei Paesi di origine anglofona questa stessa “visione” , questo passaggio sulla terra di chi si trova nella tomba, nell’oltretomba, avviene il 31 ottobre.

Quindi, come possiamo vedere le due feste differiscono solo nelle date e nelle forme ma non nella sostanza.

La radice è identica!

Allora riflettiamo sul perché e non sul cosa… Perché l’uomo, dalla notte dei tempi, ha costruito questo pensiero. Io, una spiegazione me la sono data.

L’uomo tenta di esorcizzare la paura della morte, dell’ignoto, dell’incognita del suo destino dopo la morte. Le religioni servono prima di tutto a questo. Ci rincuorano, ci danno coraggio quando ci insegnano che non tutto è perso, che la nostra vita continua oltre la morte e che non abbandoneremo mai questa Terra. Tutti ci lamentiamo della vita che facciamo ma, contemporaneamente, vorremmo vivere in eterno e ci attacchiamo alle tradizioni solo con l’illusione di sopravvivere e la paura di tornare e trovare il mondo cambiato.

Vorremmo cristallizzare la Vita non potendo evitare la Morte.

Che si usino queste credenze per esorcizzare la Morte, le nostre paure, è del tutto plausibile. Fa parte della crescita e dell’equilibrio psichico degli uomini e in particolar modo dei bambini. Loro hanno bisogno di sapere che i mostri possono essere controllati. Che i mostri in realtà non sono altro che frutto del pensiero. Quei mostri che turbano i loro sonni e che loro non sanno spiegarsi. Sono i mostri che derivano dal sentirsi abbandonati, trascurati, ignorati. Sono i mostri della deprivazione affettiva, della mancanza di attenzioni e della scarsa partecipazione alla loro crescita. Sono i mostri che nascono quando si pensa al futuro incerto e nebuloso quelli che ci tormentano ad ogni età. I bambini non ne hanno coscienza ma ci sono, li hanno, aumentati dai discorsi preoccupati degli adulti.

Lo vedo a scuola quando dico loro di scrivere la fine di un racconto letto in classe. Sono pochissimi quelli che mi danno conclusioni a “latte e miele”, molti di loro invece parlano di mostri, assassini, sangue, coltelli, alieni…

Allora, lasciamo che i bambini si divertano, divertiamoci insieme a loro e non contro di loro, prima che la Vita vorace piombi come un falco su di loro e li divori.

Buone festività autunnali a tutti.