Fino a che gli esseri umani non accetteranno la loro dicotomia, la loro androgenicità, non usciremo mai dalle guerre e dall’odio verso i nostri simili. Siamo tutti figli mercuriali, in ciascuno di noi si celano sia la parte maschile che quella femminile (Pascoli la chiamava “fanciullino”, quella parte dolce e delicata che giace dentro gli uomini).
La paura, la rabbia, l’odio per il “diverso” non sono altro che la manifestazione della non accettazione di questa verità.
Non comprendiamo, invece, che accettarci per ciò che siamo ci rende liberi e non schiavi delle nostre ipocondrie e delle nostre paranoie.
Ipocondrie e paranoie alimentate da miti, leggende, religioni, precetti religiosi scritti da uomini. Gesù durante la sua vita non ha mai diviso le donne dagli uomini. Divisione sottolineata dalla misoginia paolina (non dimentichiamoci che Paolo di Tarso era un ebreo e che la sua formazione era ebraica. Quell’ebraismo che già dall’incipit della Genesi distingue gli uomini dalle donne: “Tu uomo lavorerai la terra… tu donna partorirai nel dolore. Parole lapidarie che hanno inchiodato nei secoli dei secoli le donne e gli uomini dentro una rigida catalogazione. In un dualismo eterno da cui è difficile uscirne. Non da meno fu Maometto 620 anni dopo… Quel Maometto che scrisse il Corano dopo aver soggiornato a Gerusalemme e conosciuto la Bibbia)
#AngeliKaMente in vena di introspezione…
(In foto la statua di Mefistofele e Margherita scolpita in un’unico tronco di Sicomoro. Attrazione principale del Salar Jung Museum di Hyderabad, India è stata costruita nel XIX secolo in Francia da un artista ignoto, forse ispirata dal “Faust” di Goethe )


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