Pubblicato in: La Scuola vista da me, Organizzazioni, Riflessioni personali, Società e Costume

Made in Italy


ricamoconvecchialo ammetto sono fissata con “Made in Italy” ma non posso permettermelo… Non con il mio stipendio di docente, dipendente dello Stato con un contratto bloccato dal 2009… Andiamo avanti, non è questo l’argomento del mio post, stasera.
Chi si ricorda i “Ricami fiorentini”. Il pregiato lino olandese con il quale le nostre nonne si facevano il corredo dando lavoro all’abile pazienza di ricamatrici specializzate?
Da piccola avevo un sogno: fare la stilista da grande.
Un sogno maturato nel laboratorio artigianale di una zia, sarta, che teneva i corsi per le giovani che volevano diventare sarte a loro volta. Lì, a sei anni, imparai a fare i punti lenti che si eseguivano sulla traccia del gesso sul rovescio della stoffa… questo serviva per far si che i due lati dei capi combaciassero perfettamente (sono anni che non mi capita più di vedere una perfetta simmetria negli abiti, per non parlare dei pantaloni!). Lì imparai, a sei anni, a confezionare un vestito… più in là, in collegio, imparai a cucire i bottoni in modo che non si staccassero e il famoso rammendo stoffa su stoffa e a fare un “occhiello” a mano. (Avete presente le Sorelle Fontana?)
Altri tempi.

dalcuore_corriere
Mi chiedo quanti siano oggi quelli che lo sanno fare. Ecco perché rimango basita quando leggo i prezzi di certi capi cuciti in Cina con le macchine, così come i pizzi ed i ricami. Tutto è fatto con le macchine: rozzi, dozzinali… Un vero schiaffo alla mia conoscenza in materia.
Adesso, grazie alla mia amica Laura Tripaldi ed a Report, scopro che c’è un angolo d’Italia in cui queste meravigliose manualità sono tornate in auge e… non solo, addirittura rappresentano alla grande il Made in Italy nel mondo. Mi riferisco al brand “Cucinelli”, dimostrazione pratica che in Italia si può lavorare e fare Impresa con onestà ed etica imprenditoriale.
– “Il giusto profitto nel rispetto della dignità umana. I nostri utili sono normali, non sono importanti. E’ un profitto sano per un’azienda sana” -(Cucinelli a Report).
Allora si che io un prodotto sono disposta a comprarlo anche il 1000% in più rispetto al costo di produzione.
(Intanto gli “Imprenditori ITALIANI” , i terzisti in particolar modo, che lavoravano per Moncler e tutti i grand brand italiani, da Prada e giù..giù, ringraziano le politiche economiche della ditta… A proposito… cerco contatto ungherese per comprarmi un Moncler a 40 euro… Spese di spedizione a mio carico ma solo piume d’oca al 100% garantito.)