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Uomini e donne: la dicotomia


Fino a che gli esseri umani non accetteranno la loro dicotomia, la loro androgenicità, non usciremo mai dalle guerre e dall’odio verso i nostri simili. Siamo tutti figli mercuriali, in ciascuno di noi si celano sia la parte maschile che quella femminile (Pascoli la chiamava “fanciullino”, quella parte dolce e delicata che giace dentro gli uomini).

La paura, la rabbia, l’odio per il “diverso” non sono altro che la manifestazione della non accettazione di questa verità.

Non comprendiamo, invece, che accettarci per ciò che siamo ci rende liberi e non schiavi delle nostre ipocondrie e delle nostre paranoie.

Ipocondrie e paranoie alimentate da miti, leggende, religioni, precetti religiosi scritti da uomini. Gesù durante la sua vita non ha mai diviso le donne dagli uomini. Divisione sottolineata dalla misoginia paolina (non dimentichiamoci che Paolo di Tarso era un ebreo e che la sua formazione era ebraica. Quell’ebraismo che già dall’incipit della Genesi distingue gli uomini dalle donne: “Tu uomo lavorerai la terra… tu donna partorirai nel dolore. Parole lapidarie che hanno inchiodato nei secoli dei secoli le donne e gli uomini dentro una rigida catalogazione. In un dualismo eterno da cui è difficile uscirne. Non da meno fu Maometto 620 anni dopo… Quel Maometto che scrisse il Corano dopo aver soggiornato a Gerusalemme e conosciuto la Bibbia)

#AngeliKaMente in vena di introspezione…

(In foto la statua di Mefistofele e Margherita scolpita in un’unico tronco di Sicomoro. Attrazione principale del Salar Jung Museum di Hyderabad, India è stata costruita nel XIX secolo in Francia da un artista ignoto, forse ispirata dal “Faust” di Goethe )

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San Francesco e il Presepe


Ho sempre amato il Presepe, fin da piccola, quando lo facevo insieme a mio padre. L’odore del muschio fresco che raccoglievamo in campagna. Negli anni non ho mai smesso questa tradizione. In collegio ero la “regista” del Presepe che si faceva in chiesa. Ogni anno era un’emozione grandissima per me tirare fuori le statue dei pastori che ricordo erano molto ma molto alte, ma l’emozione più grande era ritrovarmi tra le mani quella di Gesù Bambino. Era un Bambinello meccanico di circa 30-40 cm che muoveva la testa ed apriva e chiudeva gli occhi accompagnato dalla musica “Urtulanu” …

Ed il Presepe è quel filo sottile che mi lega moltissimo a San Francesco d’Assisi, penso che in tutta la storia della Chiesa non sia mai esistito un “visionario” come lui…

Chi segue oggi la SUA predicazione? Eppure è il Santo Patrono d’Italia insieme a S. Caterina da Siena, patrona delle Lettere e “Dottore” della Chiesa.

«L’invenzione del presepe da parte di Francesco è la più grande protesta silenziosa che il Santo mette in atto nel suo cammino. Protesta verso una società e una Chiesa che utilizzavano la Croce di Cristo come vessillo per le Crociate, che avevano dimenticato il valore della tenerezza e dell’attenzione verso il prossimo, il più debole, il lebbroso. Invito a non sventolare il presepe ma a farlo, assumendone le conseguenze, l’altro non è mai respinto, nel presepe c’è posto per il profugo e per l’immigrato». Padre Fortunato, voce dei francescani di Assisi, racconta il suo ultimo libro Una gioia mai provata in una serata alla quale partecipano monsignor Fisichella, Erri De Luca e Ugo Ughi che regala ai tantissimi che sono venuti nella chiesa di Santa Anastasia al Palatino una straordinaria esibizione. Non a caso, per il lancio del libro è stata scelta la giornata mondiale dei poveri. E ovviamente si parla anche di attualità…

https://www.lastampa.it/cultura/2022/11/14/news/cosi_il_presepe_di_francesco_svela_lattualita_di_poveri_e_migranti-12238529/?ref=LSHVE-BH-I0-PM26-S2-T1

