Oggi molti pensano che se condividi qualcosa lo fai solo per metterti in mostra. Siamo talmente malati di narcisismo e di protagonismo che quando vediamo che altri mettono a disposizione, condividendo, il proprio lavoro, le proprie conoscenze (non competenze…ma co-no-scen-ze) lo facciano solo per mettersi in mostra. E’ proprio vero che giudichiamo gli altri col nostro metro personale. Il Maestro Antonio Caruso, in arte Nino Caruso (Tripoli, 19 aprile 1928 – Roma, 19 gennaio 2017), ceramista, scultore e designer italiano, sottolineava nel suo libro “Decorazione ceramica”, ed. Hoepli-Torino, proprio l’ incapacità degli italiani di condividere le proprie scoperte… il proprio sapere. E’ vero, siamo gretti e meschini questa è la prima rovina del Paese, insieme all’ignoranza, l’analfabetismo funzionale. Lui, infatti, diceva che in America la decorazione della ceramica si era sviluppata grazie alla condivisione. Condivisione che nel mondo anglo-sassone è la prassi mentre in Italia uno muore e si porta i suoi “segreti” del mestiere nella tomba.
Io amo condividere con gli altri, amo mettere al servizio degli altri quelle piccole cose che faccio. E’ nella mia natura e come me lo fanno moltissimi altri docenti perché è nella condivisione dei contenuti, nel confronto delle idee, che la società evolve. Che la Cultura riceve lo slancio necessario per farsi linfa creativa ed evolutiva. Invece ci sono molti che sono talmente avari, talmente meschini, che preferiscono “rubartele” le idee piuttosto che darti la soddisfazione di dirti “Grazie”…
Beninteso che a me non interesse nemmeno sentirmi dire grazie. Io sono felice, appagata, quando so di essere utile agli altri. Nulla è più gratificante di questo per me.
Dai amore, metti amore in tutto quello che fai… Questo è il motto della mia vita. Non importa la ricompensa del mondo, per questo le grandi Menti… i Maestri non hanno mai voluto ricompense. La ricompensa più grande non sta nell’avere ma nel donare. Provate a “donare” e vedrete come il vostro cuore si riempirà di gioia… Altro che la sospirata felicità che tutti bramano! La vera gioia è “il Dono”…
[cit.] Condividere – con-di-vì-de-re (io con-di vì-do)
Sign. Possedere insieme; partecipare insieme; offrire del proprio ad altri
Composto da con e dividere, a sua volta, incertamente, dal latino: dis separazione e videre vedere. Vedere separato.
Al di là della condivisione del bagno fra coinquilini, il condividere si svela una galassia complessa.
La condivisione può essere la partecipazione comune ad un progetto, una tensione d’insieme, un essere d’accordo, un’esperienza che affratella ed è vissuta a un tempo da più punti di vista diversi – e perciò più ricca, fertile di discernimento, di emozione comunicante.
Oggi questa parola surfa sulla cresta dell’onda grazie ai social network, in cui indica l’azione del pubblicare, del comunicare, del portare alla conoscenza dei propri amici un pensiero, un testo, una canzone, un video, un sito: meno intima ma più concreta, questa accezione potenzia il canale di una formazione culturale collettiva, in cui il condiviso è proposta, semina di informazione, mattone comune – canale fondamentale in ogni rapporto umano, condivisione che porta a condivisioni sempre più profonde.
Come quando conosci qualcuno, gli regali un libro, lui poi te ne dà un altro, poi discutete su qualcosa, e via e via passa il tempo, e prima che possiate rendervene conto siete diventati fratelli con ideologie rigogliose e progetti brillanti, su una strada vostra e pura che è davvero condivisa. E mica male, questo condividere.
«La cultura è l’unico bene dell’umanità che, diviso fra tutti, anziché diminuire si moltiplica e diventa più grande». [Hans-Georg Gadamer]