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Saliamo sulla cattedra


Facebook mi ripropone oggi un post che scrissi due anni fa:

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Io vado a scuola perché credo che sia mio compito spingere i bambini, i futuri cittadini attivi di questo Paese, non solo a sognare ma a iniziare a costruire un Paese diverso.

Se vogliamo che il Paese esca da questa stagnazione cronica dobbiamo fare in modo di “guarire” i cervelli incancreniti degli italiani adulti.

Se vogliamo adeguarci ad un mondo in continua evoluzione, ad una società liquida e complessa, dobbiamo iniziare a formare già da subito i bambini a vivere in modo completamente diverso da come viviamo, pensiamo, ragioniamo noi.

Se vogliamo stare al passo coi tempi dobbiamo smetterla di voler piegare l’ apprendimento della nuova generazione alle nostre conoscenze. Non dobbiamo pretendere che loro si allineino al nostro pensiero vecchio, rispetto al loro.

Se rimaniamo ancorati al passato (e quanti docenti ci sono che vanno avanti campando di rendita, non solo di lezioni riproposte con la stessa metodologia stantia e vecchia ma anche con fotocopie di cose fatte 10 – 15 anni fa?) non lamentiamoci poi che il Paese non evolve.

Se vogliamo che vi sia crescita sociale ed economica dobbiamo avere il coraggio di rompere gli schemi, di ribellarci al sistema se questo ci vuole ingabbiare in riti burocratici, dobbiamo avere il coraggio di salire sopra la cattedra insieme ai nostri alunni e/o di sederci nei banchi con loro. Occorre una rivoluzione copernicana che ribalti la didattica, e non parlo solo dell’innovazione digitale ma proprio di un capovolgimento nel modo di fare “scuola”… [#AngeliKaMente stanca di stereotipi, cliché e grigia quotidianità, ultima idealista?]

 

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Adoro i miei alunni!!!


Dicono che i docenti lavorino solo 4 ore…ma io gongolo quando invece a quest’ora un alunno mi contatta su whatsapp per ricordarmi una promessa che avevo fatto loro . Oggi ci era venuto un dubbio, consideravamo “tranne” come preposizione ma sul loro testo lo dava come voce verbale… ammetto la mia impasse del momento e avevo promesso loro che avrei cercato sul sito dell’accademia della Crusca… Mentre un altro mi contatta su classdojo per dirmi ancora qualcos’altro…

(acca a parte, spero che sia un errore del t9… 🤔🤔🤔🤔) questa la chiacchierata:

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Questo il messaggio su classdojo

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Ditemi se non devo essere orgogliosa di loro e come si fa a non amare il mio “lavoro”…

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Il pernicioso “buonismo” dei genitori italiani


10174595-k4kH-U43450853475775AzH-1224x916@Corriere-Web-Milano-593x443.jpgIo ammiro i ragazzi che vengono dai paesi africani. Li ammiro perché hanno la forza di sognare e di scappare per realizzare i loro sogni. Non ce li hanno chiusi dentro valigie di cartone, come i nostri migranti alla fine dell’800… né in eleganti trolley ma dentro il loro cuore. E sono talmente grandi che non pensano ai sacrifici a cui andranno incontro. Sfidano la morte per mare e/o per mano dei loro aguzzini che lucrano sulle loro speranze. Noi abbiamo i figli che aspettano il reddito di cittadinanza, che vivono sulle spalle di mamma e papà o con la pensione dei nonni fino a 35 anni. Questa è la vera vergogna! Aiutiamoli a casa loro? Cacciamo fuori di casa i nostri figli, insegnamo loro cosa voglia dire lavorare e lottare e sudare per conquistare un “posto al sole” indichiamo questi ragazzi, portiamoli come esempio di coraggio e di voglia di lavorare e non come feccia umana……
Basta chiacchiere, smettiamola col “buonismo”… si ma quello che tiene adulti di trent’anni ancora nella bambagia. Questo è il “buonismo” pernicioso dche nuoce alla società, tutta.
Non li abbiamo mandati a scuola per vederli ciondolare davanti alla Tv, col cellulare in mano a chattare o a giocare con la playstation…
Mandateli fuori di casa a costruirsi il loro domani. Come arriveranno alla vecchiaia?
Chi gli garantirà loro gli anni necessari per avere una pensione dignitosa?
Ma ci avete mai pensato?
Guardatevi in casa vostra e vedrete chi sono i veri parassiti sociali…
Svezia, Danimarca e Finlandia sono i Paesi in cui
i figli se ne vanno prima di casa: rispettivamente a 19, 21 e 22 anni

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L’8 marzo la marea femminista torna nelle strade: noi scioperiamo!


Non Una Di Meno

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Il prossimo 8 marzo la marea femminista tornerà nelle strade di tutto il mondo con lo sciopero globale delle donne.

Il rifiuto della violenza maschile in tutte le sue forme e la rabbia di chi non vuole esserne vittima si trasformeranno in un grido comune: da #metoo a #wetoogether.

Sarà sciopero femminista perchè pretendiamo una trasformazione radicale della società: scioperiamo contro la violenza economica, la precarietà e le discriminazioni. Sovvertiamo le gerarchie sessuali, le norme di genere, i ruoli sociali imposti, i rapporti di potere che generano molestie e violenze. Rivendichiamo un reddito di autodeterminazione, un salario minimo europeo e un welfare universale, garantito e accessibile. Vogliamo autonomia e libertà di scelta sui nostri corpi e sulle nostre vite, vogliamo essere libere di muoverci e di restare contro la violenza del razzismo istituzionale e dei confini.

Sappiamo che scioperare è sempre una grandissima sfida, perchè ci scontriamo con il…

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