
Come dargli torto? Sono anni che il mio sogno è solo uno: Riportare il nostro Paese alla Cultura (per questo nel 2010 creai il gruppo su FB : https://www.facebook.com/groups/iopromuovocultura/).
Solo nella Cultura si realizza l’incontro con l’altro, il diverso da me.
Con l’ altro mi confronto, delineo i miei limiti e traccio il confine tra la mia e la sua libertà.
La Cultura non è solo l’Identità territoriale.
La Cultura è l’identità dell’Umanità.
Una visione miope di chi vive dentro una campana di vetro, oltre ad isolarmi dagli altri, mi priva della stessa gioia di vivere. Ibernati dentro una bolla d’aria che ti soffoca e opprime la mente, appiattendola. Ancora ieri lo scrivevo a Nicola Zingaretti, lo vado scrivendo qui e sugli altri social. Ne ha parlato Gianni Cuperlo, ed è stato frainteso anche da chi con la parola dovrebbe avere dimestichezza.
Il problema principale, in Italia e nel Mondo, è riportare l’Educazione al primo posto nelle politiche sociali di uno Stato di Diritto. Quella Scuola Statale che i governi di questi ultimi trent’anni si sono impegnati a fondo per distruggere e i risultati sono sotto gli occhi di tutti.
“Le Istituzioni non sono più capaci di arginare la multiforme e crescente povertà educativa, ci provano con interventi che arrivano quasi sempre quando il disagio è conclamato, perché quando il disagio è nascosto “non si vede” e tantomeno si combatte. Sempre più sono le situazioni in cui le persone “cadono” nel baratro e non hanno le forze per risalire la china, una condizione in cui i minori sono la parete più vulnerabile, quelli che subiscono le conseguenze di una condizione che mette a repentaglio la dignità, il rispetto, la fiducia: spesso tutto questo è vissuto in solitudine.
Questo disagio spesse volte sfocia in violenza e in devianza, trasforma persone miti in “delinquenti”, verso una deriva che inquina case, condomini, quartieri, città. Perdiamo alla vita civile interi pezzi delle nostre città e la responsabilità non è certo di chi li abita.
Virtu Che Dona
“E’ il tempo che hai perduto per la tua rosa che ha fatto la tua rosa cosi importante”.
«Gli uomini hanno dimenticato questa verità» disse la volpe. «Ma tu non la devi dimenticare. Diventi responsabile per sempre di ciò che hai addomesticato. Tu sei responsabile della tua rosa…»
«Io sono responsabile della mia rosa…» ripeté il piccolo principe, per ricordarselo.