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Siamo tutti coinvolti


Ieri sera, commentavamo con il consorte la sceneggiata di Trump e Kim su chi ce l’aveva più grosso. Mentre guardavamo le strette di mano tra questi due signori, mio marito, sottolineava come si potesse stringere la mano a uno che è sospettato di aver fatto uccidere il fratello, lo zio, la fidanzata e chissà quanti altri ancora.

Il Potere dei soldi, solo il potere dei soldi .

Lo stesso potere che ci porta a chiudere gli occhi davanti ai governi che si arricchiscono sfruttando la povera gente.

Dall’Africa alla Cina gli uomini rubano, uccidono, condannano a una vita di lavoro e di stenti milioni di uomini, donne e bambini sotto il silenzio indifferente di una società consumistica che sa inchinarsi solo davanti al Potere del dio Denaro.

A mammona, come diceva Gesù.

E mi torna in mente la saggezza latina: Pecunia non olet.

Nessuno può permettersi il lusso di scappare dalla propria terra in cerca di un futuro migliore, specialmente se povero e diseredato della Terra. Questi vanno cacciati a calci nel sedere. Mentre gli assassini, i criminali, quelli che calpestano i più elementari diritti degli uomini (istruzione, salute, benessere psico-fisico) vengono accolti coi tappeti rossi e sventolio di bandiere: “Siamo tutti coinvolti”. Siamo tutti correi.

Ecco perché il popolo difende gli assassini, solo per i soldi.

Fermate il Mondo, voglio scendere!

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Essere o non essere. Azione o inedia?


Quattro anni fa, quando la scuola era in pieno fermento e scioperavamo contro il DL107/15 io mi proposi, ed accettai, la funzione di “Animatore Digitale”, funzione che NON prevedeva alcun compenso (insomma, si lavorava per la Fatebenefratelli). Quello che mi rattristò fu il fatto che persi “la stima” di un collega con cui fino ad allora avevamo condiviso lo stesso identico pensiero. Lui non ha voluto comprendere le ragioni della mia scelta. E da allora è scomparso, non lo vedo più. La cosa mi ferì, e continua a farmi male, moltissimo, ma non avevo nessuna intenzione di retrocedere dal fare qualcosa che oltre a piacermi davvero mi avrebbe permesso di mettere a disposizione delle colleghe “quindici” anni di studi informatici. Era arrivato il momento di trasmettere agli altri tutto quello che avevo appreso anche sacrificando le mie ore di sonno. Amo il mio lavoro, amo rendermi utile agli altri e non mi interessa avere il tornaconto di quello che faccio. A ben pensarci la Vita è mia creditrice. Infatti è “sempre” stata condizionata da scelte personali fatte prima di tutto per compiacere gli altri, pur subendo le altrui decisioni per amor di quiete ho sempre anteposto le esigenze degli altri alle mie. A volte ho lottato, ho cercato di far comprendere le ragioni delle mie scelte, ma con sempre scarsi risultati. Per cui alla fine ho gettato la spugna.

Adesso, leggendo “Leggere Lolita a Teheran”, mi rendo conto che sono situazioni in cui ci troviamo tutti. Alla protagonista viene richiesto di tornare ad insegnare all’Università. Insegnamento che lei aveva abbandonato perché non voleva sottostare all’obbligo di indossare il velo. Adesso, a distanza di anni, la tentazione di retrocedere dal suo proposito si ripresenta. Il problema per lei è Accettare o Rifiutare? Rifiutare in nome della coerenza e di quello in cui crede o accettare per amore dei giovani e del suo lavoro? Tutti noi, a un certo punto della nostra giornata ci troviamo davanti a un bivio e siamo costretti a scegliere. Ma scegliere non è facile. Sarebbe bello scegliere la strada meno dolorosa, quella che ci faccia stare bene ma corriamo il rischio di far soffrire gli altri. Le persone che amiamo, quelle con cui condiviamo tragitti più o meno lunghi… Allora si scende a compromessi, con noi stessi e con gli altri.Quanto è duro il vivere