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Emigrazione e Immigrazione


Più si invecchia e più si pensa meno a se stessi e di più ai giovani. Abbiamo l’ennesimo governo fuffa che invece di pensare a loro si preoccupa degli immigrati. Abbiamo finito coi mediatici bombardamenti covid e riprendono quelli sugli immigrati: E i nostri giovani? E la prospettiva di una vita migliore? Li cresciamo, li educhiamo, facciamo di tutto per dare loro (nonostante gli stipendi da fame del corpo docente e le scuole e gli ospedali fatiscenti dove si fa prima a morire che a farsi curare) migliori prospettive adeguati alle loro capacità e competenze acquisite e tutto questo per cosa? Per farli morire di fame, farli lavorare come schiavi con altrettanti miserevoli stipendi.

Privatizziamo scuole ed ospedali per rifocillare chi sta bene e può permettersi le cliniche private, le scuole private. Introduciamo un “pretestuoso” merito che favorisce solo i figli di… assicuriamo il lavoro ai figli di… Mentre i nostri figli, quelli che realmente SOGNANO IN GRANDE, hanno solo un’alternativa per realizzare i loro sogni e le loro ambizioni: EMIGRARE. Così i soldi, i sacrifici che le famiglie hanno fatto per far raggiungere loro le famose hard e soft skill (forse detto in inglese fa più effetto), quelle che sono le “otto competenze chiavi definite dall’Unione Europea” ed adottate nei programmi di tutte le scuole, di ogni ordine e grado, per intenderci, finiscono con l’essere “INVESTIMENTI” , CAPITALI, GUADAGNI per gli altri paesi. Perché tutto ciò che abbiamo seminato, per cui abbiamo lavorato alla fine decide di lasciare il Paese e andare a lavorare all’Estero dove gli vengono riconosciuti i meriti e i guadagni sono adeguati alle loro reali capacità e competenze.

All’estero si formano la loro famiglia tradizionale, quella che la destra dice di voler tutelare e salvaguardare come se fosse un PATRIMONIO IMMOBILIARE. All’estero cresceranno i nipoti e i figli, col passare del tempo verranno a trovarvi sempre meno e si rischia di rimanere soli e dimenticati in questa Patria che è Madre-Matrigna per colpa di politici incapaci di fare il loro DOVERE: Occuparsi del BENESSERE REALE DEI CITTADINI che li hanno votati.

Ma voi continuate a preoccuparvi di chi, non avendo avuto concesso un regolare visto di ingresso (poi dovete dirmi perché chi viene dall’America Latina entra senza visto) tenta la morte sui barconi.

Scendete in piazza e urlate per difendere i VOSTRI FIGLI, dannazione! Facciamo almeno questo ultimo DOVERE verso loro, dopo che li abbiamo messi al mondo!

Il Presidente Mattarella l’ha detto chiaramente: ” “Sono i giovani a partire, riflettere sulle cause”… L’emigrazione dei giovani è aumentata dell’87%

Il governo della Destra che fa solo azioni di distrazioni di massa non sarà MAI AMATO DA ME!

Non agirà mai in MIO NOME fino a che non si occupa dei nostri figli, dei nostri ragazzi e di TUTTA LA POPOLAZIONE!

#AngeliKaMente

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Se questo è un uomo


LAMPEDUSA – Venti giorni appena. L’ultima vittima del Mediterraneo trasformato in fortezza è un neonato. Ed è morto di freddo. “Li abbiamo visti arrivare tutti inzuppati, tremanti”, dice il dottore Francesco D’Arca, responsabile del poliambulatorio di Lampedusa. “La mamma, una ragazza ivoriana giovanissima, di diciannove anni, ci ha raccontato che il piccolino già stava male prima della partenza, voleva raggiungere l’Italia per farlo curare”.

