Come si fa a non capire che oggi gli immigrati costituiscono per il paese quello che gli italiani hanno significato per i Paesi che li hanno accolti? Sono gli italiani, le braccia dei nostri operai, dei nostri “braccianti” che hanno reso grandi gli altri Stati (dalla Germania alle Americhe, all’ Australia).
Un Paese di vecchi ha bisogno di giovani per crescere e rimanere vivo e, perdonate l’ “opportunismo”, ma arrivati a un certo punto bisogna pur chiedersi cosa sia più utile e vantaggioso per l’uomo, per la società.
Bisogna scegliere tra un futuro volto all’estinzione e uno volto all’evoluzione.
Tra l’interesse del singolo e quello della collettività.
Tra il gretto egoismo e il bene di tutti.
Nel pensiero filosofico (politico ed economico) si chiama teoria “dell’utilitarismo sociale”, se ricordo bene.
Una mano lava l’altra e tutte e due lavano la faccia, dice un vecchio detto popolare.
//Cercando un immagine per accompagnare questo pensiero mi sono imbattuta nel nome dei filosofi che propugnavano questa teoria… anche se loro la applicavano al concetto di ricerca del piacere – retaggio di un tardo epicureismo – : David Hume e John Stuart Mill)