“Essere o non essere, questo è il problema.
Se sia più nobile sopportare
le percosse e le ingiurie di una sorte atroce,
oppure prendere le armi contro un mare di guai
e, combattendo, annientarli.
Morire, dormire.
Niente altro.
E dire che col sonno mettiamo fine
al dolore del cuore e ai mille colpi
che la natura della carne ha ereditato
È un epilogo da desiderarsi devotamente.
Morire, dormire.
Dormire, forse sognare: ah, c’é l’ostacolo,
perchè in quel sogno di morte
il pensiero dei sogni che possano venire,
quando ci saremo staccati dal tumulto della vita,
ci rende esitanti.
Altrimenti chi sopporterebbe le frustate e lo scherno del tempo
le ingiurie degli oppressori, le insolenze dei superbi,
le ferite dell’amore disprezzato,
le lungaggini della legge, l’arroganza dei burocrati
e i calci che i giusti e i mansueti
ricevono dagli indegni.
Qualora si potesse far stornare il conto con un semplice pugnale,
chi vorrebbe portare dei pesi
per gemere e sudare
sotto il carico di una vita logorante
se la paura di qualche cosa dopo la morte,
il paese inesplorato dal quale nessun viandante ritorna,
non frenasse la nostra volontà,
facendoci preferire i mali che sopportiamo
ad altri che non conosciamo?
Così la coscienza ci fa tutti vili
e così il colore innato della risolutezza,
lo si rovina con una squallida gettata di pensiero
e le imprese d’alto grado e il momento,
proprio per questo, cambiano il loro corso
e perdono persino il loro nome di azioni”.

[Shakspeare, Amleto – Il monologo]

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Sono una docente


Sono una docente “specializzata” sul sostegno e la mia forma mentis viaggia su binari che si chiamano: “Accoglienza, accettazione, integrazione, rispetto e amore per chiunque“.

Se non avessi interiorizzato e radicato in me questi concetti non avrei mai studiato per prendermi questa specializzazione.
I regali più belli, l’amore più sincero e disinteressato l’ho sempre avuto da questi ragazzi “speciali” più che dagli adulti… Per questo io sono contro “tutte le barriere” che l’uomo costruisce intorno a chi è “diverso” (sia un disabile che un immigrato, un gay o un rom).
Dice il grande professore Canevaro:
-“Esiste LA persona disabile ma la società crea l’handicap” – e lo crea tutte le volte che ne ostacola la loro libertà, la loro crescita.
Questo concetto io lo estendo a tutta la società, al mondo intero. Per questo, con orgoglio, mi definisco “cosmopolita” per quanto ami la mia Patria… il mio Paese , e per quanto sia orgogliosa di essere una “terrona” alla faccia della #Bestia e delle bestie che lo seguono. Perché, per me, chi non ha umanità non appartiene alla Classe Umana, quella per intenderci che contraddistingue l’evoluzione di una specie sull’altra… “Animale si ma non umana”, rifacendomi alla classificazione scientifica sui tre Regni della Natura.
A me non frega niente di destra, sinistra, grillini… Io starò sempre con chi ha attenzione per l’altro. Per gli altri.

Lotterò sempre contro chiunque non va oltre gli egoismi e le piccinerie della meschinità quotidiana. Siano bianchi, gialli, rossi o neri…

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Chi sono, oggi, i fascisti


Oggi, per me, fascista è chi chiude la porta in faccia a chi ne ha bisogno e lo fa discriminando sul colore della pelle come una volta lo facevano con gli ebrei, i rom, i gay e i disabili(cosa che si fa ancora oggi)… mandati tutti nelle camere a gas. E ancora oggi, c’è chi grida: “Prima gli italiani” e poi li esclude dal reddito di cittadinanza perché senza tetto, quindi senza fissa dimora, senza residenza.

Gente silente, anime morte, che vivono sotto lo sguardo indifferente degli stessi italiani che li scansano se li vedono per strada a mendicare. Ma loro non votano. Non portano voti agli arraffoni e papponi… a chi volete che importino?
Prima gli italiani... ma solo quelli che vanno a votare.

IPOCRITI, finti perbenisti dei miei stivali…

“Guide cieche che filtrate il moscerino e ingoiate il cammello!… Razza di vipere, come potrete scampare dalla condanna della Geenna”?
[#AngeliKaMente esacerbata]

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Fatti non foste a viver come bruti


Questo è uno di quei frutti che Moussa Ba, 29enne bracciante agricolo, stringeva tra le mani mentre la sua baracca andava a fuoco.
Non voglio fare retorica nell’esprimere il dolore e la tristezza che provo nel vedere ancora una volta la Giustizia schiacciata dall’odio e dall’indifferenza. Provo una grande tristezza per i calabresi che permettono che nel loro paese possano vivere persone in baracche, senza acqua e senza energia elettrica.
Provo indignazione contro la #Bestia che tra un bicchiere di vino, pagato da noi, e una fetta biscottata con nutella ha un solo pensiero: Sgombero!
Miserabile! Tu e quelli che sfruttano questi disgraziati e li fanno vivere in simili condizioni. Manderei voi al loro posto.
Cialtrone, perché non assicuri loro un alloggio dignitoso come dignitoso è il loro lavoro mentre devono sottostare al caporalato mafioso?
Posso solo consolarmi pensando che tutto torna a noi. Le ingiustizie che stiamo perpetrando a danno di questi disgraziati li pagheremo noi…
La Vita ci fa andare avanti e non sappiamo mai su quale pietra inciamperemo. Perché il nostro cammino è pieno di pietre con cui dovremo fare i conti…
“Fatti non foste a viver come bruti ma per seguir virtute e canoscenza” – [Canto XXVI dell’Inferno, Dante]

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L’Europa è anche il MIO Paese!


