Un anno viene e uno se ne va e scaramanticamente ci apprestiamo a compiere i medesimi gesti, i medesimi riti che da anni, generazioni si tramandano nella speranza che i prossimi 365 giorni rivoluzionino il mondo. Ci si scambia gli auguri con l’ auspicio che l’anno che sta per arrivare sia migliore di quello che se ne sta per andare. Ci dichiariamo atei, miscredenti, ridiamo all’idea che ci sia gente che si inginocchia e prega un Dio che non si vede. Salvo poi affidarci agli auruspici, ai tarocchi, agli astrologi che ci regalino un briciolo di speranza e non ci rendiamo conto che l’affido più insensato sia quello di mettere il nostro destino nelle mani di un tempo che è solo illusorio. Una delle nostre formae mentis, l’altra è quella dello spazio che vogliamo a tutti i costi limitare e circoscrivere, per quanto la nostra intelligenza scientifica, conoscitiva, ce lo consenta dentro un perimetro. Perché per noi umani tutto è e deve essere misurabile. Tutto deve sottostare al nostro controllo. L’unica cosa che fatichiamo a controllare e gestire è invece quella più importante: La nostra vita, i nostri pensieri, le nostre azioni.
Non è un numero che può cambiare il corso della NOSTRA Vita.
Il Sole continuerà a rimanere immobile, la Terra continuerà a girare e fra 365 giorni tornerà a trovarsi nella medesima posizione spaziale in cui si trova adesso.
Allora, perché invece di affidare il nostro futuro ad un irreale e insussistente “Signor Tempo” non iniziamo a riflettere su cosa vogliamo o non vogliamo fare per cambiare quello che nella nostra vita non ci fa stare bene?
Abbiamo 365 giorni per pensarci…
Magari possiamo iniziare a farlo con questi celeberrimi versi di Orazio:
Tu ne quaesieris, scire nefas, quem mihi, quem tibi
finem di dederint, Leuconoe, nec Babylonios
temptaris numeros. Ut melius, quidquid erit, pati!
Seu pluris hiemes seu tribuit Iuppiter ultimam,
5quae nunc oppositis debilitat pumicibus mare
Tyrrhenum, sapias: vina liques et spatio brevi
spem longam reseces. Dum loquimur, fugerit invida
aetas: carpe diem, quam minimum credula postero.
[#AngeliKaMente, buona crescita spirituale, psichica, come la vogliate chiamare]