Quanto più si avvicina il Natale tanto più nella mia mente si fa strada il racconto della “Piccola fiammiferaia”. Certe letture, quando le fai da piccola (credo che avevo 5 anni quando lessi questa storia di Andersen, una delle mie prime letture) ti “educano” più di mille insegnamenti e di mille azioni in cui ti imbatterai crescendo… E constatare che oggi come 100-1000 anni fa c’è chi riesce a vivere fregandosene di chi sta al freddo e all’addiaccio, ripetendo slogan che gente folle e disturbata mentale gli ha inculcato per tacitare la sua coscienza, non avete idea di quanto mi faccia uscire il fumo dalle orecchie (per usare un eufemismo).
E’ facile augurare “Buon Natale e Buone feste” a chi se ne sta al calduccio delle sue case senza avvertire profonda tristezza e tanto dolore per chi è nei lager libici, sotto le bombe di pazzi criminali, chi tenta il tutto per tutto sfidando il mare su precarie imbarcazioni di fortuna, chi si trova incarcerato per le sue idee politiche e religiose, chi si trova in preda alla sofferenza in un letto di ospedale e chi vaga per le strade in cerca di “un cerino” da accendere per riscaldarsi le mani…:
“L’assessore comunale Juri Andriollo esprime «profondo dolore» e assicura il «massimo impegno di Bolzano per l’accoglienza. I numeri di immigrati in questi mesi sono eccezionali. Serve l’aiuto della Provincia e anche degli altri Comuni», ribadisce. Sinistra die Linke, annunciando un’interrogazione parlamentare, evidenza che non si tratta del primo caso di un migrante morto per freddo a Bolzano. «Ogni persona – prosegue la nota – ha il diritto di avere una casa e un tetto sotto il quale rifugiarsi. La soluzione al problema non può essere limitata al susseguirsi di infiniti interventi temporanei ed emergenziali per contrastare una situazione che emergenza non è perché si ripresenta puntuale, con numeri sempre in aumento, ad ogni inverno».
Secondo Anpi Alto Adige, «le periferie urbane, sociali e umane dove, a fianco delle ricche luci dei Mercatini affollati e del turismo opulento, si ripetono queste tragedie annunciate sono lo specchio della nostra terra e la misura della sua civiltà, del suo stato di salute, dei suoi fallimenti, dei suoi egoismi. Questa morte non può e non deve lasciare indifferenti».”

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