Ed invece, quando la motovedetta attorno all’una di notte è arrivata in porto con a bordo i naufraghi salvati su tre barchini intercettati al largo, ad accoglierlo c’era solo una bara bianca, che lo aspettava al molo Favaloro di Lampedusa. L’ennesima che si andrà ad impilare nella camera mortuaria dell’isola, dove già riposa la donna di quarant’anni che ieri ha lottato per la vita fino alle coste e per lungo tempo sono rimaste le vittime dei naufragi delle scorse settimane.

Neonati uccisi dall’esplosione del motore sul barchino su cui viaggiavano, due gemelline morte di freddo e di stenti, donne, uomini arrivati solo da morti sulla sponda nord del Mediterraneo. Altri ancora sono stati inghiottiti dalle onde e di loro non è stato trovato neanche un cadavere a cui dare sepoltura…

Sempre più dolorosamente attuale l’eco della poesia, Se questo è un uomo:

“Voi che vivete sicuri

Nelle vostre tiepide case,

Voi che trovate tornando a sera

Il cibo caldo e visi amici:

Considerate se questo è un uomo

Che lavora nel fango

Che non conosce pace

Che muore per un sì o per un no.

Considerate se questa è una donna,

Senza capelli e senza nome

Senza più forza di ricordare

Vuoti gli occhi e freddo il grembo

Come una rana d’inverno.

Meditate che questo è stato:

Vi comando queste parole.

Scolpitele nel vostro cuore

Stando in casa andando per via,

Coricandovi alzandovi;

Ripetetele ai vostri figli.

O vi si sfaccia la casa,

La malattia vi impedisca,

I vostri nati torcano il viso da voi.”

P. Levi, La tregua, Torino, Einaudi, 1965, p. 9

Come si fa a non provare pietà per questi “disperati”?

Ma i destrorsi cosa hanno al posto del cuore? Pietre, macigni?

Nella “Vita di S. Antonio di Padova” si riporta un episodio, un “miracolo”, vero o leggenda conta poco, quello che conta è il messaggio:

“In una località della Toscana si stanno celebrando con solennità i funerali di un uomo molto ricco. Al funerale è presente Antonio, che, scosso da un’ispirazione, si mette a gridare che quel morto non va sepolto in luogo consacrato, perché il cadavere è privo di cuore.

I presenti rimangono sconvolti e inizia un’accesa discussione. Alla fine vengono chiamati dei medici, che aprono il petto al defunto. Il cuore non è effettivamente nella cassa toracica e viene poi rinvenuto nella cassaforte dov’era conservato il denaro”.

Meditate gente, meditate su dove avete il vostro cuore.

Articolo su Repubblica

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Giovani, ragazzi, adolescenti su Internet


Genitori, tutelate i vostri figli. Non lasciateli soli davanti a tablet, telefonini e computer.

Una volta si diceva di non lasciarli soli davanti alla TV che era “una cattiva maestra”, come ben diceva Popper… Oggi li si lascia da soli davanti a un mezzo molto più pericoloso: Internet.

Le scuole, sensibili all’argomento e alla “salute” dei futuri cittadini, fanno del loro meglio per metterli in guardia, diverse le iniziative che ogni anno si attuano per sensibilizzare i ragazzi sul cyberbullismo e sui pericoli della rete, che sono tantissimi.

Molti lavorano per aiutarli ad aprire gli occhi, da Generazioni Connesse a Parole O_Stili a Aics Prevenzione Cyberbullismo ma noi docenti sappiamo benissimo come poco può la scuola quando i ragazzi si ritrovano in casa, da soli e senza alcun controllo, così accade di finire nella rete dei pedofili, o nella pratica del Blue Whale Challenge il “gioco” che ha portato al suicidio centinaia di ragazzi tra i 9 e i 17 anni in modo orribile o, ancora, cadere vittima della sindrome Hikikomori (che riguarda i bambini, gli adolescenti e gli adulti sotto i 30 anni).

Parlate coi vostri figli per non leggere più notizie di suicidi o di adescamenti pericolosi, come è accaduto a Daniele, suicidatosi a 24 anni perché aveva scoperto che la ragazza di cui si era innamorato online era in realtà un uomo di 64 anni…

Fate tesoro dell’esperienza degli altri per evitare di doverla verificare personalmente.

#AngeliKaMente