
In questi due giorni ho molto discusso su Linkedin (dove il 90% dell’utenza sembra essere di destra, compresi i fake di esaltati che arrivano ad avere anche 10 account, per loro ammissione, pur di autosostenersi nella loro follia). I loro interventi sono sempre stati: Si.. perché non parliamo dei 90milioni, dei 60 milioni, dei 100 milioni (nemmeno su questo sono d’accordo) di morti fatti da Stalin, Mao e Castro…
Riporto qui il mio ultimo commento, le miei centesime argomentazioni. Sono stanca di continuare a ripeterle. Mi sento un vecchio disco rotto (quelli vinilici, li avete presenti?).
Allora forse dobbiamo iniziare a stabilire la verità storica. Stalin, come Mussolini si alleò con i tedeschi, salvo poi voltare loro le spalle mentre Mussolini invocava ancora l’aiuto tedesco che non si curò di lui e della sua Repubblica di Salò… Cosa fece Mao in Cina, perdonate il cinismo ma riguarda poco l’Europa. Ogni guerra ha i suoi eroi e i suoi morti. L’uomo che si definisce tale non dovrebbe augurarsi nessuna guerra [nel post dei bambini qualcuno ha anche minacciato dicendo che la nostra fine (di quelli che non sono fascisti) è vicina….].
La storia va letta nel suo contesto culturale e ogni secolo ha avuto i suoi folli dittatori. Nessuno giustifica nessuno. Io sono la prima a dire che gli ebrei NON dovrebbero strumentalizzare la persecuzione che hanno subita visto quello che hanno combinato, e combinano, in Palestina…
Indignarsi nel 2018 significa, prima di tutto: Non permettere a gente che non ha conosciuto gli orrori della guerra riesumare il Duce, Hitler o qualunque tiranno…
Indignarsi nel 2018 significa condannare tutti i fascisti moderni che difendono l’operato di Putin in Russia (ex comunista, ex KGB NON dimentichiamolo) che ancora oggi fa arrestare 240 persone perché NON sono liberi di manifestare il loro dissenso e si augurano che venga a sottomettere gli italiani… Questa è la ragione dell’indignazione in Italia.

Indignarsi anche per quegli italiani catturati dai tedeschi perché Mussolini e il re li lasciarono soli e che furono trattati come ebrei, deportati anche loro nei lager polacchi…
(650.000 secondo le stime).

Come ho scritto inoltre: «I gulag non erano finalizzati allo sterminio di un popolo. Erano campi di prigionia, le persone erano ridotte in schiavitù. Ma erano essenzialmente luoghi di lavoro. Non è morta il novanta per cento della loro popolazione, come nei lager».
I russi di Mao, i cinesi di Stalin, come il soviet di Putin oggi e come migliaia di altri nel mondo non avevano, e non hanno, una democrazia come la nostra. Questo è il primo errore storico che fanno i fascisti quando attaccano la sinistra e i comunisti italiani:
“Noi, grazie a Dio, siamo un Paese Democratico dove tutti hanno libertà di parola… e si può vedere dai vari movimenti di estrema destra e di estrema sinistra…”
I Paesi che citate NON sono Paesi Democratici, NON lo sono MAI stati. Se pensate che sia una differenza di poco allora inutile qualunque altra discussione.
Stalin e Mao sono saliti al Potere con la volontà popolare, non si sono autoproclamati imperatori. La stessa volontà popolare che potrebbe portare in Europa a quel regime fascio-nazista che la gente che odia la guerra si augura NON ritorni MAI più. Ecco perché parliamo dell’Olocausto, della Shoah, dove a morire non sono stati solo gli ebrei…
Voglio ricordare che per questa “Libertà Democratica” sono morti migliaia di italiani che hanno combattuto contro i fascio-nazisti.

Onorate i NOSTRI MORTI!
Comprendo come si possano sentire tutti i fascisti in occasione di questa ricorrenza, non hanno armi con cui giustificare coloro che loro esaltano, le idee di quei pazzi criminali e usano la via traversa. Le loro risposte sono dettate, secondo me, dal loro grande senso di colpa. Sanno che sono colpevoli e complici nel momento in cui decidono con chi associarsi.
Allora se vi pesa la coscienza… cancellate la parola “destra e fascismo” dal vostro vocabolario… Vi sentirete meglio e con la coscienza più leggera.
Tornate ad essere “Umani” e non “Iene”…
Devi effettuare l'accesso per postare un commento.