Queste le parole di Verhofstadt:

-“L’Italia, è diventata il fanalino di coda dell’Europa per un malgoverno che non è di ieri ma di almeno un ventennio (dai tempi di Berlusconi); un malgoverno peggiorato sotto Salvini e Di Maio, con il loro comportamento antieuropeo e «odioso» verso altri Stati membri; Salvini è specializzato a bloccare i porti ai migranti, ma blocca anche la creazione di un vero confine europeo, di una guardia costiera europea e blocca la riforma di Dublino, scelte assurde che pagano i cittadini italiani; il governo non ha una strategia per la crescita ma una tattica per farsi rieleggere con regali e debiti; Di Maio intrattiene rapporti coi gilet gialli che per due volte hanno chiesto un colpo di Stato contro il presidente francese; questa è l’Italia oggi, l’Italia che è più di un Paese, è una civiltà sulle cui basi è nata la civiltà europea, e per secoli artisti, scrittori e intellettuali per comprendere la civiltà europea hanno visitato l’Italia: Montaigne l’ha fatto, Goethe l’ha fatto. Dico queste cose in italiano, ha spiegato Verhofstadt, perché sono innamorato dell’Italia e degli italiani”.

Quel “burattino” dato a Conte non è altro che l’indignazione di una persona che ama l’Italia, Paese dove è nata la civiltà europea (ancora sue parole), piombata nell’oscurantismo della Ragione.

Io sono italiana e sono anche europea. Perché questa Europa è la MIA casa.

Shakespeare, Voltaire, Flaubert, Kant, Picasso, Goethe… giusto per citare i primi nomi che mi vengono in mente, appartengono a me, alla MIA cultura, nella stessa maniera in cui mi appartengono Dante, Manzoni, Foscolo, Verga e Pirandello…

In questa Europa ci sono stati i più grandi fermenti letterari, artistici, culturali.

In questa Europa è stata costruita una intera civiltà occidentale che partendo dalla “MAGNA GRECIA” , grazie all’ Impero Romano, si è espansa, al di là di tutte le guerre fratricide tra i vari stati che per secoli hanno dilaniato questo suolo, che io considero il MIO suolo Patrio contro gli imperi russi, cinesi e americani…

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Nerone, Khomeini, la #Bestia


Continua la mia lettura di “Leggere Lolita a Teheran” e una frase ieri mi ha colpito. Nel narrare gli accadimenti successivi alla presa del potere di Khomeini l’autrice, Azar Nafisi, scrive: -“Al mattino, con “Le avventure di Huckleberry Finn” sottobraccio, mi incamminavo per i viali che portavano all’università. A mano a mano che mi avvicinavo al campus, il numero delle scritte sui muri, e così pure il tono ultimativo delle richieste, aumentava. Mai che qualcuno protestasse contro le esecuzioni: piuttosto, si chiedeva più sangue. Durante il giorno, come tanti altri, anch’io faceva finta di niente. Soltanto la sera, davanti alle pagine del mio diario, e di notte, nei miei incubi, venivo assalita da una disperazione profonda, senza freni.”Nel guardare alla TV, i processi farsa contro i dissidenti chiede al marito: “Avresti mai pensato che potesse capitarci tutto questo?” . “No,” rispose lui “ma avrei dovuto”…Ecco i punti salienti: La gente chiedeva più sangue… e mi viene in mente “Quo vadis”, il popolo che non sopporta Nerone, che è stanco delle sue vessazioni, viene “addolcito e calmato” con gli spettacoli circensi dei primi cristiani che venivano dati in pasto ai leoni, nel Colosseo.

