Non dobbiamo arrenderci. Non dobbiamo mollare tutto e non possiamo né dobbiamo farlo per quella generazione di italiani che va crescendo, che si va formando. Che è ancora nelle nostre scuole. Scuole fatiscenti, con professori ignoranti, come vuole la pubblica opinione e che, nonostante tutto, domani sono pronti a rimboccarsi le maniche a stare piegati per ore sui banchi di scuola facendosi venire la scoliosi, la lordosi, la cervicale e rodendosi fegato e budella con genitori che scaricano anche le loro responsabilità sui docenti.
Ma l’Umanità, l’Italia, si può salvare solo se lo Stato scommette sui giovani e investe in Formazione e Ricerca. Se lo stato la smette di fare le pulci alla Scuola Pubblica e gli ridà quella dignità che spetta a chi fa “Cultura”, a chi trasmette conoscenza.
Se i cittadini TUTTI la smettono di inveire contro i professori offendendoli continuamente e tacciandoli di tutto. E’ vero, nella scuola ci sono molti che dovrebbero tornare a fare formazione ma è anche vero che bisogna riportare sui banchi di scuola prima di tutto i genitori.
In Italia le statistiche dicono che si legge poco e quello che si legge non sempre fa cultura, inoltre, molti pensano di capire cosa si dice solo perché sanno leggere e non riescono ad entrare nell’ottica che una cosa è il pensiero e un’altra le parole che cercano di spiegare il pensiero. Tutto ciò che si trova scritto sottostà alla logica della “libera interpretazione”.
Ognuno di noi da alle parole il senso che gli trova e non ci si rende conto che anche quello è sbagliato, specialmente nella nostra lingua dove per indicare un nome, un’azione, usiamo più terminologie credendo che una vale l’altra.
Invece NON è così e che non sia così ne ho la prova tangibile tutti i giorni, quando mio figlio, sordo, mi chiede la differenza di significato e mi dice: Spiegami in quale contesto devo usare questa parola e in quale contesto devo usarne un’altra. E allora devo fargli gli esempi pratici, concreti, e non sempre è facile.Perché le parole hanno a volte un significato reale e un altro simbolico e allora bisogna cercare nel dizionario la terminologia adeguata. L’altro ieri ad esempio mi ha chiesto di dargli spiegazioni in merito al verbo “subire” che ha due accezioni: “ho subito” , passato remoto del verbo subire, e “sùbito” . Essendo sordo gravissimo ha difficoltà a discriminare la caduta dell’ accento e presta poca attenzione se davanti alla parola c’è l’ausiliare o no…
Questo per dire quanto sia importante “Istruire” e come oggi, più che mai, si renda necessario investire nella scuola. Ed investire non solo in risorse umane ma anche didattiche. Attrezzare le scuole di laboratori scientifici (siano macchinari che attrezzature didattiche) dove gli alunni possono fare per imparare secondo la metodologia dell’Attivismo Pedagogico che ebbe i suoi massimi rappresentanti in Dewey, Froebel… Montessori. Non sono sufficienti le LIM e le aule multimediali se poi non si ha un’ottima connessione ad internet. Se non c’è la banda larga, se non ci sono dei potenti router che consentono ai docenti di lavorare con gli alunni nella propria classe. L’anno scorso, e anche l’anno precedente, per utilizzare internet collegavo il portatile al mio cellulare, quindi a spese MIE, e non dello stato, cercavo di rendere più stimolante l’attività didattica in classe.
Chiedo a tutti quelli che inveiscono contro i docenti: Vi sembra giusto? E’ giusto che noi docenti dobbiamo pagarci anche la connessione ad internet se vogliamo stare al passo coi tempi?
Poi pubblicano le statistiche a cap’ mbrella dicono a Napoli. Come pretendete che i Vostri figli siano informati e conoscano tutte le nuove scoperte scientifiche se poi non sono messi in condizioni di vederle, sperimentarle? Se non gli si danno i mezzi e le chiavi per fare ricerca ed approfondimento? Io so che ci sono valenti docenti, ottimi insegnanti, che prima di andare in classe studiano la lezione per conto proprio e guai se così non fosse!Ma quanto investe lo stato nella formazione e l’aggiornamento dei docenti? Ve lo siete mai chiesto? NIENTE!
Non spende una beata cippa!
Ed allora perché non iniziate a scendere in campo coi docenti ed a reclamare, non per noi ma per i vostri figli, i giusti finanziamenti alla cultura? Se l’Italia sta affondando la colpa non è della Scuola ma di TUTTI gli Italiani che si riempiono la bocca chiamandoci: Ammortizzatori sociali.
Devi effettuare l'accesso per postare un commento.