
Finora non mi sono pronunciata sul #coronavirus né ho inveito, come hanno fatto e continuano a fare molti, contro il Governo ladro e incapace.
Seguo le vicende da lontano.
Leggo opinioni di questo e di quello.
Tutti bravi a criticare. Tutti esperti epidemiologici, tutti infettivologhi, tutti informati sul Sistema Sanitario.
Non ho nessuna competenza al riguardo per cui mi affido alle decisioni di questo Governo, da cittadina rispettosa della Legge cerco di osservarla con responsabilità e diligenza.
Non sono spaventata dal virus, il mio fatalismo non comprende l’ allarmismo personale. So di essere un soggetto vulnerabile ai virus influenzali, in casa dicono che prendo il raffreddore 14 mesi all’anno…
Non di meno continuo ad essere stanca di vedere video e post che mi vengono inviati e tutti negativi… complottisti… rabbiosi.
In Sicilia si dice: Chianciri u mottu su lacrimi pessi…(piangere il morto sono lacrime perse).
Si piange per il dolore della perdita che potrebbe scoppiarci in petto. Non si piange per chi è andato via. Né continuare a recriminare su ciò che NON si è fatto può resuscitare i morti. L’irresponsabilità non è solo del Governo ma dell’ infantilismo italico che in questi momenti si tocca con mano. Da quelli che scappano riempiendo i treni senza alcun accorgimento a quelli che se ne vanno in vacanza in Trentino e tornano a casa senza osservare la quarantena. Di gente che da Milano si sposta a Roma nonostante da giorni TUTTA l’Italia è ZONA ROSSA.
Di gente che se ne va a passeggio senza rispettare neanche la distanza di sicurezza.
Vogliamo CRESCERE? Vogliamo accettare le decisioni prese dal Governo? Avremo tempo di sollazzarci con le recriminazioni quando il Paese sarà tornato alla normalità.
Ora è tempo di SILENZIO nel rispetto di chi lotta ogni giorno, da paziente o da personale sanitario, da poliziotti o da addetti alla catena alimentare per garantirci il cibo, e i farmaci, necessari.
È tempo di riflessioni e di cautelarci, TUTTI. Per la salute nostra e dei nostri cari.