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Didattica laboratoriale


Nei miei anni di insegnamento quello che mi importava davvero era il desiderio di appassionare i miei alunni, tutti, sia i normo dotati che i soggetti affetti da disabilità fisiche o psichiche, alla conoscenza, alla scoperta del mondo e dei suoi abitanti. La metodica applicata non era mai definita tout court ma in funzione del momento, dell’argomento e delle disponibilità di materiale funzionale all’apprendimento nell’ ottica del learning by doing che abbracciava tutte le tesi dell’attivismo, da Dewey alla Scuola di Barbiana con un occhio particolare alle neuroscienze…

Ed è bellissimo ritrovarmi oggi a trovare conferme del mio lavoro, specialmente se ripenso alle notti passate a girarmi e rigirarmi nel letto interrogandomi se quello che stavo facendo fosse giusto. Se avesse raggiunto tutti i miei alunni o se correvo il rischio di lasciarne qualcuno indietro. Nella didattica giornaliera il punto di partenza è il problem setting. In una didattica laboratoriale per gruppi ad esempio bisogna dedicare molta cura nella loro formazione: individuare i leader, i gregari, i lassisti… Al fine di creare gruppi con un loro equilibrio interno.

Più leggo e più mi assale la voglia di fare le valigie e tornare in classe…

#AngeliKaMente in preda alla nostalgia…

Che cos’è un EAS – L’idea, il metodo, la didattica(Pier Cesare Rivoltella)
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Chi eravamo e chi siamo diventati?


Quindi la mamma di Michelangelo era di origini caucasiche…

✓ Foscolo era originario di Zancle;

✓ Ungaretti nacque e studiò ad Alessandria d’Egitto;

✓ S. Agostino era nato a Tagaste (città africana) non a Milano;

✓ Sant’Antonio (di) Padova era portoghese;

✓ (Gesù, la Madonna), i primi apostoli (San Pietro e San Paolo sono stati uccisi a Roma, ricordiamocelo) erano palestinesi, ebrei…

e potrei continuare a lungo in questo elenco…

Dalla notte dei tempi l’Italia è stata suolo di etnie e popolazioni che provenivano o che venivano “importati” come schiavi al tempo dei romani (basta aver letto il Quo vadis per rendersi conto di come sia stato popolato il nostro Bel Paese).

La nostra UNICITA’ è sempre stata data dalla promiscuità di etnie e culture diverse che nei secoli si sono succeduti…

Schiavi, servi e/o padroni hanno popolato le nostre città…

Camminato nelle “nostre” strade.

Edificato edifici e monumenti.

Gli abitanti si univano e generavano… Nel nostro sangue, nel nostro DNA, scorre sangue normanno, arabo, spagnolo, francese, austriaco, americano, russo, tedesco, ebraico, palestinese, unno, ostrogoto, austriaco, bosniaco…

Quando eravamo davvero il grande Paese che esportava la Cultura non ci creevamo problemi su chi condivideva con noi il suolo…

Non chiedevamo passaporti o carte di identità…

Quando eravamo un paese di LETTERATI, ARTISTI e SANTI…

Evidentemente il nostro bellissimo, multiforme, multicolorato DNA si è annacquato dando vita a una popolazione insipiente…

#AngeliKaMente guardando al passato e riflettendo sul presente e sul nostro DNA.