Pubblicato in: Notizie e politica, Società e Costume

Accadde oggi, era l’anno 1918


 

DrtSUYvVYAENYfN.jpg large#11novembre 1918 — Termina la Grande Guerra con la firma dell’armistizio da parte della #Germania in un vagone ferroviario a Compiègne in Francia.

In 4 anni, 2 mesi e 3 settimane sono morte 17 milioni di persone.

 

Altre 50-100 milioni se le porta via l’influenza spagnola.

RICORDIAMOCELO il 19 maggio…

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Il Gas-lighting o il gas della cucina?


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Stasera ho deciso di cucinare uno sformato di zucchine a modo mio. Quali sono gli ingredienti? Quelli che troverò aprendo il frigorifero. Lo so che non ve ne frega niente, ma è giusto per soddisfare il mio impulso ossessivo-compulsivo a digitare sulla tastiera visto che non ho nessuna voglia di parlare dei due minus habentes e di tutti i casini illegali, anticostituzionali e subumani che stanno perpetrando col consenso degli italiani che li sostengono. Ciechi e sordi… o semplicemente emotivamente e intellettualmente sterili?

Leggevo poco fa che c’è un tipo di “abuso psicologico”, definito “Gaslighting” :

[cit.]In termini generali, la vittima di Gaslighting, di solito, è una persona sfiduciata, che trova qualcuno in apparenza degno di fiducia. Il manipolatore è insicuro di sé, ma ossessionato con l’esercitare il controllo sugli altri. Dimostra simpatia e dice di volere il benessere dell’altro. Tuttavia, si tratta solo di una farsa. La vittima arriva ad idealizzare questa persona. E stando così le cose, si creano le giuste condizioni per esercitare il Gaslighting.

Quando questo tipo di manipolazione emotiva prosegue per lunghi periodi, ha conseguenze profondamente negative sulla vittima. La più preoccupante, senza dubbio, è la sua sottomissione alla “realtà” imposta dal manipolatore. Il Gaslighting provoca anche che l’abusato decida di appropriarsi dei conflitti del suo abusatore. Sembra che un soggetto che “ha bisogno di avere ragione” è più incline a soffrire di questo tipo di abuso.”

Ecco…tra il “gas” della cucina e quello psiocologico, permettetemi di optare per il primo.

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Fate vivere i giovani!


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Abbiamo politici che parlano ai vecchi. Che alimentano le loro più grandi paure: la vecchiaia e la morte. Quindi fanno politiche per “i vecchi”. Fossilizzati in idee obsolete e preconcette, per questo la destra avanza.
Per questo i topi tornano a circolare per le strade.
Hanno aperto i tombini e il fetore si è propagato per le strade, per le città, per i paesi e ha riempito i polmoni e la testa. Individui con poca cultura, con una visione miope della realtà, che non sa andare oltre il proprio recinto di casa, per questo ci ingabbiano. Per questo alzano muri ai nostri confini e nelle nostre menti.
BASTA!
I vecchi, e intendo TUTTI i vecchi, che non sanno guardare al futuro, che non hanno la visione del domani (perché è del vecchio vivere nel passato) si tolgano di mezzo. Se ne vadano nei pensionati se non sono in grado di pensare ai giovani.
I vecchi sono egoisti, come i bambini. Chiusi nel loro ego, come lo sono i bambini, non comprendono il nuovo che avanza e ne hanno paura. Nelle loro teste stanche, atrofizzate e senza più visioni colmi di pathos, creano mostri che a lungo andare rodono la ragione, le percezioni si offuscano e obnubilano la mente.
La vita è come un cerchio…
È il moto terrestre che ci porta dallo zenit al nadir da cui siamo partiti. È una parabola circolare ascendente e discendente. Allora facciamo uso prezioso di quello che abbiamo appreso e, invece di piangerci addosso, stiamo vicino ai giovani per aiutarli a costruire il loro futuro. Facciamo vedere loro che oltre i nostri piccoli confini mentali c’è un mondo meraviglioso che chiede di essere conosciuto. Rompiamo le barriere in cui vogliamo rinchiuderci. Usciamo dalla nostra zona di comfort e insegnamo loro l’audacia dell’affrontare le sfide che il mondo richiede. Smettiamola di procedere col freno a mano tirato. Pigiamo sull’acceleratore del tempo, insegnamo loro a non avere paura e ad incanalare la loro “forza vitale” verso mete ambiziose.
Insegnamo loro a puntare lo sguardo verso traguardi che noi non potremo più raggiungere. Accettiamo che questa è la vita.
Siamo monito ed esempio per le nuove generazioni.
Non alimentiamo in loro l’odio e la paura solo perché non accettiamo che la nostra vita si avvia alla fine. Non trasciniamo anche loro nella tomba insieme a noi.
Smettiamola di pensare a noi stessi. Aiutiamo i nostri giovani a crescere. Ma a crescere con pensieri positivi e propositivi. Aiutiamoli a sognare e non ad odiare.
Insegnamo loro che rispettare gli altri non mortifica la loro individualità. Che la loro Libertà è uguale a quella di chi gli sta accanto e che finisce dove inizia quella dell’altro.
Insomma, fate i vecchi e comportatevi da vecchi. Tirate fuori la saggezza degli anni, elargite loro la conoscenza delle vostre esperienze (lo so, magari non ne faranno tesoro, oggi, ma servirà loro col tempo) perché c’è la Storia e poi ci sono le storie. Quelle che si tramandano da padre in figlio, di generazione in generazioni. Ma soprattutto insegnate loro che la Vita è AMORE e non ODIO
Che l’Amore genere la Vita mentre il frutto dell’Odio è la morte.
Noi li stiamo spingendo verso la morte… e tutto solo per un vigliacco egoismo generato dalla nostra paura di dover lasciare questo mondo. Purtroppo, parafrasando la canzone di De André: Quando si muore, si muore soli… Nessuno sarà esentato e nessuno ci salverà da questo destino.
Allora fate VIVERE i giovani!