E, andando per associazione di idee, agendo a livello di metacognizione ripenso all’incendio di Roma e al tiranno Nerone che contempla lo spettacolo suonando la cetra e declamando i suoi insulsi versi, come diceva Petronio, l’abiter elegantiorum, dietro le sue spalle…

E sempre operando collegamenti metacognitivi la mia mente ritorna al presente e rivedo la faccia di #felpapig, la #Bestia, che condanna un pugno di gente inerme ai lager libici o li sequestra per giorni e giorni sulla nave, con il placito del popolino… e mentre fa questo lui si rimpizza di nutella, di arancini e di tiramisù. E non vedo nessuna differenza tra lui, Khomeini e Nerone… tutti e tre vittime di lucida e insana pazzia. Tutti e tre nemici dell’umanità, del popolo. Nemici di tutti coloro che ostacolano la loro vanagloria, il loro narcisismo, le loro frustazioni, la loro sete di Potere. E così se la prende con Mimmo Lucano, con Saviano, con Sandro Ruotolo e con chiunque dissente dal suo pensiero.

E poi la risposta del marito Bijan davanti all’orrore dei processi farsa: “Avrei dovuto”

Avrei dovuto pensare a quello che sarebbe successo dopo, due parole che racchiudono tutta la rabbia e l’impotenza di chi si rende conto di aver compiuto una scelta sbagliata…

Quanti di noi pensano a cosa potrà accaderci “dopo” se appoggiamo la #Bestia?

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Uno sputo nell’occhio del mondo


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La Politica, nell’accezione più alta del termine, è una cosa seria e non si fa coi selfie, sui social, al bar ma nei luoghi preposti e la si affida a persone serie, competenti, qualificate e non a due sbruffoni di periferia che pensano solo a mangiare sulle nostre spalle. La Politica vera è una cosa seria e non si fa con slogan da “Pubblicità e Regresso” al Medioevo. SETTANTATRE anni di Pace sono stati garantiti in Europa grazie alla buona volontà di un pugno di persone illuminate, tra questi, in primis, gli italiani… e non possono arrivare due scolaretti papponi a distruggere ciò che i nostri Padri hanno costruito e solo perché loro vogliono vivere da pascià sulle nostre spalle. Pensate ai figli, pensate ai nipoti se non volete pensare a voi stessi ed ai vostri egotici interessi! Che mondo volete per loro? Un Mondo di homo homini lupus o continuare a vivere in un Mondo Democratico nel Rispetto della Giustizia, dei Diritti e dell’Uguaglianza tra i popoli?
(Guardate questa immagine, prendete le misure e vi renderete conto che noi siamo solo uno sputo nell’occhio del Mondo. Smettiamola di fare gli sbruffoni…)

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Sono cresciuta in un’epoca…


Schermata 2019-02-02 alle 14.02.56Sono cresciuta in un’epoca in cui il rispetto per gli anziani era un dovere morale.
Sono cresciuta in un’epoca in cui l’ospite sempre ben accetto e la porta di casa sempre aperta.
Sono cresciuta in un’epoca in cui non era necessario chiedere permesso per entrare o inviare una richiesta per rimanere.
Sono cresciuta in un’epoca in cui si suonava il campanello e la porta si apriva.
Sono cresciuta in un’epoca in cui chi entrava in casa tua si comportava come se fosse a casa sua e non si perdeva in ipocriti convenevoli o in stuccose formalità.
Sono cresciuta in un’epoca in cui la solidarietà verso gli altri, ed i familiari in modo particolare, era un atto dovuto, naturale e non un “favore” o un “peso”…
Sono cresciuta in un’epoca in cui ci si sedeva a tavola e si mangiava anche se non si aveva fame, ma solo per stare in compagnia.
Sono cresciuta in un’epoca in cui i bisogni degli altri venivano prima dei propri.
Sono cresciuta in un’epoca in cui le ore della giornata erano condivise.
Sono cresciuta in un’epoca in cui se c’era qualcosa da dire la si diceva in faccia e non dietro le spalle.
Sono cresciuta in un’epoca dove si litigava ma poi era bello fare pace perché anche i litigi erano momenti di “scoperta” dell’altro. Dei suoi bisogni e delle sue necessità.
Sono cresciuta in un’epoca in cui non esistevano solo i MIEI bisogni e le MIE necessità ma anche i bisogni e le necessità dell’altro.
Sono cresciuta in un’epoca in cui i giovani ascoltavano, senza interromperli e senza prevaricarli, gli anziani, anche se poi andavamo a sbattere le corna da soli.
Sono cresciuta in un’epoca in cui esisteva il quarto comandamento: Onora il padre e la madre… e non solo quelli tuoi…

Sono vissuta in un’epoca in cui l’ingratitudine verso i genitori era la cosa più brutta che un figlio potesse avere.

Amare significa donare ciò che non si ha: il nostro tempo, i nostri giorni, la nostra presenza ai genitori. (Roberto Benigni)

Onora il padre e la madre